Ci risiamo. Dopo aver intitolato San Siro a Giuseppe Meazza ed il piazzale antistante ad Angelo Moratti ecco che l’ennesimo sindaco di Milano di colore nerazzurro tenta di tingere di nerazzurro la storia della città Stavolta tocca ai giardini di fronte a Piazza Axum che verranno intitolati in data odierna ad Helenio Herrera, allenatore della grande Inter.
Non è – quindi – la prima volta che Milano cerca di intitolare la sua toponomastica in giusto omaggio e memoria a chi ha fatto grande la città. E’ però l’ennesima volta che Milano dimentica qual è tra le due la squadra che ha meglio portato il suo nome nel mondo vincendo le coppe dalle grandi orecchie. E’ quasi uno schiaffo a metà della città (forse più) – non vedere riconosciuta la sua storia ed i suoi meriti, uno schiaffo troppo importante per non porvi rimedio.
Per questo motivo proponiamo ufficialmente al Comune di Milano di intitolare Piazzale Axum ad un allenatore che ha fatto la storia del Milan e del calcio Italiano: Nereo Rocco. Abbiamo aperto una petizione che trovate a questo link e che chiunque può firmare. Speriamo che il comune di Milano possa ascoltare le voci di tutti i milanesi e – soprattutto – di tutti i Milanisti e porre rimedio a questi tentativi di acquisire importanza cittadina grazie alla toponomastica prima che ai trofei.
7 commenti
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E’ semplicemente vergognose che queste ‘pippe-sindaco’ di colore e fede nerazzurra tentano di rubare a Milano la melanismo espressa da sempre dal popolo dei casciavit, quello dei descamisados in camicia rossa e pantaloni neri , quelli che lasciato il lavoro si avventuravano nelle campagne per raggiungere lo stadio regalato alla loro amata squadra da Piero Pirelli prima dirigente dal 1899 al 1909 e poi presidente del Milan sino al 1929. Gli scapestrati e popolani tifosi rossoneri seguivano il Milan la domenica e poi, terminata la partita si fermavano lungo il percorso dove erano sorte balere improvvisate e ballavano con le le loro ragazze. Cantavano e bevevano vino rosso e parlavano del ‘loro’ Milan. Quelle campagne e quei meandri erano intrisi d’odore milanista ed inebriavano di rossonero chi li percorreva. Un profumo mal recepito la’ nei pressi del centro meneghino dove stanziavano gerarchi e ricconi che tifavano per l’altra squadra…’i derivati’ che con un pretesto si erano scissi dal Milan. Loro, bauscioni si sentivano degli snob ed avevano come rappresentante massimo ‘il Balilla’ che incarnava appieno la loro superbia ed il quasi disprezzo per i popolani milanisti. Ma la’ dalle parti di San Siro ogni filo d’erba era colorato di rossonero. Dopo la partita nelle balere si ballava e si beveva vino. La gioia delle ragazze rossonere esprimeva appieno la felicità di essere milanisti. Come si fa ad intitolare ad altri se non ad artefici dell’inimitabile storia rossonera quei vicoli, quelle piazze e quei giardini? Cosa hanno a che fare gli ospiti, sempre più sgraditi, nello stadio ed in quei rivoli che sanno da sempre di rossonero? Mi sovvien di dire che quelle ‘sinistre-pippe’ devono soltanto vergognarsi come ladri perché vogliono non soltanto violare ma cancellare la sacralità dell vera squadra di Milano: IL MILAN.
Caspita, Mario ! Sembra di essere li’. Bravo.
Come sempre molto gentile Vittorio. Grazie.
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priva di virus. http://www.avg.com
Il giorno 12 novembre 2017 15:01, Disqus ha scritto:
Mi accodo al commento di Mario per rimarcare la parzialità, propria di un tifo vissuto a senso unico, della proposta del sindaco Sala di intitolare ad Herrera un giardino pubblico di Milano. Ricordo, anche se la cosa dovrebbe essere nota a molti, che il grandissimo Nereo Rocco non ha solo e più volte porttao il Milan ai massimi vertici europei, ma, a differenza del “mago”, ha ottenuto ottimi risultati anche in suqadre fino ad allora pressoché sconosciute nel panorama calcistico italiano (vds. Padova), rigenerando vecchi campioni come Hamrin e lanciandone di nuovi come Brighenti e Mariani, anche quando la gente si limitava a definire il suo calcio catenacciaro. Nereo certo era molto attento alla difesa, ma giocava spesso con tre punte nel Padova e nella finale del ’69 di Coppa Campioni schierò una squadra che particada un 4-2-4 molto mobile (Ventura, mi leggi?) con, in avanti, Hamrin, Sormani, Prati e Rivera. Purtroppo viviamo in un’epoca in cui la ragione se la piglia chi comanda e basta, per cui teniamoci pure i giardini Herrera – contro i quali, sia ben chiaro, non ho nulla in contrario – ma vediamo anche di metterci una pezza e di integrare la toponomastica anche con un’intitolazione al “Paron”. Sulle “sinistre pippe” evocate da Mario, dico soltanto che se Sala è di sinistra io dovrei essere, grosso modo, un terrorista, giusto per trovare una collocazione che mi distanzi adeguatamente dall’altro, il che sarebbe ridicolo. Per carità, non mettiamola in politica altrimenti combiniamo macelli, dato che la “toponomastica” politica di questi ultimi venticinque anni ha compiuto manomissioni ben più gravi e profonde sul significato stesso della terminologia in uso. Comunque sia, sempre forza Milan e, per me, sempre Nereo nel mio cuore.
Fabo ti dico soltanto che la sinistra ideologica è troppo importante, in funzione ed al servizio del popolo e dei popolani. per essere nel comprensorio di un ‘ignorante pippone’ com’è il sindaco Sala. I sinistri, nella mia critica dialettica, sono degli accidenti e Sala è un sinistro più che un uomo che conosce l’ideologia della sinistra storica e culturale che ha radici profonde a Milano ma che non è nemmeno lontana parente degli ultimi sindaci interisti e pipponi che Milano ha avuto la disgrazia di vedere. Questo per la precisione perché io guardo alla politica da un punto di vista culturale e storico e non mi interessa chi utilizza la politica come mezzo per arrivare al potere!
Vogliamo anche aggiungere che i “caffè” di Helenio Herrera avevano una certa fama e sortivano un effetto molto particolare?
Già amico mio ed in questo sono sullo stesso piano degli ‘agricoli torinesi’ ps Basta leggere il libro di Ferruccio Mazzola!