Come una vittoria…

I numeri parlano chiaro, 4 punti su 6 contro il Real Madrid, 6 gol buoni segnati. Se questo non basta aggiungiamo che in 180’ abbiamo condotto il gioco per più della metà del tempo, toccando a tratti dei livelli altissimi di spettacolarità e di intensità; abbiamo subìto relativamente poco sotto il piano del gioco, non siamo praticamente mai stati messi alle corde.
Il tutto contro una squadra che abbiamo scoperto essere scarsa solo dopo la nostra vittoria al Bernabeu; in precedenza era la squadra che ci avrebbe rifilato quattro pere a partita e Kakà doveva essere il nostro giustiziere:  all’andata non si è visto e ieri tutto sommato è stato contenuto senza troppi affanni da un Ambrosini perfetto e da un Pirlo generosissimo.

Ma lasciamo gli altri liberi di parlare, di dire quanto è scarso questo Real, di quanta fortuna abbiamo e altre amenità di questo tipo… loro, loro che col Barcellona si sono difesi a oltranza, loro che considerano uno 0-0 contro il Manchester dopo che i Red Devils hanno avuto almeno cinque nette palle gol, come “un passo avanti”, loro che stasera devono tornare a vincere dopo otto partite di digiuno europeo, per non rischiare di finire nella ridicola Europa League.

Ma torniamo a noi. Rimane un po’ di amaro in bocca perchè eravamo andati in vantaggio con un capolavoro di quel fenomeno di Pato, che già oggi è superiore al miglior Kakà, ma l’arbitro tedesco ha annullato inspiegabilmente. L’impressione è che con un pizzico in più di lucidità avremmo portato a casa i tre punti e chiuso il discorso qualificazione.
Accontentiamoci però, queste due partite ci hanno detto che il Milan europeo non è morto, tutt’altro. Difficile tenere la costanza di rendimento dell’ultimo periodo nei prossimi mesi in campionato, ma in Champions è un altro discorso. Io credo che possiamo far bene, non mi sbilancio su quali possano essere i nostri obiettivi, semplicemente non siamo inferiori a molti altri.
Ovvio, molto dipenderà dalle condizioni di forma in cui ci arriveremo agli ottavi (sempre se). C’è assolutamente bisogno del miglior Nesta e del miglior Thiago Silva, nonché di Pirlo o Ambrosini (o chi per esso) nelle condizioni di ieri sera. Questo è fondamentale per sostenere il 4-2-1-3, modulo che consente agli avversari di attaccarci, ma ci da l’opportunità di essere devastanti in contropiede.

Questo Milan mi piace, mi diverte tantissimo, è una squadra e tutti danno il loro, Dinho ora è uno degli 11 in campo, non più un fantasma che appare di tanto in tanto, addirittura i terzini hanno smesso di essere dei corpi estranei alla squadra e Pato è la nostra punta di diamante, il nuovo modulo ne esalta tutte le caratteristiche.
Il merito è di Leonardo, che ha avuto il coraggio di affidarsi a una squadra così poco equilibrata, così poco tattica, così “pazza”. Continua a sbagliare alle volte, ma è doveroso riconoscergli dei meriti.

Sta imparando molto in fretta, bravo Leo!