Sabato 3 Maggio 2014. Finale di coppa Italia. Cosa è successo lo abbiamo visto tutti – e non mi riferisco ai fatti accaduti fuori dallo stadio su cui ci sono ormai diverse ricostruzioni. Mi riferisco a quanto accaduto all’interno, con una vera e propria trattativa (come confermato del referto del giudice sportivo) che ha portato la finale di Coppa Italia ad iniziare con un’ora di ritardo. Mi riferisco all’impotenza delle autorità, presenti all’Olimpico in abbondanza e costrette ad aspettare la volontà di chi indossava la maglietta “Speziale Libero“, di chi aveva deciso da solo prevaricando l’autorità che la partita in caso di morti non sarebbe dovuta iniziare. Forse non ci si è resi conto della gravità della situazione, della gravità di quanto accaduto dentro allo stadio, di come ancora una volta il calcio italiano sia finito per l’ennesima volta vittima del tifo organizzato, sempre più cancro di questo sistema. Ma non vi tedierò ulteriormente con altra retorica insopportabile sul modello inglese e le famiglie allo stadio: non è questo lo scopo del post. Forse quanto accaduto sabato è anche la conseguenza di chi ha fatto sentire impunita ed invulnerabile una tifoseria dopo l’assurda vicenda della discriminazione territoriale, punita però solamente se contro Napoli.
Lo scopo del post è parlare di quanto successo nei giorni seguenti. Dopo una serata all’insegna della legalità è accaduto che la Juventus ha festeggiato il proprio trentesimo scudetto grazie alla sconfitta della Roma a Catania. Almeno questo è quello che avremmo dovuto sentire. Tra Sky, Rai e Mediaset è stata la fiera delle perifrasi per mantenere una posizione equilibrata e non scontentare i tifosi – leggasi abbonati – bianconeri sintonizzati sui canali sportivi: la migliore è quella che recita “terzo scudetto consecutivo” – praticamente inventando una nuova unità di misura dei trofei.
C’è però un fatto, molto importante, alla base di tutto: la differenza tra i 32 e i 30 non è una questione di tifo, è una questione di legalità. Dimenticando di dire quel numero le televisioni si sono schierate alla pari di quegli ultras che per il proprio tornaconto, per non far torto alla loro tifoseria, non volevano giocare una partita decidendo che le sentenze si rispettano, ma solamente a targhe alterne. Se non fosse stata coinvolta la squadra che porta più abbonati l’Italia e che controlla l’informazione con quota di maggioranza RCS e membri in CDA Sky magari, non ci sarebbe stata alcuna difficoltà nel ripetere l’esatto numero – è un po’ l’informazione che per l’ennesima volta si prostituisce al lettore. Vedere il 32 campeggiare a Sky calciomercato non è solo una vergogna, ma è uno sfregio alla legalità. Non c’è alcuna differenza tra chi sbandiera una maglietta con scritto “speziale libero” e chi ne indossa un’altra con scritto 32 scudetti.
E pensare che fino a lunedì pensavo che certamente, per quanto riguarda Sky, fosse stato tutto uno spiacevole equivoco. E invece no. Lunedì sera va in scena Juventus-Atalanta. Il giorno prima a Torino, il ricordo di superga. La società decide di ricordare le vittime con uno striscione “Onore ai caduti di superga” – i tifosi non ci stanno e rispondono con uno striscione analogo: “L’onore solo per i caduti bianconeri“. Uno striscione che in TV non è passato. Che nessuno ha visto, condannato. Che sarebbe passato sotto silenzio se non fosse stato per qualche foto pubblicata sul web. A coronare il tutto l’elogio alle dichiarazioni di Andrea Agnelli sulla differenza tra contabilità personale e quella ufficiale e sul fatto che metteranno la terza stella solamente quando altri arriveranno a due, per distinguersi: insomma, basta avere un paio di media servi a disposizione ed oggi ognuno può dire veramente quel cazzo che vuole.
In tutto questo c’è un campionato ormai finito – finito anche e soprattutto perché assistiamo a partite farsa (inutile citarle, sono state così palesi…) tra squadre che non han più nulla da dire mentre all’estero troviamo Crystal Palace e Valladolid che fermano, ad esempio, Liverpool e Real Madrid togliendogli le loro speranze di titolo. Qui è una triste gara a chi ha più favori, a chi trova più succursali che gli possano regalare sei punti (e su questo, purtroppo o per fortuna, siamo messi abbastanza male – ma potremo sempre andare a testa alta con l’orgoglio di aver giocato sempre partite vere). La classifica attuale risulta quindi essere palesemente falsata – non so se i bianconeri siano stati più forti: so che in Italia solitamente vince il campionato chi ha la miglior difesa. Ad oggi la Roma. L’introduzione di playoff scudetto e playout retrocessione per contrastare la farsa a cui assistiamo ogni domenica di aprile/maggio non è a mio parere più rimandabile.
C’è quindi stata l’ennesima festa dei tifosi bianconeri, ormai diventati quasi pappagalli e capre ammaestrate nel ripetere gli input che vengono dati dall’alto. Tifosi che ormai sono diventati incivili e violenti in questa battaglia per l’illegalità che il proprio presidente continua a portare avanti, spinti anche da articoli che riportano falsità palesi scritti da chi facendo parte di un giornale nazionale e ricevendo, quindi, finanziamenti pubblici, sarebbe tenuto a rispettare la legge dello stato e non quella del cuore. Insomma, giornalai e conduttorie che diventano dei veri e propri ‘Genny a Carogna’ per difendere i propri interessi – difficile pretendere serietà dai tifosi quando i primi ad essere controllati, i primi a sfregiare verità e legalità siete proprio voi. E’ una vergogna continuare a vedere tifosi bianconeri diventare delle proprie squadre d’azione – una volta sotto il simbolo del fascio, oggi sotto il simbolo dello scudo col 32. Squadre in giro a festeggiare provocatoriamente scudetti in piazze che non gli appartengono, come Palermo, Milano e Roma. Come scrissi già a novembre dello scorso anno, se continua questa battaglia per l’illegalità prima o poi ci scapperà il morto e Andrea Agnelli l’avrà sulla coscienza. Sempre che ne abbia una. E a quel punto sarà troppo tardi per piangerlo.
P.s. caro Andrea, se vuoi veramente far indossare ai giocatori ciò che ti distingue dalle altre squadre, hai mai pensato ad una mascherina?