Sabato 1° febbraio, ore 20.45, San Siro. Torna di scena il massimo campionato italiano, e stavolta è il Torino di Ventura a far visita al Milan di Seedorf.
Dopo l’indegna gazzarra finale della partita di andata, con i titoloni dei giornali della mattina dopo tutti a favore del Torino “scippato” -copione a cui siamo abituati, almeno dall’aprile 2013- questa è una partita da vincere. L’oscenità del livello raggiunto dopo quella partita è difficile da raggiungere e ha superato quella del “terzi sul campo” proveniente da Firenze. Ricordiamo cosa successe: sul 2-1, al terzo minuto di recupero, Larrondo (precedentemente infortunato e rialzatosi) viene invitato dal solito tecnico Ventura a restare a terra in modo da fermare il gioco. L’arbitro non lo ferma e sull’azione assegna un rigore, poi trasformato da Balotelli, per fallo netto su Poli. Non l’avesse mai fatto! Il popolo delle magliette “rigore per il Milan” si scatena con il solito frasario: Milan merda, che schifo questo calcio, Galliani ha fatto la chiamatina, sapete solo rubare, eccetera. Senza contare le patetiche lamentele del solito Ventura, che però si dimentica –che strano– del fallo da espulsione di Bovo su Kakà, sull’1-0. Fallo per cui il brasiliano si fa male per davvero, aggiungerei.
Comunque il Torino di quest’anno è squadra non da sottovalutare, e lo dimostrano i 32 punti ottenuti finora, a un passo dalla zona Uefa. 4 punti avanti a un Milan che si sta rialzando dopo le prime due partite della gestione Seedorf. I granata sono una squadra non fortissima a livello di nomi -l’unico nome “forte” è quello di Alessio Cerci, in ballo per un posto in Brasile e alternativa a Taarabt prima del suo acquisto- ma dal gioco corale e di successo. Il 4-2-4 ideologico del vate granata dalla memoria “selettiva” si è trasformato in un efficace 3-5-2 quasi alla Conte. Che stasera vedrà tra i probabili titolari: Padelli; Maksimovic, Glik, Moretti; Darmian, Basha, Vives, Farnerud, Masiello; Cerci, Immobile. 4-2-3-1 invece per il Milan, marchio di fabbrica di questo inizio dell’era Seedorf, con: Abbiati; Abate, Rami, Mexes, De Sciglio; Montolivo, De Jong; Honda, Kakà, Robinho; Pazzini. Fuori Balotelli per squalifica, restano in panchina i neo-acquisti Essien e Taarabt, e va addirittura in tribuna Poli.
Il resto della giornata vede, nel tardo pomeriggio di oggi, Bologna-Udinese e Cagliari-Fiorentina. Domani, invece, alle 15 il grosso della giornata, con Atalanta-Napoli e Roma-Parma a spiccare sul resto delle partite. La giornata si chiude con le due gare clou; Juve-Inter domenica sera, e il derby della Lanterna Genoa-Sampdoria lunedì sera, dopo il rinvio (era originariamente previsto per oggi alle 12.30). Doppia sfida Milano-Torino e una stracittadina sempre spettacolare come quella di Genova, quindi. Senza trascurare il fatto che prosegue la lotta a distanza Roma-Juve, con i giallorossi attualmente dietro di 6 punti ma usciti ulteriormente rinforzati dal mercato di gennaio. Vediamo se il classico “non c’è due senza tre” vale anche per il Milan di Clarence Seedorf.