Cambiare (mentalità) si può. Ma bisogna farlo ora.

Dopo la vittoria contro la Juventus, si è tornato a parlare di un Milan da Scudetto. Molti di noi dicono, forse troppo democraticamente, è difficile ma sognare non è un reato. Quasi con rassegnazione al considerare il titolo tricolore inutile, al pensarlo come una faccenda da delegare ad altri.

Errore. In primis perché non bisogna fare i falsi, l’ipocrisia alla lunga non paga. Ma questa è un’altra storia della quale non mi importa più di tanto. Tornando al calcio, bisogna considerare che la Champions è importante ma il campionato non va sottovalutato, e sono atteggiamenti come quelli delle nostre squadre (nel senso di squadre italiane + I***r) che rendono la serie A così poco seguita fuori dai confini del Bel (si fa per dire) Paese, rispetto ad altri campionati come Premier e Liga. In sostanza: fuori di qui non ci caga nessuno.

Lo scudetto, quindi, non conta più (purtroppo) così tanto. Mi sarebbe tanto piaciuto vivere in quei tempi, in cui la Champions League si chiamava Coppa dei Campioni e vi partecipavano solo i campioni nazionali. Il Campionato acquistava quindi un valore maggiore, e tutti lottavano fino alla morte. Anche il secondo posto sarebbe significato “solo” coppa UEFA (trofeo che allora aveva un’importanza ben maggiore). In quei periodi, però, i grandi campioni, i Maradona, i Platini, i Van Basten, venivano a giocare in Italia. Ora i Cristiano Ronaldo, i Messi, i Fabregas, il nostro Paese lo snobbano. E non è solamente una questione di soldi. E il nostro paese scende…tra un po’verremo superati in importanza persino dalla Germania.

Non lo dico da milanista, l’unica squadra che può tenere alto il nome dell’Italia nel mondo è il Milan. Ha una storia molto superiore a quella di I***r e J******s (si veda immagine :P) ed è l’unica che abbia una anche piccola possibilità di fare imprese almeno lontanamente paragonabili alle grandissime europee. Per fare questo, si deve partire dalla Champions (la cui vittoria ci fa poi accedere a Supercoppa Europea e Mondiale per Club). Il campionato, però, deve essere un obiettivo. Possiamo sacrificare la coppa Italia (magari facendoci giocare le riserve) ma non la serie A. E, se ci si lamenta dei ritmi odierni, bisogna ricordare che c’era chi al sabato giocava con la nazionale e alla domenica era in campo col suo club. E ora la forza fisica è maggiore. Si migliorassero i campi…