E’ tempo di Balo

281969_heroaC’è un tempo per le critiche e un tempo per gli incoraggiamenti. E penso che sia arrivato il momento di passare dal bastone alla carota nei confronti di Mario Balotelli. È innegabile che Supermario abbia sbagliato troppo spesso da inizio stagione ad ora; ma è anche innegabile come in un momento di crisi e difficoltà come quello che sta passando il Milan, sia lui la chiave per dare una svolta alla classifica. È Balotelli il goleador, il campione di questa squadra. Non sarà di certo un nuovo Ibrahimovic, e forse non lo diventerà mai, ma nel campionato italiano di oggi rimane senza dubbio uno dei migliori.

Il Balotelli visto in campo con la Nazionale è un giocatore che si impegna, che non si risparmia, un giocatore che sta attraversando un periodo difficile, ma che sta facendo di tutto per uscirne. E di certo non gli mancano le qualità per farlo. La società non è stata docile con lui: all’ennesimo colpo di testa, allenatore e dirigenti non hanno nascosto il rammarico e l’irritazione in pubblico, quindi posso immaginare come sia stata trattata la faccenda in privato. Gli hanno tirato le orecchie, se così si può dire, e Mario è andato in crisi.

È a secco di gol da ben 5 giornate, 62 giorni, da quel Milan-Napoli in cui segnò la rete della momentanea speranza rossonera, spazzata via dai due gol degli azzurri e culminata con la rabbia di Mario: il gol è proprio l’unico antidoto a questo calo, l’unica via per uscire dal tunnel. Ieri sera, in occasione della celebrazione dei 10 anni della onlus Fondazione Milan, Mario non ha nascosto le sue difficoltà attuali, ribadendo come si trovi “in una situazione dove non gli è permesso di essere normale. In questo ambiente non è permesso fare le stesse cose degli altri della mia età. Non ci si può distrarre, devi fare le cose dei grandi. Ci sono tanti occhi puntati addosso, ma non me ne frega niente. Migliorare il carattere? Va bene così, sono tranquillo, molto più rispetto a qualche anno fa“. Parola di Mario. Mario che per rientrare nei ranghi ha anche rinunciato a quella cresta ormai diventata una sorta di simbolo di frivolezza e superficialità. Le mie parole non vogliono diventare un’apologia del personaggio Balotelli, ma vogliono soltanto sottolineare i progressi fatti fino ad ora, aspettando quel gol che faccia tornare Balo quello che è. L’unica possibile cura alla malattia di questo Milan.