Un rossonero da raccontare… George Weah

Pallone d'Oro 1995

Ritorno dopo un po’ di tempo a postare sul blog con una storia fatta di passione e ricordi, quella del Re Leone, il diamante nero George Weah.

GLI INIZI – Weah inizia a giocare fin da giovane in Liberia, nel piccolo campionato della Liberian Premier League. Più dell’80% delle squadre di questo campionato africano provengono dalla città di Monrovia. La carriera di George inizia con la maglia del Mighty Barolle, nel 1985-86 ed è subito scudetto. Con 7 gol in 10 partite Weah contribuisce alla vittoria del campionato. L’anno dopo viene ceduto all’Invincible Eleven dove vince il decimo scudetto per la formazione della città di Monrovia, riuscendo a segnare ben 24 gol in 23 partite. E’ qui che si guadagna la fama continentale, giocando nella successiva stagione a metà tra squadre della Costa d’Avorio e del Camerun.

VIVE LA FRANCE – Come molti giocatori africani, anche Weah emigra in Francia, dove conosce il calcio europeo. Qui veste le maglie di Monaco e Paris Saint Germain, conquistando uno scudetto con i parigini, 3 Coppe di Francia e una Coppa di Lega francese. In una partita europea tra Milan e Paris S.G. Weah viene limitato dalla difesa del Milan, ma Braida confida in lui e lo porta a Milano per il dopo Van Basten, dopo la vittoria della scarpa d’oro nella Coppa dei Campioni.

UN LEONE PER IL DIAVOLOElegante come una gazzella, potente come un leone, veloce come un ghepardo. Così si può riassumere la classe di Weah con la maglia rossonera. Appena arrivato vince subito il Pallone d’Oro, primo e unico africano nella storia del calcio a conquistare l’ambito trofeo. Il 27 agosto del ‘95 a Padova entra nella storia fornendo l’assist decisivo per l’ultimo gol con la maglia del Milan in campionato per Franco Baresi, che si sarebbe ritirato 2 anni più tardi. E poi? Il miracolo, in uno dei più bei gol mai visti a San Siro. Verona, 8 settembre 1996. Calcio d’angolo per il Verona, palla recuperata da Weah nell’area di rigore, accelera, una veronica e… non lo ferma più nessuno. Aumenta la falcata.. una lunga corsa verso la porta… 80 metri di pura potenza, classe, estro, precisione, tecnica e genialità. Col Milan vince 2 scudetti e regala tante emozioni.

DOPO IL MILAN – Chiude la carriera da nomade, dopo 4 stagioni e mezzo nel Milan. Prima in Inghilterra, dove non lascia il segno, poi torna in Francia a Marsiglia, infine si regala qualche soldo e un’ultima stagione nel campionato degli Emirati Arabi, con la maglia dell’Al-Jazira. Nel 1999 ha vinto il riconoscimento di Calciatore africano del secolo.

UN AMORE CHIAMATO LIBERIA – Weah ha sempre amato la propria nazione. Da calciatore ha portato per la prima volta nella storia della sua nazionale la Liberia alla fase finale della Coppa D’Africa, nel 1996. Quella Coppa d’Africa fu ricordata per essere stata la prima vinta dal Sudafrica (dopo la fine dell’Apartheid) che organizzò la manifestazione ritornando in un torneo ufficiale dopo l’espulsione dalla Fifa del 1976. George investì tempo e denaro nella nazionale della Liberia, cercando in tutti i modi di farla qualificare per i mondiali di calcio del 2002, ma per un solo punto non ci riuscì. Tuttavia la Liberia riuscì a partecipare un’ultima volta alla Coppa d’Africa 2002. Oggi è un politico e grande figura umanitaria, simbolo non solo calcistico, ma esempio in Africa e per tutto il mondo.

9 commenti

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  1. spero vi piaccia il post 🙂

    1. Piace così tanto che per ora non ha commentato nessuno.
      Lo sciopero continua, ma non mi fermeranno. Anzi mi rendono solo più agguerrito.

        • LaPauraFa80 il 22 Ottobre 2011 alle 11:22

        E’ sabato mattino, fuori fa frescolino, la gente preferisce rimanere sotto le coperte. Su, su, non farla tragica!

    • fabregas11_Robinhood il 22 Ottobre 2011 alle 11:22

    diablo sei una VITTIMA DEL SISTEMA!!!!

      • LaPauraFa80 il 22 Ottobre 2011 alle 11:23

      Gli hanno uggiso l’anima..!

  2. grazie LPF :mrgreen:

  3. I milanisti sono superiori perché possono dire di aver visto i più grandi uomini e campioni della storia

  4. 2-2 della stupenda juve.
    In pratica se avevamo Nesta e Thiago a posto dall’inizio a quest ora eravamo capolisti solitari

    • sadyq il 22 Ottobre 2011 alle 23:15

    “Capolisti” non esiste nella lingua italiana: o capolista, o capilista!

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