Il mercato del Milan e la comunicazione servile dei media

Paquetà è arrivato, poi non si sa. La situazione ad oggi è questa ed è in evoluzione fino al 31 gennaio. Il Milan entra nel mercato ad un punto dalla Champions League – non ci entrava così bene da due anni coi 39 punti del girone d’andata. Proprio quell’esperienza che ci portò a perdere male lo scontro diretto casalingo per la Champions League col Napoli e ci fece perdere tre posizioni nel girone di ritorno deve essere istruttiva.

Oggi, Vitiello, che in caso di società è cassazione – vale a dire che la società gli dice cosa deve twittare e lo twitta – ha pubblicato quelle che se saranno le linee guida. Se tali saranno non credo che il club entrerà nelle prime quattro (ed in questo senso occhio alla Roma più che alla Lazio). Nel piano originale l’attaccante doveva essere Ibrahimovic, il centrocampista Fabregas: una scorciatoia verso l’autostrada europea. Sono saltati entrambi – non si sa per quali motivi, c’è chi parla di decisione di Gazidis e chi semplicemente ritiene che i giocatori abbiano deciso di dire no al progetto.

Partendo da un bilancio al 30 giugno 2018 (dati ufficiali) che parla di 150,4 milioni di costo del personale e di 110,5 milioni di ammortamenti (quasi 50 milioni più dell’anno precedente grazie alla campagna acquisti di Fassone-Mirabelli) arriviamo quindi con le stime di calcioefinanza a vedere come la campagna acquisti attuale alza sicuramente il costo del personale (a cui vanno aggiunti gli ingaggi dei nuovi dirigenti x) e al momento riduce gli ammortamenti – non fosse altro perché i due giocatori più pesanti al momento sono in prestito.

Il Milan al momento paga sicuramente i prestiti di Bakayoko, Higuain e Kessie – che era in prestito biennale e che finiscono in godimento beni di terzi. Non so se vi sono altri costi, probabilmente sì, e questi finiranno sotto y. Dovrebbero essere minori gli altri costi ed oneri, per via degli accantonamenti fatti quest’anno per pagare gli stipendi dei dirigenti esonerati e la multa UEFA.

Annate – Costi2018/192017/18
Costo Personale161,1+x150,4
Ammortamenti e svalutazionicirca 97,5110,5
Godimento beni di terzi32+y57,9
Gestione diritti calciatoricirca 32,7
Acquisto materie prime e mercicirca 44
Altri costi ed onericirca 15-2028,9
TOTALI317,6+x+y354,4

Il problema del Milan è principalmente un altro: a giugno scatteranno 71 milioni di diritti di riscatto oltre all’obbligo di Castillejo a 15. Quest’ultimo si paga coi riscatti obbligatori di Antonelli e Locatelli mentre per uno dei primi due è ovviamente fondamentale quello a 38 di André Silva. Questo lascia poco spazio ad un Milan che deve cercare di arrivare ad un fatturato di almeno 300 milioni, senza Champions League, per non finire ulteriormente nelle forche caudine dell’UEFA (la Champions, infatti, impatterà solo nel bilancio 2019/20)

In questo senso è chiaro che questo Milan ha un giocatore che non può permettersi, che è Gonzalo Higuain (e da qua lo scambio con Morata che a parità di ingaggio avrebbe ammortamento residuo inferiore). E’ altrettanto chiaro che la Champions League servirebbe non tanto a prendere nuovi giocatori ma, al momento, a pagare la squadra attuale.

Da qua abbiamo due grossi punti: il primo riguarda Paquetà per cui il Milan ha speso 35 milioni (sì, pagabili a rate, ma questo impatta sulla liquidità in cassa – non impatta sul bilancio e sul saldo per il FFP). Se veramente Leonardo si fosse bruciato tutto il budget su una promessa sarebbe da licenziamento immediato e da dilettante peggio di Mirabelli.

Il secondo riguarda la volontà di Elliott che può scegliere di tornare all’ultimo Berlusconi, ovvero ridurre le spese e vivacchiare – ma si riducevano anche i ricavi vista la fuga degli sponsor (i passivi sarebbero decisamente più contenuti, visto che non vi sono pendenze da saldare con una casa madre) o può scegliere di investire cercando il treno che porta a rompere il quartetto delle attuali squadre in Champions. Molto difficile: vedrete che la Roma si riprenderà nel girone di ritorno. La condizione dell’Inter non è replicabile perché non c’è più un posto che arriva dal nulla quindi dovremo per forza provare a scalzare una squadra nel giro.

E’ assolutamente chiaro che senza Champions League e sotto un giudizio UEFA il Milan è assolutamente in un punto di non ritorno – e lo dobbiamo tutto ai signori Fassone e Mirabelli e alla squadra costruita senza capo né coda. Se il Milan fallirà la Champions League non solo non verranno riscattati Higuain e Bakayoko ma servirà anche realizzare una plusvalenza da 40-50 milioni. Suso o Donnarumma, insomma. Cosa che a seconda di come finisce la battaglia al TAS non si esclude di dover fare lo stesso.

Nonostante i continui cambi di giocatori, infatti, il Milan 2016-17 resta quello più forte in campo – non in organico. Manca un centrocampista in grado di impostare l’azione da dietro, mancano esterni in grado di creare superiorità sulle fasce, soprattutto la sinistra. Questo è stato l’errore di Mirabelli che si è liberato con troppa sufficienza – ad esempio – di Deulofeu e Niang.

Io non posso non credere che Elliott non faccia di tutto per cercare di finire nelle prime quattro. Lecito e non lecito. Quello che al momento si sa è che i giornalisti non hanno notizie sul Milan e sul mercato filtra ciò che il Milan vuole far filtrare. Gli acquisti estivi e quello di Paquetà sono stati tutti nomi usciti all’improvviso a trattativa già finita. Aspettiamo e vediamo come finirà da qua al 31 gennaio ricordando che investire è diverso da ripianare – la prima azione è preventiva, la seconda è a cose fatte.

C’è da registrare, però, purtroppo, anche l’ennesima campagna dei media schierati contro chi in Italia controlla l’informazione sportiva, chi – come riporta Pistocchi – fa le campagne pubblicitarie di FCA a seconda del giusto grado di marchettoni e caccia i cronisti non graditi. Mentre Paquetà viene intervistato da France Football e la stampa internazionale parla dei gol del Milan, Sky Sport ad esempio manda in loop i gol di Ramsey, passato da quello che quando segna muore un VIP al nuovo Neymar – non sapevo che il gallese fosse un top mondo, d’altronde lo è stato anche Golovin al mondiale russo, fintanto che madama era interessata.

In attesa dei colpi di mercato il Milan deve tornare a ringhiare prepotentemente nelle redazioni dei giornali, le stesse che hanno fatto passare Skriniar per un top mondo da 90 milioni, le stesse che svalutano Donnarumma a 40, le stesse che esaltano i Chiesa e Zaniolo di turno ma hanno ignorato deliberatamente Cutrone. Il Milan deve tornare subito a difendere la propria immagine ed il proprio prodotto: persino l’anonimo Guido Vadalà era il nuovo Messi mentre il miglior giocatore del brasilerao 2018 viene ignorato.

E così, mentre scopriamo l’esistenza dei Globe Soccer Award con tanto di inviati e dirette streaming per il premio che Mendez dà a Ronaldo (il pallone d’oro era troppo mainstream), mentre ultras bianconeri in cerca del contratto della vita nelle redazioni delle testate online sportive fanno a gara a chi realizza la marchetta migliore per farsi notare dalla comunicazione sabauda. I prezzi dei giocatori passano anche da una buona stampa – necessario crearla e mantenerla. In questo Berlusconi, unico italiano con una influenza mediatica paragonabile a quella della famiglia Agnelli, era maestro – chi è venuto dopo molto meno.

Un amico una volta mi disse di non considerare questi dei mezzi di comunicazione ma delle vere e proprie lobby mediatiche. Alla prova dei fatti mai parole furono più veritiere.