La banda degli onesti

Le recenti intercettazioni (che sono uscite, guarda caso, a processi praticamente chiusi) gettano un ombra strana su tutto ciò che è venuto alla luce nel 2006.

Ricordo bene quei giorni: proprio a Bari si svolse l’ultimo atto dell’era Moggi: volevo andare a vederla (sapete, col Bari che languiva nei bassifondi della B la prospettiva di vedere grandi squadre al S. Nicola era ben lontana): non ci riuscii. Poi i giorni dopo, e l’inferno travolse il mondo del pallone. Queste rivelazioni sembravano quasi bestemmie contro il sistema: dopo la Juve, anche il mio Milan venne invischiato nella faccenda: e il volto pallido dei miei amici interisti riprese colore.

Ora avevano il marchio degli onesti! Altro che quelle squadrette – dicevano –  i migliori d’Italia siamo sempre stati noi. E, imbaldanziti , ci guardavano precipitare nel baratro, che prove pesanti come macigni avevano creato. Hanno vinto questi scudetti, fino ad oggi. Giusto per chiarirci, un piccolo riepilogo (escluso ovviamente lo scudetto di cartone che hanno avuto il coraggio di festeggiare ad agosto: del resto, di scudetti d’agosto, nell’era Moratti, ne hanno vinti tanti.):

2007 – Praticamente nessun avversario: Roma “work in progress” , Juve in B e Milan concentrato sulla Champions (grazie alla quale – Ambrosini docet –  hanno ancora un bruciore nelle parti basse)

2008 – Avevo già preparato lo striscione per lo scudetto giallorosso e – senza Ibrahimovic – e mò, cari Perdazzurri, non venitemi a dire che senza Calciopoli sarebbe venuto – l’avrei potuto esporre.

2009 – Il solito fattore M. Lo Special Uan , tra una moltiplicazione di pani ed una trasfigurazione nel deserto, è riuscito persino a vincere in maniera decente con l’Inter.

Sapete una cosa? Il basket sembrava davvero copiare il calcio. Anche là c’è una dominatrice (la MPS) e anche qua è uscito qualche cosa. E’ ormai vecchia da mesi la storia degli ottavi contro la Fortitudo di due anni fa e di arbitri, per fare un eufemismo, compiacenti.

Devo dire, tutti i nodi stanno venendo al pettine: E svaniscono quattro anni di aria fritta e di dichiarazioni di onestà intellettuale e sportiva da parte loro. Il sistema coinvolge anche Facchetti, che (dicono le intercettazioni, non le congetture di Tuttosport o Forza Milan) avrebbe fatto pressioni a Bergamo per arbitri favorevoli in una sfida contro la Samp.

Tanti tifosi dei Rosiconi F.C. (Fan Cagare) si sono arrabbiati sostenendo che così “infanghiamo la memoria di un grande”. Che Facchetti sia stato un grande in campo (hmm… di quella “grande” Inter mi sono già occupato su questo blog)  e nella vita, su questo non si può discutere, ma la tendenza di  perdonare in morte tutto ciò fatto prima di spirare…Non a caso, ogni volta che al tg danno la notizia di qualche morto, dicono sempre: “Era un così brav’uomo“. Ciò mi fa letteralmente schifo. Sono un tipo ben più schietto (e meno ingenuo, ci tengo ad aggiungere) di quanto possa sembrare. Ricordiamo (anche se qua ci vorrebbe Ghost), che i tifosi interisti sono chiamati “Bauscia”, il termine in milanese è sinonimo di “persona altezzosa con la puzza sotto il naso”. In pratica il jet-set dei salotti, quello dell’ipocrisia fatta life-style. Permettetemelo… preferisco la verità.

Giusto per dire, comunque: Facchetti era presidente onorario, mentre  il tanto vituperato, quasi insultato, Meani era, nell’organigramma societario della prima squadra di Milano, l’addetto agli arbitri. Ha certo un po’ esagerato, il Meani; ma, devo dire, un addetto agli arbitri che non fa quello per cui è pagato è come uno stalliere, in una lussuosa villa, che non si occupa di cavalli (ogni riferimento a fatti, cose o persone è puramente casuale).

Ma tanto, ricollegandoci al discorso dell’ipocrisia, è difficile nascondere la palese verità: cose come quella che è uscita fuori quattro anni fa, si sono sempre fatte, si fanno e si faranno ancora. Le grandi non perdono certo il loro predominio in tutto ciò che circonda il dio pallone. E quando qualcuno ha cercato di inserirsi in questo gotha, ha dovuto piegarsi a quei mezzucci, venendo buttato fuori a calci nel sedere: non è che Moratti sia un onestone in confronto ai “mariuoli” Tanzi e Cragnotti. Le grandi si spartiscono i ricavi lasciando le magagne ai piccoli pesci. Non nascondiamoci dietro ad una capocchia di spillo.

Se non fosse chiaro: l’idea di Vieri di togliere lo scudo 2006 all’Inter mi sembra una gran panzana. Penso che nemmeno i tifosi della Roma lo vogliano: chiunque ha più stile degli onestoni. Tanto quello scudetto vale solo negli albi d’oro. Negli annali delle magie, delle emozioni, di tutto quello che il calcio ci dà, resterà solo una paginetta nera. A meno che non si voglia fare scaramanzia: un’altra estate a discutere, così l’Italia vince il Mondiale…ma si chiama scaramanzia quella, non “miracoli.

APPENDICE -1-

Se la Gazzetta dello Sport continua a chiamarla Moggiopoli…non ci siamo proprio. Moggi è stato il più affamato dei topolini, al punto da prendere il succulento pezzo di formaggio che stava in mezzo alla tagliola.

APPENDICE -2-

Giusto per ricollegarmi, ieri a RePLAY (Rai 3): “Non vi facciamo sentire l’intercettazione del 9-1-2005 in onore alla memoria di Facchetti”. Ditemi: è informazione questa?