Nostalgia Aquilani

Siamo al 22 luglio 2022 e alla voce acquisti nel nostro mercato c’è scritto Origi e i due riscatti di Messias e Florenzi. Adli già era stato preso un anno fa. Le uscite ci sono state e hanno portato soldi, soprattutto per quanto riguarda il riscatto di Hauge – non li hanno portati invece né Kessie, né Romagnoli che così come i due innominabili hanno contribuito 0 alle entrate del club.

Al netto dei riscatti, l’ultimo acquisto del Milan costato più di 10 milioni di Euro è stato Mike Maignan a maggio 2021 – a Gennaio furono spesi quei ridicoli 4 milioni per Lazetic, fotomodello serbo dall’utilità dubbia. Inutile che vi dica che la teoria secondo cui Maldini è garanzia di qualcosa l’ho sempre trovata ridicola – Maldini vuole potere decisionale, stop. 

I fatti parlano, i fatti che dicono che si è vinto uno scudetto nonostante Elliott e non grazie a loro – uno scudetto che per Elliott è forse stato un incidente di percorso in un viatico in cui loro si aspettavano oggettivamente di più. Non è possibile rimanere ad alti livelli ripetendo mercati del genere. Come ho sempre detto lo scudetto è stato vinto nonostante il mercato dello scorso anno che è stato pessimo – si è salvato solamente Maignan, il resto erano riscatti di giocatori già in rosa.

Quel mercato pessimo lo stiamo ripetendo sull’onda di “squadra che vince non si cambia”, sperando di ripetere il miracolo – o meglio di perfezionarlo, visto che saremmo a due mercati pessimi di fila. Tra meno di un mese si gioca la prima partita ufficiale e i problemi ben noti alla rosa rimangono con l’aggravante del buco lasciato da Kessie a centrocampo.

Stiamo inseguendo De Keteleare come fosse Kakà, poi sul giocatore ci siamo noi e forse il Leeds. Lo stiamo inseguendo comportandoci in maniera ridicola, facendo saltare trattative e perdendo mesi per un paio di milioni in più o in meno, facendo forza sulla volontà del giocatore contro un club che non vuole e non ha bisogno di cedere.

Questa cosa è successa con Botman, con Simakan, con Faivre e sta succedendo anche con Sanches. Tutte le volte è ovviamente il club cattivo che non ci dà il giocatore al prezzo che vogliamo noi e non al prezzo che vogliono loro – con la differenza di prezzo che è non più di un paio di milioni. Ora anche basta con le cazzate: pagare moneta, vendere cammello.

L’ultima volta che siamo stati campioni d’Italia arrivarono Mexes (che per la A era un top e infatti due anni buoni li fece), Taiwo (lasciamo stare), Aquilani (no comment), ed El Sharaawy (20 milioni per una promessa). Fu un mercato appena sufficiente che ci portò comunque quasi a rivincere ma non tracciò quel solco che avremmo potuto fare sulle rivali per creare un ciclo.

Oggi il Milan è di fronte ad una sliding door – e non lo dico io, ma Maldini alla Gazzetta – fare quei due colpi pesanti, anche a costo di investire nel bilancio e aprire il gap tra se e le rivali oppure vivacchiare, chiudere in attivo e giocarsela contro due squadre rinforzate con ogni posizione tra la prima e la sesta possibile. La proprietà sembra aver deciso per la seconda.