Il bivio

Entia non sunt moltiplicanda praeter necessitatem et frustra fit per plura quod fieri potest per pauciora. 
Siamo nel XIV secolo. Con questa semplice frase Guglielmo da Occam distrugge circa 2000 anni di storia della filosofia. "Non moltiplicare i problemi più del necessario. La soluzione molto spesso è la più semplice". Non è proprio la traduzione letterale, ma è la sintesi di quanto detto sinora. La situazione del Milan non è problematica. O perlomeno non lo è ancora. La vetta è lì. A soli 7 punti. Ma per poterla guardare senza quel respiro affannoso bisogna risolvere i problemi. Anzi, prima semplificarli, poi risolverli.
Non è la prima volta che ci troviamo in una situazione del genere. Basti pensare alla stagione 2006/07. Eravamo partiti bene, poi un calo. 2 vittorie in 13 partite di campionato. Una classifica che ci vedeva a 13 punti dopo 15 giornate, 14 gol fatti e 14 subiti e ben 4 sconfitte con un girone di Champions League passato per il rotto della cuffia. Eppure quella era la squadra che a fine anno la coppa l'avrebbe sollevata. La svolta arrivò a Gennaio con una preparazione decente. Da lì siamo stati la squadra più in forma di quel campionato, fino al raggiungimento dell'obiettivo minimo del terzo posto. E poi Paolo la alzò. Eccoci quindi di nuovo di fronte a un bivio, più che un bivio, per chi come me conosce Milano, è come cercare di rientrare su corso Buenos Aires per tornare verso Loreto una volta svoltato a destra dal corso stesso. Quasi impossibile, ma la strada c'è. E' quella strada che deve trovare Leonardo col Milan, senza guardare in faccia a nessuno. Semplifichiamo il problema. Promossa la difesa, per un semplice motivo: derby a parte i gol incassati sono gli stessi, se non simili rispetto alla scorsa stagione. Uno dallo Zurigo, anche uno di meno rispetto all'Udinese e al Siena, due di meno col Bologna, compensati dal gol preso a Bergamo. In più le due neopromosse dalle quali però non abbiam preso alcun gol. Il problema è la miglior difesa: l'attacco. Inzaghi ci regala ancora nottate straordinarie, ma è un giocatore che rende 1 partita ogni due mesi. E questo da un paio di anni. Borriello sarebbe la punta ideale per il gioco del Milan, che prevede un numero innumerevole di cross (vani) ogni partita. Pato e Huntelaar non li voglio nemmeno discutere. Sono due grandi campioni che hanno dimostrato quello che valgono. Pato in Italia e Huntelaar nella Liga. Stanno attraversando un pessimo momento di forma. Il problema è che lo stanno attraversando in contemporanea. Quando uno dei due uscirà ne uscirà anche l'altro e vedremo di che pasta sono fatti.
Nel momento chiave della stagione arrivano due partite che Leonardo può anche permettersi di perdere. Nessun individuo dotato di ragione lo criticherà, a mio parere se farà 0 punti con una Roma che a San Siro vince da tre anni consecutivi o nel caso non dovesse espugnare il Bernabeu, cosa che a nessun allenatore del Milan è mai riuscita. Non pretendiamo le stelle, ma per la prima volta la squadra andrà in campo senza pressione, senza quel dover vincere per forza.
Ho un sogno nel cassetto: vedere Ronaldinho involarsi ancora in corsa verso la porta di Casillas, come quattro anni fa applaudito da tutto il Bernabeu. Forse rimarrà solo un sogno, ma non smettiamo di sognare, la speranza è sempre l'ultima a morire. E Galliani non riuscirà ad uccidermela nemmeno usando una mannaia.

P.s. Scusate se mi può essermi venuto un po' da schifo ma finora ho scritto in altri posti di tutto ma mai di calcio per principio. Ora questo principio è venuto meno. Vediamo di migliorare l'aspetto sportivo…
P.p.s. Due ore per fare un post