Messi – Di Maria: l’Argentina chiama, Lukaku risponde

DV1802603_mediagallery-article

Otto su otto. Al mondiale non era mai capitato. Le prime otto sono passate tutte – in cinque di questi otto casi ci sono voluti i prolungamenti ma i pronostici della vigilia sono stati rispettati. Passano Argentina e Belgio arrivando così a portare nel parco delle prime otto quattro squadre europee, tre sudamericane ed una del nord-centro america.

L’Argentina ha confermato se stessa. Vittoria ancora, ancora con un gol di scarto, ancora soffrendo, e ancora con Messi che mette lo zampino in un gol decisivo – stavolta per l’assist a Di Maria dopo una palla persa da Liechsteiner. E’ stata una partita molto equilibrata, come praticamente tutte quelle che l’hanno preceduta in cui è successo più nei due minuti finali che nei 118 che li hanno preceduti – dopo il gol dell’albiceleste c’è stato infatti un mischione in area che ha visto Dzemaili colpire un palo che ha negato alla Svizzera la possibilità di giocarsela ai rigori (a proposito di Juventini decisivi al mondiale, andatevi a rivedere l’errore di Liechsteiner). Per il resto è stato uno 0-0 divertente, con molte occasioni, soprattutto da parte Argentina e tanto, tanto, tanto Messi mai visto così forte negli ultimi due anni almeno. Le occasioni sono però fioccate anche da parte elvetica con Shaqiri che si è divorato un gol a 6′ dalla fine del primo tempo sfiorando la porta con un pallonetto maldestro – nel finale dei regolamentari, di là, quella più ghiotta l’ha Palacio che non finalizza a pochi passi da Benaglio.

Il destino sorride però ai sudamericani. I supplementari come già accaduto ieri si riducono ad una gara sulla tenuta fisica – e quella degli Argentini pare decisamente superiore. La Svizzera prova a tenere palla, a far passare tempo, a cercare quella maledetta lotteria dagli 11 metri che li condannò nel 2006. Una svizzera decisamente cresciuta dal girone e da quella maledetta partita con la Francia – una Svizzera che forse meritava di più ma si è trovata sui propri passi la squadra destinata a vincere questo mondiale. Peccato ma il destino delle partite ad eliminazione diretta, in fondo, è questo.

Belgio – USA sembra invece la replica di Germania – Algeria trasmessa la sera prima. Una gara giocata più o meno alla pari dove forse i Belgi hanno avuto le loro migliori occasioni senza però concretizzare particolarmente ma la più clamorosa è proprio della squadra a stelle e strisce in chiusura. Almeno fino ai tempi supplementari quando Lukaku fa il suo ingresso in campo spaccando la partita prima con un assist per De Bruyne – poi, poco dopo, ricevendolo dal primo marcatore. Il Belgio sembra quindi in controllo ma la partita cambia radicalmente nel secondo tempo supplementare dopo il gol di Green che ha il merito di arrivare 13 minuti prima di quello Algerino di lunedì sera regalandoci un altro finale al cardiopalma ma non cambiando il vincitore finale. Sarà Argentina – Belgio, domenica sera, a Salvador. Sarà il primo test del Belgio con una “grande” in questo mondiale. Sarà da capire ora il vero valore di questa squadra finora vista contro – ci perdonino – USA, Iran, Russia e Corea del Sud. Sarà un’altra prova per capire se Messi può emulare Maradona nel 1986. A proposito del 1986, andatevi a vedere chi incontrò in quell’occasione l’Argentina in semifinale. Anche questi, in fondo, sono piccoli segnali.