Napoli – Milan 3-2: la partita tattica

25 Agosto 2018, Stadio San Paolo.
Il Napoli vince i tre punti in rimonta con rete del subentrante Dries Mertens al minuto 80, ma non deve trarre in inganno il fatto che il Napoli realizzi il gol vittoria a 10 dalla fine dopo essere stato sotto di 2 reti perché il Milan non ha mai dato la sensazione di essere in controllo di questa partita, ne tantomeno di poter controllare e limitare gli attacchi azzurri.

Formazione Napoli                                                                                                                                   
Non ci sono novità rispetto alle anticipazioni della vigilia, con Carlo Ancelotti che per la seconda volta conferma Milik al centro dell’attacco partenopeo, preferendolo a Martens come riferimento offensivo. Esordio tra i pali invece per Ospina.

Formazione Milan                                                                                                                                   
Gattuso conferma i rumours della settimana schierando Musacchio al posto di Caldara al centro della difesa, affermando che l’ex Atalantino proveniendo da una squadra che applica principi di gioco diversi non è ancora pronto, e Borini al posto dello squalificato Calhanoglu sull’ala sinistra.

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Prime fasi                                                                                                                                                          
Ad inizio partita il Milan prova a pressare alto con Higuain su Albiol e Kessie che sale su Koulibaly, lasciando Suso in diagonale posizionale su Mario Rui, male il movimento a scalare del resto della squadra che sale in ritardo e permette al Napoli di uscire sempre abbastanza agevolmente con il possesso del pallone, costringendo il Milan a rincorrere e rintanarsi in uno stretto 4-5-1 sulla propria tre quarti campo. Speculare il modo di pressare del Napoli, con la mezzala che sale sempre sul secondo centrale, mentre i terzini rossoneri sono ingaggiati dalle ali azzurre, sebbene anche il Napoli non produca una pressione efficace i limiti di palleggio del Milan, in particolare difficoltà i terzini e Donnarumma, costringono i rossoneri a non costruire mai l’azione in modo pulito con conseguente effetto a catena sul resto del gioco.

Sovraccarico                                                                                                                                                    
Nonostante le difficoltà di impostazione dal basso del Milan, il Napoli si arrocca in un vantaggio meramente posizionale senza mai un cambio di intensità in grado di mettere davvero in difficoltà i rossoneri, che trovano invece il vantaggio con il sovraccarico di una fascia per attaccare dall’altro lato: lancio di Biglia su Suso a destra che sulla sovrapposizione di Calabria si accentra e va a cercare Borini libero sul lato dove il Napoli difende in inferiorità, sponda perfetta per Jack Bonaventura che al volo infila sotto la traversa.

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Ad inizio ripresa il Milan ripete la stessa giocata, spostando palla da sinistra a destra e trovando in Calabria quello che sembra il rimorchio perfetto per chiudere l’incontro.

Pressing e centrocampo passivo                                                                                                          
Il pressing nel corso delle ultime 10 stagioni è diventato un elemento chiave per tutti i Club di alto livello, determinando la capacità del Club di recuperare palla e quindi di mantenere un’adeguata altezza sul terreno di gioco da cui far ripartire il possesso lontani dalla propria porta, utilizzabile sia come uno strumento offensivo che difensivo. Il Milan al San Paolo non pressa o lo fa dilettantisticamente, in vantaggio di due reti continua a sbagliare i tempi della prima aggressione e torna a sedersi sulla propria tre quarti campo ricadendo nel circolo vizioso di non riuscire a costruire dal basso.
Il Napoli senza mai alzare eccessivamente il ritmo ricomincia a recuperare palloni troppo a ridosso della porta difesa da Donnarumma e sfruttando la totale passività rossonera riporta il punteggio in parità grazie alle incursioni di Zielinski nella zona tra le linee, diventata ormai terra di nessuno.

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Passività manifestata in primis dal centrocampo incapace in fase di non possesso di fornire adeguata copertura alla difesa, che nella coppia inedita Musacchio-Romagnoli ha ben figurato in tutte le situazioni di difesa posizionale.

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Resosi conto dell’inconsistenza del filtro garantito dalla mediana rossonera e dalla tendenza della difesa di restare bassa, Ancelotti fa entrare anche Mertens schierandolo tra le linee e posizionando il Napoli con un ultra offensivo 4-2-2-2 con Milik-Mertens-Insigne e Callejon contemporaneamente in campo, mossa che manda definitivamente nel pallone i giocatori rossoneri che continuano a non trovare le contromisure in quella zona del campo perdendo tutti o quasi i duelli individuali e lasciando la linea difensiva in balia delle avanzate azzurre.

La partita di Zielinski                                                                                                               
Partendo dalla posizione di mezzala sinistra il polacco si mette in evidenza per la pressione esercitata sulla difesa rossonera, per i ripetuti scambi con Insigne e per la capacità di andare od occupare una posizione tra le linee che complice la passività del Milan gli ha permesso di realizzare due reti.

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La partita di Higuain                                                                                                                                   
Spreca una palla gol a fine partita che non è da lui, ma di certo non è colpa sua se passa i 90 minuti precedenti a fare a botte a centrocampo.

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Conclusioni                                                                                                                                                              
Se decidi di giocare passivamente a 60 metri dalla porta avversaria, senza opporre un pressing organizzato o altra forma di difesa attiva, allo stesso tempo accetti di poter prendere 3 gol in qualsiasi momento, indipendentemente da cosa hai fatto nel frattempo. Per lottare per un posto Champions il Milan dovrà prima trovare un gioco più moderno, aggressivo e verticale di quello “sfoggiato” al San Paolo.

A livello di preparazione della partita è quantomeno discutibile non aver preparato una contromisura efficace per gli inserimenti costanti di Zielinski che erano già stati una delle caratteristiche della partita tra Napoli e Lazio.

Il Napoli conferma le doti da incursore di Zielinski, ma la metamorfosi tra quello che era il sistema di Sarri e quello che sarà il nuovo sistema di Carlo Ancelotti comprensibilmente ancora non è stata smaltita, soprattutto sarà da verificare la necessità che ha avuto il Napoli in queste prime due uscite di ricevere lo “schiaffo” prima di iniziare a giocare più concretamente.