Brasile – Croazia 3-1: il soccorso arbitrale

1256192-27115375-2560-1440Potremmo dire “ci risiamo” ma ormai ai mondiali è abitudine. Un Brasile forse un po’ opaco, sicuramente aiutato e non può essere così quando si vede una gara decisa da un rigore di sana pianta battuto da un giocatore che doveva essere espulso batte una Croazia spuntata che è riuscita a passare in vantaggio su un’autorete di Marcelo e ad andare anche vicino al raddoppio. Il pari arriva sempre nel primo tempo – tiro di Neymar e Pletikosa rivedibile, poi è un rigore negato alla Croazia prima e quello inesistente concesso al Brasile poi a fare la differenza fino al gol di Oscar. Il Brasile, insomma, è stato rimesso prontamente in carreggiata in una partita che, tutto sommato, si può anche definire deludente – non vorrei che questa fosse una prima avvisaglia di un mondiale tipo Corea 2002 in cui la squadra di casa è stata platealmente spinta fino alla semifinale: mi limito a pensare che sia l’ennesimo atto di protagonismo di un arbitro incapace. Chi vivrà, vedrà.

Per il resto si è vista in campo una bella Croazia, spuntata dalla squalifica di Manzdukic ma in cui dietro Vrsalijko non l’ha mai fatta vedere a Daniel Alves, David Luiz dimostra di non valere le enormi cifre che PSG e Chelsea han speso per lui e persino Thiago Silva (che ritengo svalutato di una ventina di milioni dal momento della nostra cessione al PSG) si concede qualche svarione di troppo. La Croazia difende bene, tanto che i brasiliani non entrano quasi mai nell’area avversaria – puntualmente, la prima volta che l’hanno fatto, è arrivato il penalty decisivo.

Resta una partita che ci dice come al Brasile, secondo me, manchi ancora qualcosa per arrivare ai livelli delle altre. La Croazia di oggi è una buona squadra, specie se non deve fare la partita, ma mostra evidenti limiti in porta – da rivedere quando sarà al completo, con il rientro del suo bomber: credo, comunque, che saranno queste formazioni a passare il girone. Due considerazioni in chiusura. Prima: Neymar ha la stessa età di El Sharaawy ma un 92 viene giustamente considerato un giocatore fatto e finito, da noi è ancora un giovane che deve crescere. Seconda: Oscar è un giocatore che ti cambia la partita e, anche oggi, si è visto il suo ingresso decisivo nel secondo tempo. Domani si comincia ad entrare nel vivo, da non perdere Spagna ed Olanda per capire, soprattutto, come sono messe rispetto a questo Brasile.

1 commento

  1. E’ la prima partita, quindi aspetterò le successive per farmi un’idea migliore, ma se questo è il Brasile e Neymar il punto forte, dovranno fare dei carpiati umanamente impossibili per farlo proseguire nel torneo. Riassumeranno in via eccezionale Byron Moreno.
    Giusta l’osservazione sui classe 92 (e successive).

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