Storie di Mondiale: la disfatta che cambiò per sempre una nazione (1950)

Sport. Football. 1950, World Cup Finals.                        (Rio de Janeiro). Brazil. Uruguay 2 v Brazil 1.Che meraviglia, il calcio. Regala emozioni capaci di trascendere lo scorrere del tempo, permette di viaggiare lontano nel passato e di sognare, nutrire speranza verso il futuro. Intere generazioni hanno pianto e hanno gioito a causa del pallone di cuoio, innumerevoli eroi hanno inciso indelebilmente il loro nome nella Storia, nel bene e nel male; campioni che hanno dato vita a partite eterne, che mai verranno dimenticate. In fondo, definire il calcio uno sport è troppo riduttivo: più volte, infatti, la Storia ha dimostrato che è molto, molto di più. Che sia per interessi politici oppure economici, o semplice e pura passione, grazie al futbol sono state scritte pagine uniche nella Storia; ma ce n’è una, in particolare, che ha rappresentato un vero e proprio spartiacque. Dobbiamo però tornare indietro di 64 anni, a Rio de Janeiro, precisamente alle ore 15 del 16 luglio 1950. Perchè da quel giorno, la Storia del calcio, e di un’intera nazione, è cambiata per sempre.

Quando si parla del Mondiale 1950, alla fine, è quasi fuorviante soffermarsi sulla competizione nel suo insieme: perchè in fondo è tutto li, tutto in quella partita, tutto in quella finale. Vi posso dire che l’Italia ci è arrivata male, a quel Campionato del Mondo, dopo un viaggio in nave di diversi giorni e, soprattutto, senza la rappresentanza del Grande Torino; la tragedia di Superga risaliva solo all’anno prima. Vi potrei raccontare dell’americano Joe Gaetjens, che ha castigato l’attesissima Inghilterra del leggendario Stanley Matthews di fatto eliminandola. Ma starei solo rimandando, perchè alla fine si deve arrivare li. Il Brasile, padrone di casa, ha superato la fase a gironi grazie alla vittoria contro la Jugoslavia, mentre l’Uruguay ha liquidato con un leggero 8-0 la Bolivia. Entrambe, quindi, sono sbarcate nel nel girone finale insieme a Svezia e Spagna. Come girone finale? Ebbene, questa formula fu un unicum: quattro squadre che si sarebbero sfidate a rotazione. Il Brasile, sull’onta dell’entusiasmo, rifila 7 gol alla Svezia e 6 alla Spagna, mentre l’Uruguay supera di misura gli svedesi (3-2), pareggiando poi contro le Furie Rosse, 2-2. A Rio De Janeiro, quindi, si gioca la sfida decisiva, l’ultima del girone: Brasile contro Uruguay, con 2 risultati su 3 a disposizione dei brasiliani.

“Era tutto previsto, tranne il trionfo dell’Uruguay”
(Jules Rimet)

 

In quel torrido pomeriggio di luglio, l’ex Stadio Municipal, l’odierno, e già allora così nominato, Maracanà, ribolliva. Costruito proprio per l’occasione dei Mondiali, all’epoca era lo stadio più grande del mondo; ma quel giorno, sugli spalti, con ogni probabilità c’erano più di 200.000 persone, ben oltre la capienza ufficiale. I brasiliani, stampa, politici e tifosi, già certi della vittoria, si erano lasciati andare in proclama che tanto la Storia quanto gli uruguagi non vedevano l’ora di punire. Squadre. I padroni di casa schierano il “WM” in una versione rivisitata, con gli interni di centrocampo disposti non orizzontalmente ma in obliquo. Tra i pali Barbosa, difesa composta da Bigode, Juvenal e Augusto; poi i due mediani Danilo e Bauer, mentre l’atomico reparto offensivo presenta Zizinho, il calciatore più forte che Pelè abbia mai visto giocare, e Jair, dietro a Chico, a sinistra, Friaca, a destra, a supporto della punta centrale Ademir. Risponde l’Uruguay con una sorta di 4-3-3 molto stretto, che in fase difensiva crea un imbuto verso il centro: tra i pali Màspoli, i 4 di difesa sono Gambetta, chiave tattica della gara, Gonzales, Tejera e Andrade; poi, il capitano Obdulio Varela, perno della squadra, ad agire davanti alla difesa, alle spalle di Perez e del Mago, Juan Alberto Schiaffino; e se il Brasile davanti è davvero atomico, anche l’Uruguay non scherza, perchè Moran, Miguez e soprattutto Ghiggia formano un reparto di tutto rispetto. Arbitra un inglese di 53 anni, tale Reader, probabilmente alla sua ultima gara.

“Los de afuera, son de palo”
(Obdulio Varela)

 

Tatticamente, e qualitativamente, la partita non è granché: il primo tempo va via liscio, l’unica vera occasione ce l’ha l’Uruguay, quando Miguez prende in pieno il palo in contropiede. All’inizio del secondo tempo, però, la tensione viene improvvisamente spezzata, e il Maracanà esplode di gioia: palla al limite dell’area, Ademir stoppa e libera Friaca, che supera Tejera e con un preciso diagonale destro beffa Màspoli: 1-0, viene giù tutto. L’Uruguay, però, invece di lasciarsi prendere dal panico, reagisce con la sua consueta tranquillità, quello charme che contraddistingue in particolare il capitano Varela: gli uruguagi, infatti, sanno benissimo che lasciar scatenare il Brasile sarebbe fatale, pertanto cominciano a giocare come sanno, guidati da un supremo Schiaffino, e senza frenesia cercano il gol del pareggio. E al minuto 66, vengono premiati: sulla sinistra Ghiggia salta Bigode, mette il pallone in mezzo e, a battere Barbosa spedendo il pallone all’incrocio, è proprio lui, proprio Schiaffino. 1-1: sul Maracanà per un minuto cala il silenzio, anche se il pari qualificherebbe il Brasile. Ma quella partita è troppo importante, deve essere un trionfo, lo chiede la gente, lo impongono i politici: il Brasile si getta all’attacco, alla frenetica ricerca di un vantaggio. Che gli sarà fatale. Al minuto 79, infatti, la storia di una nazione cambierà per sempre, perchè si concretizza la tragedia, si concretizza il Maracanazo: Perez serve Ghiggia, che si invola sulla fascia e si appresta a entrare in area. Barbosa, nel frattempo, si era spostato a centro porta per coprire eventuali inserimenti; stava arrivando Miguez, pronto a insaccare un cross che, però, non sarebbe mai arrivato. Ghiggia vede uno spiraglio, e con un collo destro preciso e potente buca Barbosa sul suo palo. 2-1, sul Maracanà scende il gelo.

Inutile l’assedio finale del Brasile: Màspoli prende tutto, e Reader fischia la fine. Il Maracanà è ammutolito, il Brasile è battuto, l’Uruguay è campione del mondo. La maestosa cerimonia che avrebbe dovuto coronare i brasiliani viene tristemente annullata, e Jules Rimet consegna in gran fretta la coppa a Varela. L’Uruguay nella notte riparte verso Montevideo, dove verrà accolto trionfalisticamente; in Brasile, invece, da tragedia sportiva si passa a tragedia vera e propria. Decine di persone, causa infarto o suicidio, perdono la vita a causa del gol di Ghiggia, a causa di quella maledetta partita che ha cambiato per sempre la storia di una nazione. E non solo: viene abbandonata la divisa bianca con colletto blu, o viceversa, in favore della celebre divisa verdeoro. Il Brasile impiegherà circa 10 anni a superare questa tragedia, ma alla luce dei 5 campionati del Mondo vinti, si può dire che l’abbia superato bene. Il Maracanà, quest’estate, ospiterà nuovamente una finale del Mondiale; è l’occasione, per il Brasile, di lavare via definitivamente l’onta del Maracanazo che, 64 anni dopo, fa comunque, ancora, male.

23 commenti

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  1. come la racconta Buffa….

    1. Eh nessuno sarà mai alla sua altezza 😉

    • sadyq il 26 Maggio 2014 alle 18:17

    Ma che schifo tutto questo verde vomito!

    1. sadyq ripreso dalla batosta??

        • sadyq il 26 Maggio 2014 alle 21:36

        Guarda, per me non cambia un cazzo: comunque sia devo lavorare. Chi c’è c’è! Però la tua è stata più grossa. Vedi, il tuo amico non è ancora uscito dalla tana!

    2. Dai ci sta la nuova skin

        • sadyq il 26 Maggio 2014 alle 22:26

        Ci sta perchè ce l’avete messa, ma fa cagare!

    • LaPauraFa80 il 27 Maggio 2014 alle 12:43

    In realtà Buffa ha rotto il cazzo, sempre a enfatizzare, a inventare storie tra mito e leggenda per due partite del cazzo.

    Ma vada a fare un lavoro serio, invece del cazzaro.

    Se questo è il mio pensiero su di lui, pensate cosa posso pensare di chi come Giangi Cagara lo prova a imitare … bocca mia taci.

    • LaPauraFa80 il 27 Maggio 2014 alle 12:47

    Benvenuto a Inzaghi, la puttana gallianiana.

    Ci hanno schifato tutti ed è rimasto lui.

    Un simulatore ad educatore degli idioti.

    Siamo messi bene.

    • sadyq il 27 Maggio 2014 alle 15:21

    Spero che Culonio pretenda fino all’ultimo centesimo! Giocava e si è ritirato per venire ad allenare il Milan! Non si meritano un cazzo se non di essere infamati. MERDE! Hanno cercato poi, di dargli il contentino. Anche i peli del culo gli deve levare! MERDE! Preparatevi perchè l’anno prossimo sarà peggio di questo e in culo ai bucmechers ed a chi gli crede! MERDE!

    1. Eh già, pontifichiamo sulla prossima stagione il 27 Maggio a mercato chiuso.

      Ma Seedorf a gennaio non era un raccomandato ed era meglio Inzaghi? Mi ricordo sondaggi come questo…. http://sondaggi.quotidiano.net/?sondaggio=10825

        • sadyq il 27 Maggio 2014 alle 16:09

        Scusa, mi spieghi che cazzo me ne frega dei sondaggi de Il Giorno? Che valore hanno? Chi ha detto, qui dentro, che Culonio era raccomandato? Io non ho detto niente perchè non sapevo come fosse come allenatore. Non le capisco queste tue uscite! E dimmi una cosa, pensi che Inzaghi si metta a chiedere qualche acquisto particolare o si accontenterà di quello che gli affibbiano? Le hai viste le sue prime dichiarazioni? Segnatelo: l’anno prossimo faremo più cagare di quest’anno!

        1. Un allenatore non chiede giocatori, quello è il DS. Ma non è questa la motivazione per cui viene mandato via Seedorf, questa è la motivazione popolare. Non mi strappo i capelli per un allenatore, comunque.

          Mi fa solo ridere come Inzaghi diventi un genio o un cretino a seconda della situazione.

          Comunque rimando a post successivo sulla situazione che farò quando eventualmente ci sarà l’annuncio ufficiale (ad oggi commentiamo il nulla)

        • sadyq il 27 Maggio 2014 alle 17:38

        “Un allenatore non chiede giocatori, quello è il DS”

        Ma che minghia dici? I giocatori li sceglie e li chiede l’allenatore, secondo il gioco che vuole fare. Poi il ds li cerca, li tratta, cerca i sostituti se quello che vuole l’allenatore non può arrivare! E parleranno insieme, faranno le strategie insieme, ma i giocatori li chiede l’allenatore. Sempre e dappertutto!

        1. Dillo a Mourinho che voleva Deco e Carvalho invece di Snejider e Lucio.

          • sadyq il 27 Maggio 2014 alle 18:06

          Appunto. Se un giocatore non è in vendita, hai voglia a volerlo. Il ds ha il compito di trovarne uno che abbia le caratteristiche chieste dell’allenatore! Ma che ci vuole a capirlo?

          • sadyq il 27 Maggio 2014 alle 18:07

          Minchia, ma secondo te chi cazzo la fa la squadra, il ds? Chi sceglie il modulo, la formazione?

        • sadyq il 27 Maggio 2014 alle 17:45

        E poi non ho detto che Inzaghi è un cretino. Non lo so che allenatore è, se è bravo o no. Dico che, se devo prendere uno senza esperienza, tanto vale tenere Culonio che finora ha fatto bene, nonostante tutto. E poi era gia a libro paga! Adesso devi pagargli tutto perché come al solito, hanno ribadito quanto sono idioti facendogli un contratto lungo, come se non conoscessero l’uomo Culonio e licenziandolo dopo pochi mesi! Roba da schiaffi nella bocca!

    2. Cazzo Diavolo hai come al solito centrato il punto della questione: la colpa è TUTTA di quegli idioti dei tifosi, che non si meritano una dirigenza/proprietà così presente e lungimirante! Diavolo per una volta smetti di essere un becero tifoso e ragiona, visto che il cervello ce l’hai…
      Comunque aspetto con ansia e trepidazione il tuo post a riguardo, ovviamente se questi rumors (messi in giro dai soliti giornalai prezzolati) verranno confermati.

  2. speriamo che Maiorino chieda buoni giocatori allora! 😕

    😕

    • il 27 Maggio 2014 alle 21:20

    A meno di un miracolo, tipo che hanno dato a Inzaghi il posto di Tassotti , mi preparo , come promesso a dichiararmi illuso e cretino,a cospargermi il capo di cenere ed ad astenermi da ogni commento per tre mesi.Questo per coerenza a quanto ho detto. In piu’ potrei anche non amare piu’ il calcio.

    1. Vittorio non fare così, non sei tu strano: tu ragioni da persona normale, con logica e pragmatismo, e ovviamente ti aspetti che gli altri facciano altrettanto, ma purtroppo non è vero. Il tuo unico errore è stato dare la tua fiducia a persone che adesso non lo meritano. E comunque sono sempre apprezzabili le persone che ammettono di avere sbagliato, dopotutto errare è umano; dai non stare uva tre mesi, hai detto anche tu che tutto sommato ci si diverte a prendersi un po’ per il culo.

    • Vittorio il 29 Maggio 2014 alle 22:06

    Grazie Lionardo,aspettiamo….

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