Destinazione Wembley – 6° puntata: Il crepuscolo degli dei?

Fraser Forster, uno dei protagonisti dell’impresa del Celtic

C’è tantissimo da dire, ci sono stati diversi risultati ben poco scontati in questa giornata di Champions’ League: ma non si può non partire, nel raccontare la quarta giornata della fase a gironi, da una partita che a mio avviso non è stata una semplice sconfitta, per il Barça, ad opera del Celtic (che ha coronato, grazie alla decisiva marcatura dell’esordiente in Champions Watt, i festeggiamenti per il suo 125° anniversario): almeno dal mio punto di vista, la sconfitta arrivata a Glasgow è stata il fallimento della tiki-taka, di un sistema di gioco che prevede di arrivare quasi in porta con il pallone, senza sfruttare appieno cross (tarpando così le ali a un giocatore come Dani Alves) e le palle inattive, giocate stasera in maniera paragonabile a certe geniali intuizioni del nostro Seedorf, e aprendo spazi importanti ai contropiede avversari. Il Barça rimane comunque primo, e, nonostante lo Spartak Mosca sia stato sconfitto dal Benfica, non è ancora qualificato matematicamente.

Chi è invece già agli ottavi è il Manchester United, che dopo la sconfitta del Barça rimane unica squadra a punteggio pieno delle 32. Vittoria con il Braga in Portogallo, arrivata però in condizioni quantomeno particolari: in svantaggio dall’inizio del secondo tempo e reduce da un quarto d’ora di interruzione per problemi all’impianto di illuminazione (fortunatamente non c’era Galliani nei paraggi…), la squadra di Ferguson ha segnato tre gol negli ultimi dieci minuti, con Van Persie (entrato nella ripresa), Rooney ed Hernandez. Nell’altra partita del girone, il Cluj si fa sopravanzare (e dunque superare per gli scontri diretti) dal Galatasaray, grazie ad una tripletta di Yilmaz. Nessun problema, nel girone F, per Bayern e Valencia, che hanno sconfitto in scioltezza rispettivamente il Lille, per 6-1, e il Bate Borisov, finalmente ritornato alla sua dimensione di piccola del calcio europeo, per 4-2.

Vittoria netta, ma dal sapore di beffa, per la Juventus: un netto 4-0 nei confronti del Nordsjaelland, con reti di Marchisio, Vidal, Giovinco e Quagliarella. Pareva una bella e utile goleada, che avrebbe portato i bianconeri al secondo posto nel girone rilanciando le chances juventine in chiave qualificazione: e le notizie che al fischio finale arrivavano dallo Stanford Bridge aiutavano, dato che Chelsea e Shakhtar erano ferme sul 2-2, dopo una partita combattuta ma piena di errori da entrambe le parti. Ma, mentre già si iniziavano le interviste del dopopartita, è arrivata una notizia terribile per la seconda squadra di Torino: grazie ad un terribile errore della difesa dello Shakhtar, Victor Moses è riuscito a segnare negli ultimi spiccioli di recupero. 3-2, Juve al terzo posto: considerando che le prime due dovranno affrontare il facile Nordsjaelland, la situazione si fa un po’ più complicata.

Per quanto riguarda martedì, della vittoria dell’Anderlecht contro lo Zenit si è già parlato, risultato che permette al Milan di avere ancora diverse possibilità di qualificazione: paradossalmente, è ben sorprendente la situazione del girone D, in cui tutto è rimasto uguale nonostante le premesse di giornata determinante. Entrambe le partite, infatti, si sono concluse sul 2-2: ma sono state difficili e combattute, e sia il Real Madrid, che resta secondo, che il Manchester City, che grazie alla bravura del suo magnifico allenatore, secondo in capacità in campo nazionale e internazionale solamente al nostro Amatissimo Mister Allegri, si trova a poca distanza dall’eliminazione, hanno acciuffato il pareggio in rimonta, in extremis i madrileni, a metà del secondo tempo, dopo la doppietta degli olandesi con De Jong (Siem, purtroppo, non Nigel), gli inglesi.

Non ci sono stati grandi scossoni nemmeno nel girone B, in cui Arsenal e Schalke hanno pareggiato: risultato comunque non positivo per gli uomini di Wenger, che si sono visti avvicinati dall’Olympiakos: i greci hanno vinto 3-1 contro il derelitto Montpellier, avvicinandosi ad un solo punto dagli inglesi. Il compito dei greci, comunque, resta difficile, mentre i francesi sono quasi fuori anche dalla possibilità di rientrare in Europa League. Nel girone A, invece, la terza squadra a qualificarsi dopo quattro giornate, insieme a Malaga e United, è stata il Porto: ha perso però il punteggio pieno, pareggiando per 0-0 con la Dinamo Kiev. Quasi certezza della qualificazione anche per il Paris Saint Germain, che ha passeggiato con un 4-0 (con ben quattro assist del Maestro Zlatan) sul campo della cenerentola Dinamo Zagabria: squadra che quest’anno sta concedendo amorevolmente a tutti ciò che ha sospettosamente concesso l’anno scorso al Lione.

8 commenti

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    • mattoinh7 il 8 Novembre 2012 alle 00:57

    Sarò un nostalgico,ma preferivo di gran lunga la vecchia Coppa dei Campioni, così come una volta era una cosa seria la Coppa Uefa senza dimenticare che c’era pure la fantastica Coppe delle Coppe che dava un senso alla vittoria della Coppa nazionale.

    Tempi moderni? In Champions arrivano squadre come Zilina e Dinamo Zagabria,dell’Europa League non fotte una sega a nessuno tranne a quelli che sperano di farsi un viaggetto da qualche parte con annessa Supercoppa Europea,la Coppa delle Coppe è sparita.

    Mah. Sarò un retrogrado io!

    1. Io sono per il modello in vigore fino al 2003… ovvero senza preliminari fuffa e col doppio girone al posto degli ottavi… si evitavano cose tipo apoel ai quarti

      1. I due gironi 😯 Erano la formula più brutta mai vista, zizi.
        Io farei 64 squadre, scontri diretti e semifinali e finale al meglio delle tre. O delle cinque. Pareggi aboliti, si va ai rigori e si fa come al Trofeo Tim, 2 pti la vittoria ai rigori, 1 la sconfitta e il primo che vince 2 (o 3) partite avanza. Fottesega dei gol in trasferta.

        1. Erano la formula più bella: tante partite di alto livello e nessun ottavo squilibrato

        2. Le sfide a eliminazione sono il sale di queste competizioni, si creerebbero rivalità più forti nel corso della serie alla NBA pure gli errori arbitrali influirebbero molto meno.

          I gruppi proteggono troppo gli incompetenti come Allegri. In qualche modo riescono a sfangarla, mentre la serie è molto più brutale, gli incapaci ne escono con le ossa rotte. Metti che Allegri incontra uno come Reja che lo umiliava sempre, nell’arco della serie che magari finisce 3-0 o 3-1 per Reja emergono tutti i limiti di un allenatore e così piglia e se ne va a casa senza alibi.

        3. …o l’esempio di Milan-Tottenham è perfetto. Eravamo più forti, ma in due partite abbiamo tirato due volte con Yepes e basta, in una sfida al meglio delle 5 Allegri sarebbe uscito giustamente massacrato.

    • fabregas11 il 8 Novembre 2012 alle 16:13

    dopo nini fuori abate, allegri con gli infortuni sta avendo culo

  1. NUOVO POST

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