Milan – Udinese 1-1, la partita tattica

2 Aprile 2019, Stadio San Siro

Formazione Milan
Rivoluzione in casa Milan per Gattuso, cambiano entrambi i terzini in favore di Abate e Laxalt, davanti si torna alla coppia con Piatek e Cutrone insieme, a farne le spese è Suso. Cambiamenti anche in mediana, con Biglia Bakayoko e Calhanoglu, con Paquetà dietro le punte per un inedito 4-3-1-2.

Formazione Udinese
Tudor recupera Lasagna in coppia con Pussetto in attacco, avvicendamento a centrocampo tra Mandragora e Behrami, rispetto alla difesa a 4 del suo esordio contro il Genoa è previsto il ritorno alla difesa a 3 con il recupero di Samir.

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Terzini rossoneri, problemi di ampiezza.
Un modulo con il trequartista schierato tra le linee necessita in primis della presenza costante dei terzini alti e larghi a garantire ampiezza, in impostazione la coppia rossonera resta però bassa per alzarsi solo in un secondo momento, questo congestiona la zona centrale dove Paquetà oltre a subire la marcatura ad uomo di Behrami si trova spesso a giocare in una zona molto trafficata.

Da notare che le uniche due volte in cui il brasiliano ha dovuto gestire solo lo svizzero in uno spazio sufficiente è riuscito a calciare pericolosamente dai 25 metri ed a mettere elegantemente in porta Cutrone, prima di essere sostituito per infortunio.
Castillejo, che per natura cercherà maggiormente lo spazio laterale, centralmente soffrirà gli stessi problemi.

Mezzali rossonere
Interpretazione simile quella offerta dalle mezzali rossonere, Calhanoglu è adibito alla regia e come ha sempre evidenziato sin qui è sempre orientato a guardare verso l’interno del campo, allargandosi molto poco a sinistra, Bakayoko si allarga spesso orizzontalmente, raramente in verticale, movimenti di entrambi che limitano ulteriormente l’ampiezza.

Piatek – Cutrone
Sebbene l’assist sia di Cutrone, meglio Piatek di Cutrone nel dare disponibilità ad allargarsi per favorire il taglio centrale del compagno, intesa per entrambi che non appare affatto naturale e semplice da implementare.

Non è un caso però che su azione costruita le principali occasioni siano nate dal movimento ad allargarsi di uno dei due attaccanti, in una squadra che con i terzini e con le mezzali fatica a giocare in ampiezza e porta sempre pochi uomini in avanti.

Milan senza palla
Il Milan tenta l’uscita sulla costruzione bassa dell’Udinese, senza elevata intensità, ma alzando i terzini sui quinti e con i 3 davanti a schermare le uscite centrali per orientare la pressione ed il potenziale recupero sugli esterni.

Negativa l’applicazione delle mezzali, che sono apparse sempre in ritardo nel coprire lo spazio alle spalle dei terzini dove da un lato Pussetto, dall’altro De Paul sono sempre in attesa di ricevere palla.
Anche la linea difensiva resta troppo bassa e non accompagna la salita dei compagni lasciando troppi metri tra le linee.

Udinese
Il 3-5-2 che diventa un 5-4-1 basso con il solo Lasagna a presidiare l’attacco appare qualitativamente troppo povero per imbastire un principio di possesso, in particolare l’assenza di Mandragora a ricevere l’uscita palla appare determinante in negativo, con Behrami a sua volta marcato dal mediano centrale rossonero è De Paul ad essere costretto a scendere sin sul terzo difensivo per cercare di raccogliere il pallone.

Al 60′ arretra Pussetto da quinto inserendo Okaka per Ter Avest, sfruttando la fisicità del neo entrato per appoggiare le palle lunghe e lo straripante atletismo di Pussetto per cercare lunghi tagli e allunghi sulla corsia destra.

Okaka riveste un ruolo importante nella rocambolesca azione che porta al pareggio, facendosi trovare sul rinvio della difesa, mantenendo il possesso il tempo necessario per allargare sul taglio largo di Fofana che è bravo a servire centralmente lo scatto di 80 metri di Kevin Lasagna, al quarto gol in quella porta di San Siro.

Reazione post pareggio
I minuti successivi al pareggio sublimano tutte le difficoltà apparse nella prima frazione di gioco, con una squadra lenta ed impacciata nel disporre dello spazio sul campo e poco abituata a muoversi senza palla, quasi naturale il passaggio al 4-4-2 con l’inserimento di Calabria per Abate per orientare il gioco di più sulle corsie laterali cercando come nel finale del derby di riempire l’area con i cross.

Rossoneri che si affidano più alla determinazione che ad un idea precisa, continuando a mancare le sovrapposizioni i cross sono per lo più dalla tre quarti e spesso sbagliati, spazio centrale affidato al mero riempimento dell’area senza cercare di liberare i corridoi interni.

Fa riflettere che l’occasione migliore di tutto il secondo tempo nasca dall’unico cross dal fondo ad opera di Laxalt, pallone perfetto per Castillejo che spara su Musso.

Conclusioni
Al di là del nuovo modulo, la difficoltà del Milan a giocare a pallone è sottolineata da come una povera Udinese sia cresciuta nei 90′.

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