Il caos totale. È l’unica definizione che mi sento di dare alla situazione attuale. Una situazione in cui nessuno ha la più pallida idea di cosa fare, di come uscire da una crisi che non è figlia di una serie di risultati deludenti, ma di un percorso di acquisti sbagliati, strategie annunciate e poi messe da parte, errori strategici e scelte fatte senza cuore ma con l’unico intento di imbonire la piazza.
E come in ogni crisi che si rispetti, arrivano le prime voci di esonero ai danni di un allenatore catapultatosi in quel di Milano solo qualche settimana fa, che si è trovato tra le mani una squadra a dir poco disastrata: in pochissimo tempo per i giornali è passato da essere “la cura a tutti i mali del Milan” a diventare il capro espiatorio, già in bilico e obbligato a dimostrare tutto in due partite. Le prossime. Altrimenti si tratterà di esonero.
È così comparso il decalogo degli errori di Seedorf, a detta di alcuni giocatori del Milan, che qui vi ripropongo:
1. Riunioni per reparto
2. Colloqui con lo psicologo
3. Allenamenti solo di pomeriggio
4. Troppe interruzioni durante le sedute
5. Giocatori fuori posizione
6. Troppa attenzione a Balotelli
7. Scarsa malleabilità nelle scelte
8. Fascia di capitano distribuita a caso
9. Ritardo in hotel dopo la partita con l’Atletico
10. Ritiro insensato dopo Lazio Milan
Ho letto e riletto questo stravagante decalogo e mi sono sentita presa in giro. Con tutti i problemi che affliggono la squadra e soprattutto la società, sono davvero queste le colpe che imputiamo all’allenatore? Qualcuno può seriamente pensare che qualcuno avrebbe potuto fare meglio arrivando a gennaio in una situazione come questa? Lo spogliatoio diviso, le inimicizie, le esagerazioni avranno di certo contributo al disastro, ma non quanto la poca “fame” di vittore di alcuni giocatori e soprattutto la grave confusione societaria di questa squadra, senza un progetto sul futuro e senza alcun investimento.
L’idea di una squadra costruita sui giovani è naufragata troppo in fretta anche solo per crederci, subito sostituita da una strategia basata sugli acquisti a parametro zero, che ci hanno portato al punto di oggi. Serve chiarezza, serve dialogo tra le parti della società e serve un presidente a cui stia di nuovo a cuore il futuro di questi colori, disposto a costruire una strategia definita per tornare in pochi anni al punto di partenza. O che almeno si circondi di persone che desiderino farlo. C’è bisogno di uno strappo, un cambio netto, una svolta; e se la vittima sarà qualcuno che in tanti anni di Milan ha dato il massimo (quasi sempre, un po’ meno negli ultimi anni), dovremo essere pronti a compiere questo sacrificio. Il decalogo, Seedorf, Balotelli, Galliani, le creste: non sono questi i problemi di una squadra che ha perso la propria identità, la propria storia, il proprio blasone. Una squadra che ha perso sé stessa.
1 commento
Il Milan sta implodendo. Poteri forti (o presunti tali) si contrastano a vicenda fra di loro.
Ma almeno per quello che riguarda la rosa, non ci stupisce nulla. Sapevamo essere una rosa involutra fisicamente, mentalmente e a livello disciplinare.
Quando il Milan vinse lo scudetto al primo anno di Allegri dissi. Il Milan ne uscirà distrutto.
Il Milan ne è uscito distrutto da quegli anni. Qui non si parla nemmeno più di questione tecnica. Qui si parla di un gruppo che pretende di fare i cazzi propri in toto nella totale anarchia senza il minimo rispetto per l’ allenatore.
Perchè i giocatori sono abituati così?