Ricordo benissimo il giorno dell’inaugurazione di Euro 2004: avevo portato la mia ragazza al mare e, passando da un tabaccaio a comprare le sigarette ricordo di aver visto distrattamente qualche fotogramma della partita inaugurale: Portogallo – Grecia.
Uscii immediatamente: non era una partita importante, quelle squadre non avevano alcuna chances. Il Portogallo semmai ne aveva qualcuna in più per il fatto di essere la nazione ospitante la manifestazione e per il fatto di avere diversi talenti in squadra ma la Grecia era davvero senza speranza, non aveva mai vinto una partita nella fase finale dei precedenti europei e quel Portogallo-Grecia sembrava la classica gara di apertura per far sgranchire le gambe ai portoghesi, in attesa delle big europee. Invece 22 giorni dopo la sottovalutatissima Grecia avrebbe sfidato di nuovo il Portogallo nella partita finale.
E nessuno, lo ricordo benissimo, nemmeno i più grandi stregoni brasiliani avrebbbero osato pronosticare la Grecia in finale. Ci andò, e lo fece grazie ad un gioco ostinatamente difensivo ed all’ottimo stato di forma della rosa. Talenti nemmeno l’ombra, divertimento e spettacolo neanche, ma ad Otto Rehhagel, il CT della Grecia, venivano chiesti soprattutto risultati. A Felipao, invece, l’allenatore dei lusitani, visti i campioni di cui poteva disporre veniva chiesto anche il bel gioco; ma ad un allenatore iberico non importa chiedere il bel gioco, ce l’hanno già nel DNA.
Il 4 Luglio 2004 Portogallo e Grecia si affrontano quindi in finale (dopo il 2-1 per la Grecia nel girone) davanti ai 64000 spettatori dello Estadio Da Luz tutto esaurito. L’arbtro è il tedesco Markus Merk. Ed il pronostico è, come nel girone, tutto a favore del Portogallo. Invece, dopo una partita tatticamente bloccata, dove la Grecia riesce benissimo a contenere la pericolosità dei portoghesi, sono i greci a trionfare, inaspettatamente. E lo fanno al 57° con Charisteas che la mette dentro con un colpo di testa in mischia su corner battuto da Basinas.
Un azione banale che corona lo straordinario campionato dei greci. Non meritavano la vittoria, forse, anche perché chi scende in campo cercando di produrre un gioco noioso, distruggere quello avversario ed approfittare dei colpi di fortuna non merita mai la vittoria. Ma questo è lo sport, questa è la vita.
Di quella partita ci ricordiamo tutti le lacrime di Cristiano Ronaldo, così come l’inefficacia del gioco lusitano, che nonostante giocasse in casa, non si può certo dire che abbia dominato la manifestazione, partendo dal girone passato rocambolescamente e finendo con la scarsa produzione di vere occasioni da gol nella finale contro gli ellenici.
Chiaramente di quell’europeo non vi è più traccia oggi: il Portogallo continua ad essere una delle squadre più tecniche, mentre la Grecia è tornata prestissimo al ruolo di paria che gli competeva. Gli unici a guadagnare da questa situazione furono i calciatori greci, i quali video aumentare enormemente il valore del loro cartellino grazie a quella vittoria. Come dopo ogni grande vittoria internazionale, scattò infatti la “moda” di ingaggiare calciatori provenienti dalla nazione vincitrice, ma se questa nazione ha vinto con un gioco puramente difensivo difficilmente risulterà un affare il mettere sotto contratto giocatori connazionali dei vincitori.
E’ una regola ovvia, ma le squadre più spendaccione ed impreparate non rinuciarono a mettere in rosa il loro greco: in questa lista non potevano mancare Inter e Roma, che pagarono fiori di quattrini per assicurarsi le prestazioni di calcuiatori greci che senza quel fortunoso colpo di testa non avrebbero varcato i cancelli di San Siro nemmeno per sedersi in tribuna.
PORTOGALLO – GRECIA 0-1
Portogallo (4-5-1): 1-Ricardo; 13-Miguel, 16-Ricardo Carvalho, 4-Jorge Andrade, 14-Nuno Valente; 6-Costinha, 18-Maniche, 20-Deco, 7-Luis Figo, 17-Cristiano Ronaldo; 9-Pauleta
Grecia (4-4-2): 1-Antonis Nikopolidis; 2-Yourkas Seitaridis, 19-Michalis Kapsis, 5-Traianos Dellas 14-Takis Fyssas; 8-Stelios Giannakopoulos, 7-Theodoros Zagorakis, 6-Angelos Basinas, 21-Costas Katsouranis; 15-Zisis Vryzas, 9-Angelos Haristeas
2 commenti
Annata strana quella. La champions al porto e l’europeo alla grecia – sono i casi in cui si direbbe che la fortuna non li ha baciati, ma glielo ha direttamente preso in bocca
Hai dimenticato il particolare piu’ importante. Se nessuno è riuscito in quell’occasione a superare la debolissima Grecia, vuol dire che gli altri erano piu’ deboli. Per quello che ricordo, la Grecia espresse un gioco tanto brutto quanto eroico e a loro modo furuno entusiasmanti, non fecero certo la figura dei damerini che il piu’ delle volte calcano i campi di calcio e dimostrarono un’unità d’intenti che ha pochissimi precedenti nella storia del calcio.