Destinazione Berlino: nel segno di Thiago

Prime quattro partite del ritorno nella fase a eliminazione diretta di Champions League. Tanti gol e tante sorprese, due dettate da punteggi larghissimi, una da una clamorosa eliminazione, la quarta da un’impresa sfiorata.

Andando con ordine, il successo per 3-4 dello Schalke 04 al Bernabeu forse è il risultato più imprevisto della due giorni europea. Più delle goleade di Oporto e Monaco, forse perché la corazzata di Ancelotti -di cui ora mezza stampa spagnola chiede la testa- dopo aver perso il primo posto in Liga a vantaggio del Barça ha rischiato grossissimo. A queste latitudini basta perdere 3 partite delle ultime 7 per essere in bilico, ma la partita di ieri ha fatto infuriare un po’ tutti. La parata di Casillas a terra nel finale su Howedes ha evitato un 3-5 che avrebbe avuto il sapore della beffa, considerato che i blancos al 52′ conducevano e ancora all’84’ erano in una situazione di parità. Da segnalare la doppietta di Huntelaar, anche lui passato da Milanello (nel 2009-10) ma con un destino diversissimo dal tecnico madridista; annata storta, calcio italiano ostico, ok, ma l’olandese non andò oltre i 7 gol. Pochi problemi invece per il Porto, che dopo il pari del St. Jakob Park ha sconfitto per 4-0 il Basilea; Brahimi, Herrera, Casemiro e Aboubakar gli autori dei gol. Gli svizzeri chiudono in 10 per il rosso a The Wall, l’ex Roma e Inter Walter Samuel.

Molto poco da dire sul 7-0 con cui il Bayern cancella dalla CL lo Shakhtar Donetsk, che pure all’andata aveva limitato i danni a Leopoli fermando i tedeschi (o meglio catalani?) sullo 0-0. Rosso più veloce da quando la coppa si chiama Champions League, quando Kucher viene espulso per fallo su Goetze in area al 3′. 1-0 di Muller su rigore, e da lì è un calvario per gli uomini di Lucescu. Boateng, Ribery, Muller, Badstuber, Lewandowski, Goetze. Sei marcatori, provenienti da tutti i ruoli, per quella che è a pieno titolo una delle favorite (sarebbe la sesta Coppa europea). Saluta anzitempo la fase finale anche Mourinho, che con il suo Chelsea pareggia 2-2 con il Psg degli italiani e degli ex rossoneri. L’espulsione di Ibra dopo poco più di mezz’ora poteva pregiudicare il risultato, in una serata storta per l’arbitro Kuipers (manca un possibile rigore su Diego Costa, e un intervento dello stesso brasiliano/spagnolo nel finale poteva essere qualcosa di più che da giallo).

Il palo interno clamoroso di Cavani poi sembrava fare il resto, seguendo il classico copione delle squadre di Mourinho che lasciano il meno possibile all’avversario per punirlo. E infatti ci ha pensato Cahill, su un calcio d’angolo con almeno tre batti e ribatti, a infilare Sirigu per l’1-0 londinese. Ma sempre su un piazzato arriva il pari, con David Luiz che poi esulta sfacciatamente dopo essere stato “beccato” da Stamford Bridge per i suoi trascorsi nei blues. Si va quindi ai supplementari, ed è un’ingenuità di Thiago Silva (braccio larghissimo, fallo di mano a dire la verità leggero) a regalare il 2-1 su rigore ad Hazard. Ma lo stesso difensore brasiliano pareggia i conti, subito dopo una pazzesca parata di Courtois, scavalcando il portiere belga con un pallonetto di testa ancora su un corner. 42 milioni ben spesi, quelli che nel 2012 avevano portato in Francia Thiago. Di certo una finale anticipata che ha aggiunto un po’ di pepe agli ottavi, ma si sa: alla fine ne passa solo una. E comunque vada, Ancelotti conserverà il proprio vantaggio su Mourinho in fatto di “tituli” vinti.