Neymar e Robben dominano. Il Messico fa fuori la Croazia

MessicoCroaziaUltima fase dei gironi. Cambiano le abitudini, cambiano gli orari, con quattro partite al giorno per definire le classifiche finali in ogni girone. In alcuni casi c’è poco da dire, in altri ci si gioca ancora tutto.

Il gruppo A è uno di questi, in cui Brasile, Messico e Croazia si giocavano i due posti disponibili. Per gli uomini di Scolari, chiamati a rialzarsi dopo la brutta prestazione nella seconda gara, c’era l’ostacolo Camerun da superare, abbastanza agevole sulla carta. E il campo lo conferma: gara scoppiettante, senza troppi tatticismi, che i padroni di casa sbloccano grazie al giocatore più atteso, Neymar. Nonostante siano fuori, i camerunesi non mollano, e trovano il pareggio con Matip. Ma il Brasile non può fallire, non di nuovo: e così Neymar si riprende ancora i suoi sulle spalle e riporta la selecao avanti. Nella ripresa i brasiliani dilagano, mandando in goal anche Fred e Fernandinho. Nessun problema, come previsto, e le incertezze delle prime gare per ora sono messe da parte. Nota su Neymar: continua nelle sue buffonate, anche quando segna e dà spettacolo. Non è così che si diventa grandi.

La vera gara da dentro o fuori era però Croazia-Messico: un pareggio avrebbe favorito i messicani, mentre per gli uomini di Kovac era necessario vincere. E non ce l’hanno fatta. Il primo tempo è all’insegna dell’equilibrio, un po’ per la paura di prendere goal, un po’ per le poche idee. Ma il Messico, si sa, sta smentendo ogni pronostico: ha cancellato il bruttissimo girone di qualificazione, e sta riuscendo a colmare le lacune tecniche con tanto cuore e molta organizzazione tattica. Nella ripresa i sudamericani mettono il turbo, e in 10 minuti condannano la Croazia all’eliminazione. Marquez, Guardado e il Chicharito Hernandez mandano a casa Modric e compagni. A nulla serve il goal finale di Perisic: i croati hanno perso la testa, e l’espulsione di Rebic negli ultimi minuti lo dimostra. Forse anche immeritatamente la Croazia lascia il mondiale, pagando tanto lo scotto delle ingiustizie nella gara inaugurale. Il Messico però non ruba nulla, anzi smentisce tutti e continua a sognare in questa splendida cavalcata mondiale.

Nel gruppo B invece era quasi tutto deciso. Olanda e Cile, già qualificate, si sono affrontate nell’ultima gara solo per definire la classifica finale. E gli orange, anche stavolta, non hanno sbagliato. Gli uomini di Van Gaal possono accontentarsi del pareggio, per passare come primi, a causa della differenza reti, e per questo non spingono sull’acceleratore, lasciando l’iniziativa al Cile. Ma anche gli avversari, senza Vidal, mantengono il ritmo basso. Non si registrano emozioni nel primo tempo, se non un mezzo coast to coast di Robben, che non si concretizza per poco. Maggiori iniziative nel secondo tempo, quando Sanchez prova a rompere l’equilibrio, ma in vano. E così gli olandesi vengono fuori nel finale e si portano a casa il match con i goal di Fer prima e Depay dopo. 3 vittorie su 3 e primo posto nel girone: quest’Olanda fa veramente paura.

Al contrario, Australia e Spagna sono scese in campo solo per l’onore, con nessun obbiettivo in più da raggiungere. E le furie rosse questo orgoglioso tirano fuori, vincendo senza troppi problemi l’incontro per 3 a 0. Villa, Torres e Mata beffano l’estremo difensore australiano, mentre per Reina, oggi in campo al posto di Casillias, i pericoli sono ben pochi. È forse l’epilogo triste del tikitaka, che ha miseramente fallito. Ed è anche l’addio di Villa alla nazionale, fatto di rabbia per la sostituzione anticipata, ma sopratutto di tante lacrime di emozione. Per lui dall’anno prossimo inizia l’avventura australiana…quasi fosse un segno del destino.

Gli incroci portano allo scontro agli ottavi proprio tra i due gironi, con il Brasile che affronterà il Cile, mentre l’Olanda troverà il Messico sulla sua strada.