Atalanta – Milan 1-3: la partita tattica

Buona l’ultima, ma con qualche lacuna nella prima parte di primo tempo, dove non riusciamo a essere pimpanti. Una partita che non ha tanto da dire, in quanto sia nel risultato che nel gioco assomiglia ad una amichevole estiva; lo si vede sopratutto nei goal, dove Jack ha tutto il tempo di prendersi un caffè e battere a rete, dopo la sponda del palo. Lo si vede anche nel tempo che è servito per ribaltare la partita: in due minuti l’Atalanta si ritrova a inseguire, invece che a condurre.

I primi scricchioli si notano dopo il decimo minuto, non teniamo il passo dell’avversario e gli lasciamo anche il pallone. L’Atalanta ringrazia e ne fa buon uso perché, dalla trequarti in poi, i centrocampisti lasciano la palla a Moralez e Gomez; entrambi sono liberi di svariare dietro a Denis, facendo saltare le marcature Nasce così il vantaggio atalantino, Moralez ben servito sulla corsia destra da Grassi (mezzala destra), imbecca il taglio perfetto di Baselli. A questo punto Inzaghi fa la sua mossa: alza Jack a trequartista per limitare il gioco di Cigarini, dato che dai suoi piedi passano la maggior parte dei palloni. Per quello che riguarda Van Ginkel e de Jong, hanno il compito di limitare quei movimenti che hanno dato l’opportunità all’Atalanta di passare in vantaggio: i tagli delle mezzali avversarie.

Ci impieghiamo un quarto d’ora abbondante per alzarci, ma ci riusciamo. Ed ecco che, nel momento in cui abbiamo pieno controllo del terreno e del pallone, basta un accelerata nell’azione per portare gli avversari all’errore. Gran parte del merito va a Pazzini, bravo a fare da boa (nel caso del rigore) e a non tenere la palla più del dovuto. Con le sue sponde ci va a nozze Jack, che ne beneficia con la mancanza di uomini attorno a lui. Quest’ultimo è bravo scegliere sempre la via giusta, allargare per la corrente El Shaa o creare la superiorità entrando in area. Non è aiutato sulla destra da Honda che gioca una partita diversa dalle ultime, dove con le sue giocate riusciva a smarcarsi facilmente. Ieri sera invece si applica più alla fase difensiva, diventando un vero e proprio centrocampista laterale; dunque più sostanza a discapito della qualità.

Anche ieri si è rivista una squadra che quando attacca lo fa a pieno organico, portando più giocatori possibili a partecipare all’azione. Sono finiti, 0 almeno sembra, i tempi in cui era un solo uomo a guidare le nostre azioni offensive; segno evidente che queste giornate di squalifica hanno fatto bene allo spirito di squadra. Il calcio lo si gioca in undici, perché quando si vince lo si fa insieme, come nel caso della sconfitta; mentre i problemi arrivano quando sei trascinato da un solo uomo. Questa è la sostanziale differenza tra Barça e Real di quest’anno, e del Milan con o senza Menez.