Una partita indecente parzialmente recuperata con la solita fiammata finale. Un Milan che è sceso in campo per chiudere il discorso Champions e si è trovato ad iniziare la partita con la solita flemma e la solita calma piatta iniziale delle ultime partite. L’Inter ha iniziato subito forte con pressing alto e portando molti uomini in area, un po’ come la Juventus con l’Atletico conoscendo i nostri punti deboli. Il risultato è che il primo tempo è un 1-0 Inter facilmente intuibile con l’Inter che si è divorata altri due gol. L’Inter è entrata in campo per giocare un derby, il Milan no e cosa ancora più grave il Milan è stato messo sotto nella stessa maniera in cui è stato messo sotto all’andata.
Abbiamo resuscitato i morti. Per battere l’Inter non ci voleva poi tanto – ci è riuscito l’Eintracht, ci è riuscito il Cagliari, ci è riuscito il Torino. Ci vuole corsa e ci vuole pressing che abbiamo subito invece di fare. Il Milan è sceso col solito copione che con Sassuolo e Chievo e i gol su rimpalloni e mischie varie ti può andare bene, con l’Inter no. Quale squadra della Champions League, dal Real Madrid al Bate Borisov fa un gioco del genere? Ma nemmeno il Chievo. Partiamo da questo – partiamo da una squadra totalmente passiva che attacca con pochissimi uomini e tira fuori le palle solo quando è costretta ad attaccare e l’avversario glielo concede.
La partita di oggi si poteva leggere e si poteva vedere – se lo si voleva fare – nelle vittorie contro Chievo e Sassuolo. Se invece ci si è voluti trincerare dietro il ‘rosikate kattusoh è terzoh‘ ecco che il risultato del derby appare sorprendente ma così non è. L’atteggiamento dell’entrata in campo nel primo tempo e nel secondo tempo è gravissimo ed è figlio del timore, della paura insinuata dall’allenatore a questa squadra attraverso un gioco eccessivamente passivo e di difesa. L’Inter ha mille problemi, soprattutto con le piccole, ma Spalletti a differenza di Gattuso sa preparare queste partite perlomeno sul piano dell’intensità – e vedrete che farà bene anche le prossime contro Lazio, Atalanta e Roma più facili da preparare per l’Inter rispetto a quelle col Cagliari.
Se vai in campo senza un piano tattico o se vai in campo pensando di avere due risultati su tre queste partite non le vinci mai. E’ chiaro mai come oggi che le vittorie contro piccole sono più merito dei colpi individuali di Piatek anche e soprattutto considerato che il Milan segnava molto più degli expected goals creati. Non è un caso che la ripresa del secondo tempo è figlia soprattutto della ripresa di Suso – pessimo nel primo.
Male Romagnoli, colpevole di due su tre gol subiti. Male Rodriguez ad ogni derby uomo in più dell’Inter. Male Calhanoglu che passa per fenomeno per ‘averci provato’ come un Borini qualunque ma i suoi palloni erano tutti tentativi di giocata individuale senza coinvolgere i compagni o tirando a caso da fuori. Ma il vero responsabile di questa disfatta non stava in campo ma in panchina.
Questa sarà una partita che lascerà contraccolpi pesanti sul piano psicologico e sarà una partita dopo la quale avremo un calendario molto difficile. Potrebbe essere il Game Over in un senso o nell’altro: la speranza è che dietro – dove vedo molto bene la Lazio – qualcuno crolli perché i settanta punti con le nostre sole forze non siamo in grado di raggiungerli. Comunque vada il Milan a fine stagione non può continuare con questo allenatore in grado di far ben figurare pure il Bate Borisov e mi aspetto che una dirigenza competente come l’attuale lo sappia benissimo.
Il quarto posto con questa Lazio lanciata rimane molto, molto difficile. E passa sicuramente per una ristrutturazione della squadra ed un gioco che non passi dalla solita marea di retropassaggi al portiere, lo zero pressing sull’avversario, gli esterni che non crossano e la punta abbandonata a se stessa. Passi da un gioco insomma degno di quello di una squadra che vuole andare in Champions League ed ambire a rimanerci. E al momento non vedo come Gattuso sia in grado di produrlo.
P.s. ci avevano raccontato che lo spogliatoio era unito. Sapevamo che era una balla, ma stasera si è visto in mondovisione.
MILAN – INTER 2-3
MILAN: G. Donnarumma, Calabria, Musacchio, Romagnoli, Rodriguez (dal 57′ Cutrone); Kessiè (dal 69′ Conti), Bakayoko, Paquetà (dal 45′ Castillejo); Suso, Piatek, Calhanoglu. A disp.: A. Donnarumma, Reina, Abate, Caldara, Conti, Laxalt, Zapata, Bertolacci, Biglia, Borini, Castillejo, Cutrone. All.: Gattuso
INTER: Handanovic; D’Ambrosio, De Vrij, Skriniar, Asamoah; Gagliardini, Brozovic (dal 73′ B. Valero), Vecino (dal 91′ Ranocchia); Politano (dal 84′ Candreva), Lautaro Martinez, Perisic. A disp.: Padelli, Berni, Ranocchia, Cedric Soares, Dalbert, Borja Valero, Keita, Candreva. All.: Spalletti
AMMONITI: 13′ Brozovic (I); 31′ Rodriguez (M); 66′ Romagnoli (M); 79′ Vecino (I); 80′ Suso (M); 88′ Conti (M).
ESPULSI: Nessuno
MARCATORI: 2′ Vecino; 51′ De Vrij (i); 57′ Bakayoko (M): 68′ Lautaro (M): 71′ Musacchio (M)
RECUPERO: 2′ p.t.; 6′ s.t.