Brasile – Germania 1-7: il Minerazo

BsDYDIoCIAAElfjCredo di non esagerare scrivendo che questa sera abbiamo assistito ad una partita che passerà alla storia del calcio, forse la principale per quanto riguarda i mondiali. Il Brasile perde male, perde nel mondiale di casa con la peggior sconfitta di tutti i tempi della storia brasiliana, lo fa in una giornata storta e lo fa contro il peggior avversario possibile in questi momenti – ovvero la Germania che aveva già umiliato il Portogallo nella fase a gironi.

E’ una sconfitta che arriva a ridimensionare anche il Maracanazo, non è un episodio – è un’umiliazione sul piano del gioco. E’ un’umiliazione subita in casa in una partita che non è mai esistita perché dopo 30 minuti la Germania l’aveva già chiusa. Il Brasile non era favorito – era arrivato qua e poteva crederci solamente per motivi ambientali e con qualche aiutino. Poi ci si è messo Scolari che nonostante avesse avuto davanti agli occhi la partita dell’Algeria non ha avuto il coraggio di fare una partita di contenimento e se a questo aggiungiamo le assenze per motivi diversi dei tuoi giocatori più forti.

In una sola serata sono venuti al pettine e lo hanno fatto nel modo peggiore possibile. Il Brasile è parso nudo, come quello visto contro Croazia e Messico, se non peggio. Sono apparsi tutti i giocatori mediocri convocati (a parte qualche giornalista dall’alta gradazione alcoolica che descrive Fred come vero campione, più forte di Balotelli) per tenere fuori Robinho, Kakà, Ronaldinho… gente sicuramente tecnicamente migliore di questa ma che avrebbe avuto un certo peso nello spogliatoio. La vittoria della Confederations – che il passato dovrebbe indicare come rilevante fino ad un certo punto – ha inoltre illuso oltre ogni limite. Ho sempre detto che il Brasile non avrebbe vinto a meno di aiutoni – già mi stupiva che fosse arrivato fino qua e la scoppola ricevuta ha indicato che ad un certo livello questo Brasile non ci può stare. Ah, e siccome tutto va male, Klose ha anche tolto al Brasile il record di Ronaldo con il record storico di gol ai mondiali – tenete comunque d’occhio Muller perché ho idea che rimarrà in casa.

La Germania vola quindi in finale, probabilmente da favorita anche se sono convinto che il campione del mondo uscirà domani sera. Una vittoria così larga può essere addirittura controproducente inducendo i tedeschi a rilassarsi nascondendo i problemi che anche loro hanno avuto con Ghana, USA ed Algeria. I problemi più gravi sono comunque per i Brasiliani che sabato sera dovranno ricomporre il gruppo e giocare un’altra partita – stando così le cose si rischia un’altra scoppola. Arrivasse dall’Argentina, poi, sarebbe forse più imperdonabile di quella di stasera.

BRASILE-GERMANIA 7-1 (5-0)
MARCATORI: 11′ Muller, 23′ Klose, 24′, 26′ Kroos, 29′ Khedira, 69′, 79′ Shurrle, 90′ Oscar
BRASILE (4-2-3-1): Julio Cesar 5; Maicon 3, Dante 2, David Luiz 2, Marcelo 2; Luiz Gustavo 4, Fernandinho 4 (46′ Paulinho 5); Hulk 4 (46′ Ramires 5,5), Oscar 4, Bernard 3; Fred 2 (69′ Willian 5). Ct.: Scolari 1.
GERMANIA (4-3-3): Neuer 7; Lahm 7, Boateng 6.5, Hummels 7 (46′ Mertesacker 6.5), Howedes 6.5; Schweinsteiger 7, Khedira 8 (76′ Draxler s.v.), Kroos 8; Muller 8.5, Klose 7.5 (58′ Shurrle 7.5), Ozil 6.5. Ct.: Loew 7.5.

1 commento

  1. Inutile dire che avevo dichiarato prima il possibile fallimento di un Brasile privo dei suoi giocatori migliori e guidati da un tecnico, o selezionatore che dir si voglia, non all’altezza di quella che rimane, se non la più grande scuola, la più grande fucina del calcio mondiale. Ci voleva un personaggio ignorante e presuntuoso come Scolari per far cadere il Brasile in questo abisso dal quale farà molta fatica a riemergere. ‘Ricardino nostro’ gli sarebbe servito eccome…ma il presuntuoso pensava che Fred potesse diventare il Vavà dei tempi moderni e che un giocatore fragilino, quasi come il nostro Mastour, potesse diventare il nuovo Pelè. Ma lui non è Vincenzo Feola e non poteva costruire o competere con un personaggio che costruì la squadra più forte di ogni epoca calcistica: il Brasile del 1958. Certamente non tutti i giorni nascono, in Brasile, i Djalma Santos i Nilton Santos, i Zito ed i Bellini ed Orlando, con davanti fenomeni autentici come Didì, Vavà e Zagalo supportati dai due giocatori più forti della storia di ogni epoca calcistica: Pelè e Garrincha. Quella squadra era guidata da uno scaltro ischitano trapiantato in Brasile. Il genio italico accoppiato alla scaltrezza napoletana ed alla fantasia tutta di italica proprietà. Un presuntuoso Scolari ed un falso umile Prandelli hanno mortificato le scuole calcistiche brasiliana ed italiana. Gli attaccanti ed i fantasisti brasiliani vivono di ricordi e non hanno tratto alcun insegnamento dall’inserimentoi, nei loro campionati, di giocatori ‘stracotti’ di ritorno oppure provenienti dall’Europa(Seedorf docet per non dire di Ronaldinho, Adriano, Ronaldo etc). I difendenti italiani, da sempre i più forti ed arcigni, come avrebbe detto Brera, mazzolatori planetari si sono confusi con calciatori.comparabili a signorine prestate a quello che gli americani chiamano soccer. Certi calciatori italiani sono apparsi talmente ridicoli da far nascere l’ipotesi comparativa tra un possibile fenomeno nascente, Mastour, e quello che avrebbe dovuto essere, o diventare, il più forte giocatore del pianeta: Neymar. Ma i soloni della nostra stampa, ed i critici della mutua, continuano a sparare castronerie senza avere neppure un minimo di vergogna. Hanno trovato in Balotelli il capro espiatorio, del disastro calcistico italiano, e si sono dimenticati che l’Italia è fuori non per colpa di Mario, che pure ha responsabilità relative al suo carattere bizzarro, ma per aver subito due gol, con la Costa Rica e l’Uruguay, che ai miei tempi non si prendevano neppure nelle sfide tra scapoli ed ammogliati. La scuola dei difendenti italiani è in declino come la scuola degli attaccanti e fantasisti brasiliani? Si… è proprio così. Allora per far fuori questi presuntuosi bastano ed avanzano una Costa Rica ed un Uruguay. Oppure una buona squadra organizzata, alla tedesca, come quella teutonica chiamata Germania. Scusatemi…ma questo non è il mio calcio! Non soltanto perché non sono più nati campioni del carisma di Edison Arantes do Nascimiento, in arte Pelè. Il calcio brasiliano, un po’ come quello italiano, si è rispecchiato in se stesso ed ha creduto che bastava nascere in Brasile per essere considerati attaccanti fenomeni, oppure nascere in Italia per essere considerati i difensori migliori al mondo.

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