Le puntualizzazioni di Marotta e i falsi sportivi alla Cerasa

Premessa: oggi non parlerò di Milan. Gli ultimi due giorni ci hanno regalato fatti straordinari, direi stupefacenti, su cose accadute nel mondo del calcio italiano che non possiamo e non vogliamo ignorare. Domenica sera c’è stato Juventus – Inter (il derby d’italia dei giornali, visto che quello de Facto è quello tra noi e i bianconeri) e come tutti gli Juventus – Inter (o anche, in generale, tutte le partite giocate allo Juventus Stadium), è finito con la vittoria dei bianconeri e con tanti episodi arbitrali discutibili. Non parlerò di Rizzoli anche se sono convinto pienamente che episodi come questo minino seriamente la credibilità del campionato – tanto che le TV si stanno stufando di uno spettacolo preconfezionato per far vincere sempre la stessa squadra (Mediaset abbandonerà la serie A nel prossimo bando, ad esempio) ma continuano ad elogiare i loro tifosi in servili messaggi per non perdere abbonati dalla quota maggioritaria.

Accade quindi che l’amministratore delegato della Juventus, il signor Marotta Giuseppe, intervistato come sempre prima della partita, passa il suo tempo a puntualizzare qualsiasi cosa succeda nel mondo del calcio. L’atteggiamento che ha prima di ogni partita è sempre qualcosa di odioso, arrogante ed irritante – ma stavolta si è andati ben oltre, stavolta, con la seguente dichiarazione, si è sfiorata l’ipocrisia più totale

Dico, da uomo di calcio, che in Italia dovremmo allenare giocatori, allenatori e dirigenti a una cultura della sconfitta che nel nostro paese non esiste. In Italia esiste la cultura della polemica nei confronti dell’arbitro

La cultura della sconfitta. Insomma. La stessa per cui lo stesso Marotta ha rilasciato le seguenti dichiarazioni.

C’è amarezza e grande rammarico, siamo arrabbiati per la prestazione insufficiente dell’arbitro (Rizzoli).Meritavamo di vincere, dovevamo vincere e avremmo vinto se l’arbitro non avesse sbagliato troppe valuta­zioni. Tanti dubbi, troppi per una par­tita così importante. Ci è stato fischiato un rigore contro discutibilissimo per un episodio analogo al fallo di mano di Boateng in Milan-Palermo. Chiediamo uniformità di giudizio, rispetto e maggiore tutela per la Juventus, che non è favorita dagli arbitri. Per tutto il resto della gara i giocatori in campo sono stati condizionati da quel rigore (Juventus – Roma 1-1, 13 Novembre 2010)

 

Voglio esprimere una critica molto decisa nei confronti della classe arbitrale e dell’atteggiamento verso la Juventus. Non vorrei che le nostre valutazioni su Calciopoli siano intervenute in questo tipo di comportamenti. Non vorrei che quella che prima si definiva sudditanza ora diventi arroganza, che superi l’oggettività degli episodi in questione. Braschi ci disse che ruotando gli arbitri nessuno avrebbe diretto la stessa squadra più volte. Morganti è la terza volta che lo fa in questa stagione e in due è stato molto sfortunato (Palermo – Juventus 2-1, 13 Febbraio 2011)

 

C’è rammarico e molta rabbia per il rigore non concesso nei minuti finali per il fallo di mano di Vergassola. Già gli avversari hanno avuto un atteggiamento difensivista, se poi ci si mette anche l’arbitro a non decretare un rigore sacrosanto… Peruzzo è inesperto, sarebbe opportuno e giusto prestare maggiore attenzione nelle designazioni arbitrali (Juventus – Siena 0-0, 5 Febbraio 2012)

 

Per un arbitro di Torre Annunziata come Guida ci sono difficoltà a venire ad arbitrare la Juventus… Non parlo di malafede, ma di difficoltà. Al 94° un arbitro della provincia di Napoli si è trovato in difficoltà. La designazione di Guida, che è un arbitro napoletano, è stata infelice. Non metto in dubbio la buona fede, ripeto, ma non si designa un arbitro di Torre Annunciata ad arbitrare la Juventus. Così come è consigliabile che un arbitro di Novara non arbitri la Juventus, un arbitro napoletano non deve venire ad arbitrare la Juventus (Juventus – Genoa, 1-1, 26 Febbraio 2013)

 

Avremmo meritato la qualificazione, non ci siamo riusciti soprattutto per un arbitraggio molto parziale. Il terzo gol di Morata era regolare, invece è stato annullato clamorosamente (Bayern – Juventus, 4-2, 16 Marzo 2013)

 

Juve, Marotta e il gol di Pjanic: “Torto palese, ma noi più forti delle avversità” (25 Ottobre 2016)

Marotta si è confermato per l’ennesima volta un amministratore delegato imbarazzante che vuole e pretende di decidere cosa devono dire gli altri e come deve essere trattata la Juventus sui media. Il tutto in un silenzio assordante dei presenti in studio Mediaset che non hanno avuto, evidentemente, il coraggio di ricordare a Marotta una sola di queste dichiarazioni. Non hanno avuto il coraggio di ricordare a Marotta la cultura della sconfitta della sua squadra nelle aule di tribunale, una squadra che ha tenuto sotto scacco la FIGC con un ricorso respinto e che continua ad esporre impunemente due scudetti, frutto di un sistema “agente dal 1998-99 e chissà quanto prima

Continuando nell’ipocrisia, il giorno dopo, esce un pezzo del tifoso interista Cerasa sul foglio. Ho letto il pezzo e lo trovo allucinante. Non pensavo che esistessero tifosi dell’Inter che potessero definire farsa il processo fatto alla Juventus nel 2006 – se non nell’accezione che la farsa è stata quella di non farli scomparire dal calcio professionistico. Qua siamo alla versione più evoluta di quelli che si fingono tifosi di un’altra squadra nelle pagine Facebook di turno per fare i complimenti alla propria.

L’articolo di Cerasa è una massima espressione del malcostume diffuso – specialmente sui social – di un finto tifo coronato da una falsa sportività. Tifosi che se un giocatore della loro squadra – che so, un Bonaventura – gioca sempre bene tranne due mesi dicono che fa schifo e comunque non è da big ma se un giocatore di un’altra squadra – che so, un Felipe Anderson – fa due mesi buoni in un anno diventa un campione assoluto che è una vergogna non avere in rosa, altro che il giocatore della propria squadra. Tifosi che passano la giornata a fare gli intellettuali leggendo siti dall’alto contenuto retorico sull’involuzione del calcio Africano o statistiche aberranti come gli expected goals.

Tifosi che vivono per sviolinare gli avversari in modo da ingraziarsi il più alto numero possibile di tifosi avversari per accrescere il proprio consenso e la propria reputazione personale – da semplici tweet o post su Facebook fino a veri e propri blog dove l’unico scopo è la disinformazione ed il dileggio della propria squadra – che fanno il gioco dei giornalisti avversari quando questi la dileggiano in continuazione e combattono gli unici giornalisti che, anche a costo di venire insultati, continuano giustamente a difenderla. Vorrei chiedere a questi tifosi: dov’è il vostro onore, dove il vostro orgoglio? Vi piace così tanto fare le puttane del tifo per qualche like o qualche retweet in più.

Basta, perdio: gli avversari vi potranno trattare come Sky Sport tratta la Juventus, ma non siete nient’altro che dei mezzi uomini che si sono fatti strada come quei colleghi che in ufficio si mettono a novanta gradi col capo per cercare di essere promossi a discapito di chi lo merita. Probabilmente tenete così tanto alla vostra squadra che non vi siete nemmeno indignati per il gol di Muntari perché “il Milan deve essere più forte dell’arbitro” quando perde. Siete tutto ciò che combattiamo e che continueremo a combattere a testa altissima: per voi proviamo lo stesso rispetto che in guerra si prova per i traditori. Avete tradito la vostra maglia ed i vostri colori per il consenso personale – e questo non lo perdoneremo mai. Potete anche continuare a raccontarci che Parolo vale tutto il nostro centrocampo, potrete anche essere invitati a MilanTV, Sky, Mediaset o quello che volete ma sotto sotto sarete sempre dei poveri arrivisti che se avessero un po’ di dignità proverebbero solo vergogna.

5 commenti

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  1. Al di là delle ipocrisie di rito penso che Radja Nainggolan abbia espresso, in maniera cruda, il pensiero della totalità dei tifosi italiani, esclusi gli juventini, che da sempre detestano il modo truffaldino ed arrogante di vincere partite e competizioni sportive in Italia. Peggio gli juventini godono delle nefandezze arbitrali che da sempre privilegiano la squadra il cui palmares è lordato da malefatte quasi mai condannate compiutamente dalla giustizia sportiva. Bene hai fatto amico mio a parlare anche della stampa prezzolata e con i paraocchi che si era dimenticata di una squadra la cui produzione di documenti falsi, ed altro, avrebbe comportato, in un mondo sportivo normale e con una vera giustizia sportiva quanto meno la sua retrocessione con ignominia se non la radiazione da qualsivoglia attività sportiva. Ridicoli! Un po’ come il bue che da del cornuto all’asino! No amici miei garantisco per il Milan…perché farei come Muzio Scevola… poiché ho attentamente studiato le vicende controverse del Milan che si è stato sfiorato da queste sporche faccende ma quando gli è successo, nel “Calcioscommesse”, ha pagato le sue colpe. Cosa dissi allora? Lo ripeto ancora oggi: -dura lex sed lex- Non farei mai il tifo per una squadra che vince truffando le altre squadre. Nello sport si accettano le sconfitte, anche quelle come quella di Udine dove l’arbitro andava ‘arrestato’ per concorso in colpa di un atto violento che nulla aveva a che fare ne con lo sport ne tanto meno con la professionalità di un calciatore. Plaudo come spesso mi capita(sono in disaccordo con te su Montella che io reputo un grande allenatore) al tuo forbito e documentato articolo. Noi siamo milanisti e questo è già motivo d’orgoglio… I Lo Bello, Michelotti, Tagliavento, Rizzoli, Rocchi, Banti etc….passano ed il Milan resta a dimostrazione che nonostante tutto i rossoneri milanesi sono la squadra migliore e più gloriosa d’Italia.

  2. Le parole di Marotta sono quelle di uno juventino che rappresenta e sostiene la juventinità nella sua totalità e nella sua essenza. Fanno schifo, fanno arrabbiare, fanno pensare che non esiste un limite alla spudoratezza e alla faccia come il culo (pane al pane…).
    L’articolo di Cerasa, giornalista intelligente, capace e tutt’altro che leccaculo come lo definisci tra le righe, è invece proprio l’esatto contraltare a questo e a quello che nell’altra faccia della medaglia (da sempre sostengo a forza che la juve e l’inter sono due facce della stessa medaglia) rappresenta la meschinità di chi non vince mai o quasi.
    Il tifoso che ama senza pregiudizi e incondizionatamente la sua squadra (perché una squadra appartiene a ciascun tifoso) non si lascia invece trascinare e, appunto, condizionare, da quello che gli vogliono far credere. Se il tuo Milan è forte non te lo dice nessuno tranne che quello che produce il campo. E se il tuo Milan è quello degli ultimi anni è sempre il campo che ti farà capire che è diventata una mediocre comprimaria. E se Berlusconi e Galliani sono stati tanto bravi da produrre per anni quel Milan stellare, adesso sono altrettanto incapaci e colpevoli di averci offerto questi risultati. Non mi interessa il perché e il percome, un proprietario e un AD sono colpevoli al di là di qualsiasi giustificazione.
    Gli intrallazzi di palazzo ci sono sempre stati e sempre ci saranno e ancora una volta coinvolgeranno la squadra sabauda. Ma noi, lo ripeto da sempre, siamo un’altra cosa rispetto a quelle due. Noi non ci siamo mai confusi con loro. Noi quando vinciamo lo facciamo davanti al mondo e anche contro il mondo, senza bisogno di aiuti e piagnistei.
    In fondo, fu proprio Berlusconi ad insegnarci che dobbiamo essere più forti dell’invidia, dell’ingiustizia e della sfortuna.
    E voglio chiudere proprio con la sua frase più famosa diventata simbolo del suo Milan e che segue di una novantina di anni una novantina d’anni quella dell’imprimatur di Kilpin “Domani sogneremo altri traguardi, inventeremo altre sfide. Cercheremo altre vittorie che valgano a realizzare ciò che di buono, di forte, di vero c’è in noi, in tutti noi che abbiamo avuto questa ventura di intrecciare la nostra vita ad un sogno che si chiama Milan.”.

    PS: Cerasa con il suo articolo vuole mettere soprattutto in evidenza lo spregevole malcostume, diventato ormai di abituale uso in politica, nel cercare di sopraffare l’avversario per vie giudiziarie. Lo scudetto di cartone delle merde di Milano è il fiore all’occhiello che certifica la qualità del loro agire.

    1. Non avevo dubbi che gli avresti dato ragione. 10, 100, 1000 Mauro Suma.

      1. E io non avevo dubbi che non sei milanista nell’animo.

  3. Giusto, Diavolo ! Certo che Marotta poteva risparmiarsi la battuta sulla cultura della sconfitta. Praticamente sostiene la legge del Menga !
    A Diavolo chiederei anche di aiutare i suoi lettori a capire il suo pensiero sul giusto tifo. Pensa che sia giusto dire sempre : bravi, bravi, pure a chi gioca male solo perche’ e’ del Milan, oppure ammette qualche critica e valutazione differente dalle sue? Pero’ Locatelli e Montella li ha criticati e pure di brutto. Ed anche altri.

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