L’irresistibile fascino di un milanista

Immaginando (e sperando) che coloro che oggi mi leggono lo facciano con l’animo e lo stomaco pieno, dopo due o (soprattutto da Roma in giù) tre giorni di pranzi e di cenoni interminabili,  mi impegno a realizzare un editoriale più leggero del solito, con una prosa un po’ più asciutta e con un breve ragionamento che non presupponga particolari sforzi intellettivi.

In realtà, è già da qualche giorno che rifletto su questo editoriale. Più precisamente dalle dichiarazioni che hanno fatto seguito al pareggio contro la Roma. Ed ho sempre avuto in mente di scrivere attorno ad un solo argomento : l’irresistibile fascino di Pippo Inzaghi.

Un premessa mi pare comunque doverosa : molto probabilmente, non riuscirò mai a giudicare con distacco una delle figure più rilevanti nella mia personalissima storia d’amore rossonera. Mi sono sentito imbattibile con Shevchenko. Mi sono emozionato con le giocate di Kakà. Mi sono sentito protetto dalla forza e dall’eleganza di Nesta. Pochi giocatori, pochissimi, mi hanno però lasciato qualcosa dentro così come ha fatto Pippo Inzaghi. Questo non significa che l’attuale allenatore dei rossoneri goda – almeno per chi, come me, ha esultato follemente per tutti i suoi gol – di una stima e di un credito infinito. Soprattutto se lo si considera solo ed esclusivamente nella sua nuova veste di allenatore, tralasciando quello che ha rappresentato sempre per la nostra squadra ma con il numero nove sulla schiena. Oggi, con buona parte del girone di ritorno già archiviato, deve essere valutato l’allenatore ed il lavoro svolto come tale. E ad Inzaghi,  oggi, vanno rimproverate davvero poche cose. Nonostante non sia stato sospinto dai venti favorevoli che hanno invece accompagnato invece, ad esempio, gran ritorno di Mancini, e nonostante sia stato invece accolto con diffidenza ed ironia dai molti, Inzaghi ha giustamente posto l’attenzione della dirigenza e della società su alcuni aspetti fondamentali e proprio su questi sta continuando a lavorare con attenzione e dedizione. Ha innanzitutto individuato nello scetticismo e nei malumori dei tifosi, oltre che dell’ambiente, uno degli ostacoli nella (ri)costruzione del Milan. In poche (e poco originali) parole ha portato entusiasmo, ed ha, soprattutto, posto l’esigenza di una riprogrammazione (sfoltimento – per non dire disboscamento – della rosa) oltre che di una programmazione (individuazione di potenzialità future) , imparando però dagli errori (fatali) di Seedorf (colpevole di aver avuto la delicatezza di un elefante dentro una cristalleria).

C’è qualcosa che mi entusiasma e mi colpisce profondamente nel momento in cui il nostro allenatore si rivolge a noi tifosi milanisti. C’è qualcosa che mi sconvolge nel percepire la voglia del nostro allenatore di ricompattare un ambiente troppo, troppo diviso. C’è qualcosa che mi emoziona nel momento in cui il nostro allenatore ricorda quanto sia prestigioso vestire la maglia del Milan, quando sottolinea quanto sia duro conquistare questa maglia e quanto sia appagante indossarla. C’è qualcosa in Pippo Inzaghi. Ed è il fascino irresistibile di un milanista a servizio dei milanisti.  C’è una sensazione tutta nuova che si cela dietro quel “Noi milanisti” che il nostro allenatore ama ripetere. 

21 commenti

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    • boldi1 il 27 Dicembre 2014 alle 11:13

    a volte mi chiedo
    ma Inzaghi quando parla così i giocatori si rendono conto di quale gloriosa maglia indossano ?
    non lo so adesso questo Cerci che fa storie per venire al Milan , una volta alla chiamata del Milan si rispondeva con un si immediato. Non vorrei che questo sia il solito sbruffoncello alla Ballotelli tanto per intenderci, tanto fumo e poco arrosto

      • sadyq il 28 Dicembre 2014 alle 01:26

      “… una volta alla chiamata del Milan si rispondeva con un si immediato!”

      Appunto, una volta! Oggi facciamo ridere! Domandati come mai, invece di prendertela con quelli che nicchiano!
      Comunque ha smentito tutto e, come si crede che sia vero, si può anche credere il contrario!

  1. Vedi Marco tu sei giovane e probabilmente leggendo la storia del Milan, dal dopoguerra ad oggi, non hai percepito tutte le emozioni che, dal vivo, i veri campioni del Milan e da Milan hanno dato allo sterminato pubblico di calciofili Rossoneri che ha assistito alle loro gesta a San Siro e nei campi di tutto il mondo. Non soltanto calciatori ma allenatori e dirigenti, a partire da Trabattoni passando per Andrea Rizzoli sino ad arrivare a Silvio Berlusconi. La storia infinita di una società unica al mondo: il Milan. Una storia passata attraverso il Gre-No-li sino ad arrivare ad un giocatore unico Juan Alberto Schiaffino, da molti considerato anche più forte di Alfredo Di Stefano, per arrivare al giocatore italiano più forte di tutti i tempi Gianni Rivera. Il Milan e la sua storia, le burrascose vicende le penalizzazzioni, sempre puntuali quando si trattava dei Rossoneri, le rinascite e le vittorie sempre più belle e convincenti della grande storia Rossonera che non ha eguali non soltanto al mondo ma nell’Universo. Innamorarsi del Milan è un dono e bisogna essere grati a chi ci ha concesso questo privilegio. Inzaghi fa parte di tutto questo. Inzaghi ha il dono di essere diventato milanista. La stimmate del milanista lo ha colpito quando ha impattato la straordinaria realtà dell’essere milanista. Il ‘milanismo’ è una malattia contagiosa che prende anche professionisti poco avvezzi ai sentimenti. Non per nulla questi professionisti quando parlano dei loro trascorsi al Milan lo fanno sempre quasi con deferenza. Cito il caso di Bobo Vieri che ancora oggi, pur avendo giocato pochissimo nel Milan, si sente uno di casa quando va a far visita al ‘nuovo tempio Rossonero Casa Milan’. Mai nome è stato più azzeccato. La casa di una grande famiglia inimitabile ed indistruttibile: il Milan. Inzaghi oggi ha le chiavi di questa casa e di queata tradizione. Pippo Inzaghi, da persona intelligente e scaltra, sa che le chiavi di questa casa le può gettare via soltanto lui così come ha fatto un ragazzo di Brescia dalla pelle scura che si diceva milanista ma che del Milan e del ‘milanismo’ non aveva capito proprio nulla!

  2. coloro che oggi mi leggono lo facciano con l’animo e lo stomaco pieno
    Ho già cagato un sacco di merda.

    con una prosa un po’ più asciutta e con un breve ragionamento che non presupponga particolari sforzi intellettivi.
    Minchia ti ringraziamo per venire incontro a noi scrotocefali, Dante Alighieri. Ma vaffanculo, scemo.

    Ed ho sempre avuto in mente di scrivere attorno ad un solo argomento : l’irresistibile fascino di Pippo Inzaghi.
    Ricchione.

    imparando però dagli errori (fatali) di Seedorf (colpevole di aver avuto la delicatezza di un elefante dentro una cristalleria).
    Seedorf ha chiamato la merda col suo nome, cioè merda. Tutto il resto sono cappi color gialli che l’hanno ingiustamente strangolato.

    quando sottolinea quanto sia duro conquistare questa maglia
    A meno che non ti chiami Bonera o hai cospirato per far fuori Seedorf.

    un milanista a servizio dei milanisti.
    NO. Un leccaculo al servizio di un antennista.

    VOI NON SIETE E NON SARETE MAI DEI MILANISTI. MILANISTA E’ CHI RICONOSCE SOLAMENTE IL PERIODO STORICO COMPRESO TRA L’86 E IL 2010. PRIMA E DOPO NON C’E’ NULLA.

  3. Lo dimostra il fatto che un tempo veniva gente come RONALDO, RIVALDO, RONALDINHO, oggi l’AC Cravatta viene schifato da GERGI e VAN KINKEL.

    • boldi1 il 27 Dicembre 2014 alle 14:39

    Borgofosco grazie del giovane
    ma ho già 50 anni, ho vissuto i tempi della B , purtroppo non ho visto giocare Schiaffino ne il trio svedese ma in compenso ho visto bene gli uktimi anni di Rivera e il trio olandese
    Sul giovane bresciano stendiamo un velo pietoso che è meglio

  4. Egregio La Paura fa 80 ritengo abbastanza offensivo che tu distribuisca patenti di milanistità visto che sostanzialmente disconosci circa 100 anni di storia del Milan. Rinnegare la propria storia è sintomo di codardia aggettivo che non si può coniare per nessun milanista se non per quelli che non vogliono riconoscere la realtà che sta nell’evoluzione della gloriosa ed inimitabile storia del Milan. ‘Il cravatta gialla’ che tu offendi con continuità è riconosciuto, a livello planetario, come uno dei migliori dirigenti, se non il migliore, che il Milan abbia mai acquisito. Unico mio appunto, al cravatta gialla, è quello che non è nato milanista. Ma il dono di essere milanisti è una grazia ricevuta per chi poi dimostra vera fede milanista. Non si può rinnegare una parte di storia gloriosa e fantastica del Milan soltanto perché la proprietà non era di Silvio Berlusconi. Il Milan deve la sua esistenza all’enorme seguito e calore che soltanto i veri tifosi milanisti, i quali sono lontani anni luce dalle tue elucubrazioni, sanno dare all’amore sportivo della loro vita: il Milan Fc è nato nella fiaschetteria Toscana di via Berchet, a Milano, il 16 dicembre 1989! Il seguito è anche cronaca. che diventerà storia trattandosi di ‘milanismo’, dei nostri giorni.
    ps per Marco come mi piacessere essere un giovane di 50 anni!

      • sadyq il 28 Dicembre 2014 alle 01:30

      “… è riconosciuto, a livello planetario, come uno dei migliori dirigenti … “

      Eh, non lo è più da anni e dovresti riconoscerlo anche tu che scrivi sti popò di pipponi in continuazione e sembri un grande intenditore!

  5. Post perfetto che condivido quasi totalmente.

    Sulla figura di Filippo Inzaghi. Il milanista vero può solo amarlo e dargli un credito illimitato. Inzaghi fa parte del nostr patrimonio genetico ed è ridicolo dire che è statao amato come calciatore ma non come allenatore. O hai il patrimonio genetico milanista o non ce l’ hai il resto sono chiacchere.

    Chi pensa che il Milan sia terminato nel 2010 è sostanzialmente da ricovero e dovrebbe operarsi agli occhi o investire un minimo di tempo nell’ ampliare le proprie competenze (anche se dove non c’ è di natura la formazione non può dare più di tanto). Non fosse altro che questi anni, comunque abbastanza buoni, servono a preparare il ciclo tecnico, commerciale e sportivo vincente che presumibilmente inizierà a partire dal 2020.

    Riunire la tifoseria? Per ora è tecnicamente impossibile e sarebbe pure sconveniente. Non si mischia la merda con la cioccolata e Inzaghi ha già fatto tanto a compattare almeno il 75% della tifoseria. Alcuni tifosi è meglio perderli che trovarli. Sono dei “clienti” che complessivamente rappresentano più un “costo” che un “ricavo”.

    E non pensate che la tifoseria si possa ricompattare quando Berlusconi e Galliani lasceranno per 2 motivi:

    1) Questi anni servono a preparare un nuovo ciclo vincente. Quindi chi scende dal carro ora, non può pensare di risalirci a cose fatte, quando la società avrà una nuova proprietà o i vertici saranno cambiati (visto che quello sarà il risultato finale di anni ed anni di duro lavoro, seguito da questo gruppo)

    2) Unire la tifoseria significherebbe mettere in conto un potenziale “perdono” da parte dei tifosi veri che ci sono sempre stati e che hanno creduto nel progetto, ai tifosi occasionali o alle mignotte varie che si vendono ai giornalai o ai gruppi vari.

    Io non ho nessuna intenzione di perdonare chi ha tradito il Milan in questi anni e come me tantissimi altri tifosi.

  6. Ma io proprio non capisco! Si approva Inzaghi che vuole ” disboscare ” ma si condanna Seedorf per la stessa intenzione . Probabilmente i ” disboscabili ” non coincidono e ciascun tifoso giudica in bese a preferenze e simpatie . Ma che i giudizi dei tifosi , grazie alle campagne di stampa poltiche ,siano distimicamente sdoppiate fra gialloneri e rossoneri si rileva ancor meglio quando da una parte si ricordano insieme Trabattoni , Andrea Rizzoli e Silvio Berlusconi e dalla parte delle
    ” teste vuote pronte per contenere i pensieri altrui ” si ripetono alla nausea gli insulti al nostro Presidente . Parlo ai disertori , ai traditori , ai transfughi , ai rinnegati :
    Convertitevi o andate fuori dalle palle ! Per sempre .

  7. Scusa , Borgofosco , secondo te con Allegri Galliani ha realizzato un capolavoro planetario per le fortune del Milan . Alla faccia del cazzo ! Ci ha buttato nella merda e non sappiamo ancora se e quando ne usciremo . Sara’ meglio che si converta prestissimo anche lui ma se se ne va fuori dai coglioni e’ meglio assai .
    E la nuova era di vittorie e successi e la “nuova ” proprieta’ avra’ un nome che non piace ai rinnegati : Barbara Berlusconi !

    1. Nella merda ci ha buttato Berlusconi. Barbara? Una sciagura

      1. Prima di vincere tutto con Berlusconi eravamo nella merda. Qui siamo allo stravolgimento della realtà

        • sadyq il 28 Dicembre 2014 alle 01:33

        Nella merda ci stanno buttando la family berlusca, galliani e tutto il resto della dirigenza!
        Grazie tante per tutto, non finiremo mai di essere riconoscenti, ma adesso che non vi frega più un cazzo, fatevi da parte. Tutti, nessuno escluso. Perchè il Milan deve continuare a scrivere la propria storia anche senza di voi!

        1. Guarda che il Milan s sta preparando da tempo per effettuare una cessione di quote della società. Il problema è che non basta che il presidente si faccia da parte. C’ è bisogno di validi acquirenti e di validi progetti. Mi sembra la strada sia quella giusta. Non è che si può vendere il Milan al primo che passa. Oltre tutto ci vogliono le condizioni per cedere oltre agli acquirenti interessati

  8. Poi la mia viva speranza è che Inzaghi diventi per il Milan quello che è stato Ferguson per lo United. Allora si che in 15 anni si unirebbe la tifoseria milanista

    1. Diavolo non scherzare. Barbara per il Milan è la cosa migliore che ci sia.

      Casa Milan, lo stadio di proprietà, i nuovi accordi con gli sponsor sono tutta opera sua. E in questo momento è la figura di riferimento per Inzaghi

  9. Se , come dice Cantera , Inzaghi ha ora come riferimento Barbara e non piu’ Galliani , comincio a sperare nella fine del buio .

  10. Barbara Berlusconi è il principale riferimento della società. Di fatto a parlare dagli sponsor ci va lei e non certamete solo perchè è l’ amministratrice della parte commerciale, ma perchè è la parte più potente in rappresentanza della proprietà

  11. Cioè tradotto Galliani attualmente se da una mano nel mercato come ha fatto con Cerci bene, ma per il resto non serve più a molto e può essere sostituito in qualunque momento. Il pezzo da 90 è Barbara

      • sadyq il 28 Dicembre 2014 alle 20:51

      Il pezzo da 90 … Gradi?

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