Carlo Ancelotti Show

Un Carletto così forse non l'avevamo mai visto nei sette anni di Milan. Finlmente ha potuto levarsi tutti quei sassolini dalle scarpe che quando era tesserato per noi non ha voluto (o forse non ha potuto) levarsi. E' lui a difendere il Milan. Problema questo che ormai caratterizza la società da molti anni. Non ho mai visto né Ancelotti, né Galliani, né Berlusconi né ora Leonardo difendere la squadra come farebbe in prima persona qualcuno dell'altra sponda. Ma torniamo alla frase che ha fatto più clamore: quella su Mourinho. Ha ragione Carlo, ancora una volta. Lui che di coppe ne ha vinte ben due, una in quella che attualmente è ancora la più importante partita del calcio italiano a livello di club, a cui si aggiunge uno scudetto nel 2004. E' riuscito a vincere tutto con la stessa squadra. E' arrivato come "il perdente che alla Juventus aveva fallito" ed è diventato il miglior allenatore al mondo. Poi la scelta di separarsi, una squadra che non seguiva più i suoi ordini e con un gioco che stava diventando sempre lo stesso e sempre prevedibile. Ora la grande opportunità: portare a Londra quella coppa che Mourinho ha inseguito inutilmente dopo essersi fatto fare da Abramovich la squadra su misura e che un Avram Grant qualunque ha portato a una scivolata dall'alzare il trofeo. E' un Ancelotti diverso quello inglese, più libero, più sfacciato con gli avversari, che ha più consapevolezza di sè e dei propri mezzi come d'altronde accade in Premier League. Parla dei tifosi della Juve, una storia vecchia quella, mai digerita a Torino, dove se non vincevi uno scudetto eri per forza un perdente. Eppure ora sappiamo come andavano quei campionati.

Probabilmente è stato giusto così, per tutti e due ora è una grande opportunità. Per il Milan per ricominciare e rinnovare e per Carlo che ha finalmente la sua grande opportnità di muoversi liberamente senza imposizioni dall'alto.

"Le panchine sono uguali in tutto il mondo, sei vinci sei bravo, se perdi sei un coglione“.

Ora è la tua occasione. Alza la coppa a Madrid, ancora una volta. E poi zittisci quelli che diranno che comunque un po' di merito della vittoria sarà a causa delle scelte di Mourinho. Ci vediamo a Madrid Carlo, sono sicuro che tu ce la farai. Noi un po' meno.