Sono tanti i motivi che renderebbero necessario un cambio di allenatore ma, nonostante tutto, Inzaghi è rimasto attaccato alla panchina rossonera. Dopo la partita con l’Hellas la posizione del mister è stata in bilico, forse come mai prima, ma l’assenza di valide alternative ha concesso a Pippo un’altra chance.
Dopo le partite abbastanza orribili contro Empoli, Cesena, Chievo ed Hellas tutti quanti pensavamo che sarebbe stato allontanato l’attuale allenatore perché la squadra non ha mostrato alcun passo in avanti, anzi. Il problema che più di altri salta agli occhi è la scarsa condizione fisica.
I giocatori, infatti, sembrano veramente impossibilitati a correre intensamente per buona parte dei 90 minuti e questo inevitabilmente ti porta ad arretrare e a concedere innumerevoli occasioni da rete agli avversari. Poi con quella difesa che ci ritroviamo tutto diventa più facile per gli altri. Il goal del definitivo 2-2 siglato da Nico Lopez è l’emblema della nostra stagione. Un mix di sfortuna, distrazione, errori individuali e di squadra. Subire un goal al 94′ è sicuramente un episodio sfortunato ma non possiamo non sottolineare l’errore difensivo commesso da Bocchetti e Mexes, i quali hanno peccato di comunicazione.
Ma aldilà di questo, l’errore più grave che proprio non va giù è stato il cambio Pazzini – Bocchetti. Ad un quarto d’ora dal termine della partita, Inzaghi infatti sostituisce l’unica punta in campo, oltre alla fantomatica punta Menez, per inserire un terzino sinistro e spostare Antonelli a centrocampo.
Un suicidio tattico e psicologico, dettato forse dalla necessità di portare i tre punti a casa ma che non ha fatto altro che alimentare la pressione della squadra avversaria, che poi giustamente ha trovato il goal del meritato pareggio. Una mossa del genere, così troppo difensivista, è stata fatta tante volte da Inzaghi, implicitamente e esplicitamente. Ad esempio contro il Torino, quando inserì Alex per Menez anche se, a dire la verità, eravamo in dieci.
Gli errori commessi dal nostro mister sono stati tanti, questo è certo. Ma anche chi lo circonda non è stato in grado di aiutarlo, a partire dall’eterno vice Tassotti, dallo staff e dai giocatori stessi. La scarsa preparazione fisica, per esempio, non può essere attribuita a Inzaghi, o meglio non solo a lui. Tutti i preparatori atletici dovrebbero fare un “mea culpa” per la preparazione imbarazzante e per i continui infortuni muscolari.
In questi casi, in qualunque squadra del mondo, paga per tutti l’allenatore ma la nostra società ha deciso di confermarlo, forse perché non convinceva l’economica ipotesi Brocchi o forse, ipotesi più plausibile, mancano i soldi per mettere a libro paga un nuovo allenatore.
Storicamente Berlusconi non è un mangia allenatori (sono stati solo quattro gli allenatori esonerati in ventinove anni di presidenza) ed ha quasi sempre avuto ragione. Certo caro Galliani, il settimo posto oggi è pura utopia, non tanto per i punti che ci mancano ma per il gioco, anzi per il non gioco che facciamo.
Finiamo la stagione con Inzaghi a questo punto, dunque, così da rifondare tutto l’anno prossimo per l’ennesima volta. Un allenatore di spessore, uno staff atletico – sanitario di primissimo ordine, una rosa super competitiva, un innesto di nuovi capitali nella società rossonera.
Cosimo Chieco – AmazingMilan.net
1 commento
Finiamo la stagione con Inzaghi a questo punto, dunque, così da rifondare tutto l’anno prossimo per l’ennesima volta. Un direttore tecnico plenipoteziario , un allenatore di spessore, uno staff atletico – sanitario di primissimo ordine, una rosa super competitiva, un innesto di nuovi capitali nella società rossonera.