Assistere ad una partita del Milan è diventata ormai un’attività sconsigliata a cuori sensibili. Anche contro il Palermo, che ha smesso di giocare a calcio un mese fa, la squadra di Inzaghi è stata relativamente incapace di gestire (il vantaggio acquisito) e di far valere una superiorità (di motivazioni) che, almeno sulla carta, pareva scontata.
Ma il mantra, come abbiamo appreso, è : soffrire, soffrire, soffrire. Ed allora, evidentemente, bisogna soffrire, soffrire, soffrire. Soffrire anche quando si va in vantaggio. Soffrire soprattutto quando si va in vantaggio. Soffrire proprio perché si è andati in vantaggio. Una circostanza che, quest’anno, si è verificata non raramente.
La partita di sabato contro il Palermo ha reso evidente ai miei occhi un dato che indubbiamente è già evidente a molti da molto tempo. Non è che ignorassi – stupidamente e ingenuamente – il problema. Semplicemente però, sabato scorso, nel buio della sofferenza, una verità si è palesata nella sua triste lucentezza.
E, come l’ultimo (e anche il più sfigato) degli scopritori, ho scoperto l’acqua calda : in questo Milan pesa maledettamente l’assenza totale del centrocampo.
L’illuminazione socratica, il parto maieutico, è avvenuto pochi minuti dopo l’inizio del secondo tempo. E la sofferenza per il travaglio (un’altra sofferenza) è perdurata fino al termine della partita. Dopo poco più di un tempo, la squadra sembrava composta da quattro difensori (più De Jong, che Inzaghi ha messo a ringhiare sulle caviglie di Vazquez) e da tre attaccanti : l’anarchico Menez, il redivivo Cerci e l’appestato Destro, che evidentemente deve aver offeso pesantemente le mamme dei suoi compagni, altrimenti non si spiegherebbe perché non gli arriva un pallone neanche per sbaglio.
Al centro del campo, fisicamente, c’era il vuoto. Un buco nero paragonabile a quello con cui Nicki Minaj si guadagna da vivere.
Le conseguenze sono molteplici, oltre che fastidiosamente banali, oltre che sicuramente gravi. Se il Milan infatti deve proporre il proprio gioco, deve necessariamente affidarsi alle giocate dei singoli attaccanti, chiamati a giocare lontani dall’attacco (e il pesciolino Menez ci sguazza in questa situazione). Se il Milan deve difendersi, manca pericolosamente il filtro dei centrocampisti e gli avversari avanzano indisturbati fino al limite della difesa.
Nell’uno e nell’altro caso (e una partita si compone necessariamente dell’uno o dell’altro) è una sofferenza. Un’altra sofferenza.
Dopo l’addio (sofferto) di Nesta e la partenza (ancor più sofferta) di Thiago Silva, il problema del Milan era la difesa. E non passava giorno senza che si parlasse dei problemi difensivi di questo povero diavolo. Oggi, con un Diego Lopez in più, e un reparto difensivo che sembra aver trovato una certa quadratura (tappate le orecchie ai bambini : la coppia Paletta-Mexes a me non dispiace), il problema si è spostato qualche metro più avanti.
Se è vero che il campionato si vince a centrocampo, è vero anche che può benissimo accadere di avere la miseria d 41 punti dopo ventinove giornate proprio per colpa dello stesso.
Dopo ventinove giornate, quindi, ho scoperto l’acqua calda. Ora devo solo capire se sia colpa dell’inadeguatezza dell’allenatore o colpa dell’inadeguatezza dei giocatori.
4 commenti
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Si amico mio il centrocampo è il vero cruccio di questo Milan! Da li parte lo spunto del mio eterno astio nei confronti di chi ha avallato la cessione di Andrea Pirlo. Non era la temporanea presenza di Van Bommel che si è prolungata di un anno che poteva sopperire al regalo fatto inopinatamente alla ‘giuve’. Allegri dichiarò, ora si può pensare in maniera interessata, che Pirlo non serviva al Milan. I risultati dell’indebolimento del centrocampo partirono anche dalla mancata adeguata sostituzione di Gattuso ed Ambrosini. Il Milan aveva in casa l’oro e lo ha scambiò con il ferro. De Jong non poteva sostituire Van Bommel e tanto meno Pirlo. Poli non è Gattuso e Bonaventura non può essere spacciato per Ambrosini. Cristante è stato ceduto ed i ragazzi delle giovanili non vengono neppure provati. Van Ginkel è già infortunato. Montolivo si è fatto male in nazionale e non è stato sostituito . Muntari ed Essien sono oramai dei turisti in vacanza in Italia. Iattura o dabbenaggine nelle scelte tecniche dei giocatori? Un poco l’una ed un poco l’altra. Bisognava cambiare ma senza ‘danè’ non si va da nessuna parte. Si amico mio il centrocampo non soltanto è la fonte delle vittorie ma è sempre stato fondamentale in qualsivoglia Milan che io abbia mai visto giocare.
Vabbe’ 18Maggio , sappiamo tutti che ami impostare i discorsi in questo modo ma non ci dire che scopri adesso il problema del centrocampo . Oltretutto fai torto ( faccio come te ) a quanti abbiamo lamentato in tutte le salse queste carenze . Ci avrai letto di sicuro . Di Pirlo regalato , di Montolivo sopravvalutato , di Poli ottima riserva , dei ghanesi in vacanza italiana . E forse anche delle considerazioni di chi scrive circa la oppurtunita’ di giocare col modulo Conte il,3/5/2 della Juve . Ma questa e’ tutta dietrologia . Oggi mi sembra invece di scoprire anche io un nuovo problema . A noi giova impiegere Bonaventura a centrocampo , non se ne puo’ fare a meno . Ma sembra che lui si sia montato un poco la testa e si ritenga un novello Rivera , cosa orribilmente sbagliata . Pensaci a tempo Pippo .
Il centrocampo del Milan è composto da due uomini di spessore internazionale come De Jong e Montolivo, la sorpresa Bonaventura ed un buon prospetto come Poli.
Il problema non è di uomini, ma tattico. De Jong non può giocare davanti alla difesa. Il Milan ha fondato una rimonta scudetto mettendo in quel ruolo Montolivo.
Il Capitano va preservato al meglio – a questo proposito Inzaghi lo ha malgestito, forzando rientri da infortuni che ne han provocato altri.
Diavolo , tu dici Montolivo come Pirlo , De Jong come Gattuso e Bonaventura come Seedorf . Nessuno dei nuovi e’ all’altezza dei vecchi ma ci potrebbe stare.
Il problema e” che alcuni , e tu per primo , avete forzato senza criterio il rientro di Montolivo e,la cessione di De Jong . Ci e’ costato molto e speriamo che si vada piu’ prudentemente nel futuro . Certo mi dirai che tu scrivi parole ma non hai alcun potere e chi sceglie e ‘ Inzaghi ( con Galliani ) . Giusto . Anche io parlo e nessuno mi ascolta . E’ il nostro destino di tifosi .