Dalle palline da ping pong agli investitori stranieri. Non sono mancate le chiacchiere intorno al Milan in queste ultime ore. Ha creato scalpore la notizia arrivata nientepopodimeno che dall’agenzia Bloomberg della cessione di una quota che possa rappresentare la maggioranza delle azioni del Milan. Notizia presto smentita dallo stesso Berlusconi, ma che non riesce ad insabbiare le voci che si rincorrono ormai da mesi. Di certo non esiste nulla, tranne i viaggi di alcuni emissari di Fininvest per tastare il terreno su una possibile vendita di parte dell’azienda. Pare che ad oggi l’intento della famiglia Berlusconi sia quello di permettere a investitori stranieri di entrare nel Cda, mantenendo però la maggioranza del club. Azionisti che potrebbero diventare sponsor per evitare pretese di manovra irrealizzabili. L’aver soffiato il progetto del nuovo stadio all’Inter rientrerebbe in questa strategia societaria.
Non sono solo le bollenti questioni societarie ed economiche a dover essere spente, ma di nuovo, come al solito, l’ennesimo caso Balotelli. Il suo terzo forfait di fila contro la Juve in due anni ha fatto storcere il naso a qualche tifoso di troppo e la foto pubblicata su twitter con racchetta da ping pong alla mano e aria da sfida non ha fatto altro che accendere la miccia della polemica: critiche, illazioni e una lunga serie di giustificazioni e nuovi attacchi di Balo contro giornalisti e tifosi che hanno messo in dubbio la sua buona fede. La reazione di Mario non si è fatta attendere insomma e non è di certo stata apprezzata dalla società che l’avrebbe definita “fuori luogo”. Giudizio a cui Balo risponde in fretta affermando di non credere nell’arrabbiatura del club e dichiarandosi mancino, impossibilitato quindi a giocare con il braccio infortunato.
Io non credo che un giocatore come Mario tema o preferisca non giocare una grande partita come quella contro la Juventus e soprattutto non credo si prenderebbe gioco di tifosi e società postando volontariamente foto mentre gioca a ping pong con una spalla malconcia. Mario sta guarendo, ha commesso l’ennesima ingenuità con un gesto infantile, da ragazzino, ma soprattutto non credo che in una partita come quella contro i bianconeri la presenza di Mario avrebbe cambiato qualcosa. Domenica sera la fortuna non è stata di certo dalla nostra parte e la palla non sarebbe entrata probabilmente nemmeno con un miracolo. Quindi mi rivolgo a tifosi e giornalisti: basta processi sommari e condanne implacabili ad ogni tweet o foto postata da Mario e basta provocare un ragazzo che, è risaputo, non possiede una grande capacità di controllo. Ma soprattutto Mario, basta twitter, senza vivrai sicuramente meglio.
2 commenti
In effetti questi giornalai italiani avrebbero anche rotto il cazzo! Tutto quello che riguarda Balotelli fa notizia, pure una goccia sul bordo del vaso quando va a pisciare! Ha risposto benissimo culonio: http://www.milannews.it/altre-notizie/seedorf-sta-con-balo-chi-se-ne-frega-se-gioca-a-ping-pong-138386
Stop!
Mi sia consentito, invece di parlare di discorsi da lavanderia automatica, di parlare della questione più importante che riguarda il team Milan: LO STADIO.
Il problema stadio va trattato con grande serietà. Lasciare all’Inter lo storico campo, eretto sulla cripta del Santo, non è cosa di poco conto e forse equivale ad una nuova scissione in parte simile a quelle che diede origine all’Ambrosiana Internazionale.
Tant’è…loro, gli ‘intertristi’, vivono e a volte speculano sulla grandezza altrui. E’ il loro ‘tristo destino’. Ma il Milan è altra cosa…il team Milan a suo tempo deluse i tifosi rossoneri perché permise che lo storico campo del Milan assumesse il nome di una bandiera dell’altra squadra di Milano.
Si tradì la storia rossonera protagonista dei cambiamenti, dal Trortter a San Siro, del terreno di gioco. La ‘casa’ del Milan era sacra e rappresentava quella passione di cui i popolani milanesi ed i milanisti erano orgogliosi.
Lo stadio di proprietà dovrà rimanere la sede dove gioca soltanto la squadra rossonera. Non vogliamo comproprietà e/o peggio intestazioni del nome dello stadio a bandiere di altre squadre.
Se così sarà si dia inizio alle pratiche per la costruzione del ‘Berlusconi Stadium’.
Questo però non potrà essere un alibi che distrae dalla costruzione di un Milan all’altezza della sua storia, della sua fama e della sua tradizione.
In futuro la società non potrà più permettersi, dal punto di vista agonistico e sportivo, lo squallore dei risultati di questa stagione.