We Are AC Milan – Fatturato, Atletico e Dortmund. Possibilità concrete o scuse per ottenere l’impossibile?

Atletico Madrid's Diego Costa celebrates his goal against Levante with teammate Diego Godin during their Spanish first division soccer match in MadridFatturato. Una magica parola che abbiamo sentito spesso negli ultimi due anni. Più come pretesto che come idea concreta. Che cos’è il fatturato? Non quello che potete spendere, ma il cosiddetto “ricavo”. Se comprate una qualsiasi cosa a 10 euro e la rivendete a 12 il vostro “fatturato” sarà 12 euro – ma di euro in tasca ne avete solo 2.

Il fatturato inoltre non è un indice completo per capire la situazione di una società: è solamente un flusso di cassa, una situazione delle sole uscite. Non tiene conto delle spese e non tiene conto dello stato patrimoniale – nel qual caso, della rosa. In soldoni, è come chiedervi se preferite prendere 2000 € al mese vivendo per strada o 1500€ al mese avendo una casa di vostra proprietà. Immaginate ora che il Milan fatturi più del Real o del Barcellona ma – viste le rose attuali – non vi è dubbio su chi possa spendere di più sul mercato: basterebbe cedere Bale da una parte o Neymar dall’altra e con il ricavato si supererebbe immediatamente tale differenza avendo una rosa, comunque, ancora più competitiva. Il fatturato quindi non è abbastanza per giudicare la forza economica di una società. Perché lo si usa? Probabilmente in maniera pretestuosa dato che quello del Milan è molto alto (ora il secondo dietro la Juventus). Ovviamente vedendolo come un “dono ricevuto” e dimenticandosi chi lo ha portato a quel livello. Non ho sentito parlare del fatturato del Galatasaray o del Benfica. Non ho sentito parlare del fatturato dell’Arsenal in questi 10 anni. Non ho sentito parlare del fatturato di Porto e Monaco nel 2004. Si è parlato, guarda caso, solamente del fatturato dell’Atletico Madrid.

Atletico Madrid. Appunto. La squadra “modello” di quest’anno – l’anno scorso era il Dortmund, il prossimo chissà. Un po’ come in Italia quest’anno era la Roma, l’anno scorso era la Fiorentina – perché il modello da seguire è sempre lo stesso ma la squadra cambia. E’ facile nascondere le negatività sotto il tappeto – facilissimo – specie quando la squadra non è la tua. E’ facile dimenticare come il progetto Roma arrivi da due anni fuori dalle coppe – per fare un esempio – come il Dortmund esaltato l’anno scorso e costruito tutto su due gol nel recupero col Malaga sia finito ad oltre dal Bayern e abbia perso un giocatore come Lewandowski a zero. La mia personale opinione su queste “squadre simpatia” è che dimenticandosi spesso della loro occasionalità le si prenda a modello. Atletico, Dortmund, Schalke 04 due anni prima ma anche l’Inter nel 2010… esempi validi fino ad un certo punto proprio perché la squadra che fa l’exploit non è mai la stessa. E questo risiede più che nei fatturati nello stesso gioco del calcio – lo stesso gioco per cui la Costa Rica può andare ad un passo dalla semifinale mondiale – altrimenti non mettiamoci nemmeno a giocarle le partite e facciamo la classifica in base ai fatturati.

E’ insomma un errore mettersi a cercare non tanto quelle progettualità, programmazione ecc in queste squadre quanto pensare che queste ti possano far competere regolarmente con le altre. Quanto abbiamo visto è frutto, tutto sommato, di exploit parziali e occasionali. Perché poi, tolte quelle, i nomi delle semifinaliste di coppa campioni negli ultimi anni sono stati più o meno sempre gli stessi: Barcellona, Real Madrid, Bayern Monaco, Chelsea, Manchester United e prossimamente PSG. Che hanno una situazione molto alta in fatturato e organico (notare la congiunzione). Non si può quindi usare il Dortmund o l’Atletico come scusa per non essere al livello di questi, come scusa per non fare un exploit.  E’ un po’ come prendersela con l’edicolante che ti ha dato il biglietto del gratta e vinci sbagliato perché quello prima di te ha vinto il jackpot – invece di cercare di costruirsi il proprio patrimonio col duro lavoro e il sudore della fronte.

Inutile quindi illudersi – e non parlo di Milan, ma di calcio italiano in generale. Il treno è passato – lo abbiamo perso. Oggi si tira sul prezzo di Iturbe, valutato 30 milioni in un calcio che ha subito una inflazione pazzesca dei prezzi dei cartellini per via dell’inserimento degli sceicchi nelle varie società. E quando c’è inflazione ogni scorta economica perde il proprio valore in favore di quelle materiali – oggi mettere soldi, anche per via del FFP, è sempre più difficile. Gli unici investimenti vengono fatti cedendo e reinvestendo e di cedibili nella rosa del Milan senza una valorizzazione adeguata ce ne sono pochi. L’unica possibilità di crescita per l’Europa è quindi di continuare a fare operazioni stile Thiago Silva (ma quanti di quelli che ora si riempiono la bocca con le parole progetto e programmazione lo capirebbero?) ma certe operazioni le considero più frutto di un terno al lotto – un giovane forte, oggi, è difficile da scovare e spesso ci sono già su i grandi club che nel mentre tu cerchi un giocatore di quel livello ne prendono 4-5 a suon di milioni. Poi va fatto crescere – e nell’ambiente del Milan odierno è veramente difficile che ciò accada. Nel mentre devi comunque garantire un risultato sportivo e non puoi permetterti di schierare una squadra di giovani andando al di là del risultato. Quello che posso dirvi, però, è di diffidare degli esperti o presunti tali che ricordano un nome anticipato che magari esplode mandando nel dimenticatoio una cinquantina di altri nomi rimasti dei signor nessuno.

Mettiamoci quindi il cuore in pace e non inseguiamo dei sogni irraggiungibili: l’Europa non è più cosa per le squadre Italiane. Prima lo si capisce – meglio è. Tra noi e le altre c’è una distanza enorme non colmabile sul piano economico. Poi si può far finta di niente e parlare di programmazione per colmarla – si può vedere qualche exploit ma le coppe dei campioni le alzano i soliti noti. Cerchiamo quindi di primeggiare nel nostro orticello italiano rassegnandoci al fatto che l’erba del vicino è molto più verde. Lasciamo quindi da parte fatturati, Atletico, Dortmund e chi verrà il prossimo anno che restano gli ultimi appigli per continuare ad illuderci e a prenderci per il culo. E a darci delle colpe perché noi, quel maledetto 6 al superenalotto, non lo riusciamo a fare.

L’articolo originale su Milanorossonera.it

7 commenti

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    • Vittorio il 14 Luglio 2014 alle 19:48

    Ma che? Sei diventato di colpo superpessimista ? Non ti senti piu’ sicuro del grande stratega del mercato , il tuo amato Adriano . Caro Diavolo , che malgrado il fatto che assolvi sempre Adriano e condanni sempre Silvio per poi sostenere che i due vanno d’amore e d’accrdo , malgrado questo, dicevo , mi sei simpatico e sei Milanista .
    Ma , vedi , io sarei SEMPRE col mio Presidente che mi ha fatto vincere TUTTO ,ma proprio tutto , per anni e anni , anche se fosse Grillino , anche se fosse comunista , anche se fosse fascista , tutte cose che io non sono , ma non confonderei MAI col tifo e nemmeno con l’obiettivita’ . Purtroppo , invece molti in Italia , oggi , confondono tutto con la politica . E questo perche’ hanno permesso alla propaganda di confondere le loro intelligenze . Passando a quel che scrivi , e malgrado il mio sdegno per quanto avvenuto , io penso che se si sanno spendere BENE i soldi che si hanno si puo’ ricostruire la squadra . Senza vendere un campione per comprare quattro o cinque
    mediocri magari conmlauti stipendi . Cosi’ si DISTRUGGE un patrimonio e la parola programmazione non assume alcun senso . Purtroppo negli ultimi anni il Milan ha vanificato investimenti e ricavi di vendite di campioni acquistando male . Ogni tanto sento criticare Pirlo , caro Diavolo , e mi viene da piangere lacrime amare . Qualcuno si ricorda di Schiaffino ? Qualcuno si ricorda di Dino Sani ? Qualcuno si ricorda di Suarez ? La Juve non aveva un gioco e di colpo gli ingranaggi si sono messi a girare come quelli di un orologio svizzero . L’allenatore , ma quali cazzi ! Certi giocatori , come quelli citati , come Pirlo , come Xavi , come pochi altri , sono il CERVELLO della squadra e le ricostruzioni di un gioco , di una squadra vera non ne possono fare a meno . guarda i tempi : fuori Pirlo si va avanti solo per i colpi estemporanei del Pallone di Platino Ibrahimovic . Poi , a guida Montolivo , il buio profondo . E qui sta il vero dramma . Senza scampo . Montolivo non e’ un CERVELLO per la squadra . In quel ruolo e’ assolutamente mediocre . E , per giunta , e’ convinto di esserne capace . E ne sono convinti pure Galliani , Inzaghi e Tassotti . Seedorf che sapeve bene di queste cose gli aveva tolto il timone ed aveva acceso la speranza . Ora la restaurazione di Galliani ci riporta indietro . Speriamo nei miracoli .

    1. Galliani… certo. Quest’estate cade anche la scusa del monte stipendi alto. A cosa ci si aggrapperà, poi?

    • mattoinh7 il 14 Luglio 2014 alle 20:04

    Scusa, mi puoi mostrare quello che è stato il percorso sportivo di Ateltico Madrid e Borussia Dortmund negli ultimi 5 anni?

    • mattoinh7 il 14 Luglio 2014 alle 20:16

    Oppure mi viene da pensare a quella che è stata la crescita del Bayern Monaco a partire dal 2007/2008 per poi culminare in queste ultime due stagioni, senza contare che la loro nazionale è lo specchio di quello che è stato il lavoro fatto su tutto il sistema calcio.

    L’errore che si commette, in questo post e in altri, è il non aver capito la differenza tra copiare e prendere ispirazione: copiare è sbagliato e impossibile perché le strutture (in senso lato) sono diverse e non replicabili; prendere ispirazione significa accorgersi che il percorso sportivo di queste squadre non è causale, ma è stato un crescendo. Ciò è avvenuto perché in parallelo all’aspetto sportivo si è lavorato su quello economico, basti pensare al caso dell’Atletico (Società che i suoi problemi di bilancio ce li ha cmq) e a i nomi dei loro centravanti che hanno acquistato e poi venduto finanziando così il club: alla faccia del concetto di valorizzazione.

    Il problema del nostro calcio è sia a livello sportivo (se cedi Ibra e Thiago Silva ti sistemi a bilancio, ma sostituendoli con Zaccardo e Matri ti distruggi sul campo uscendo dalle Coppe, non qualificandoti in CL e quindi riaggravando la situazione a bilancio), che a livello economico (ad esempio l’Inter del 2010 che si è autodistrutta un patrimonio).

    Quando capiremo che la gestione del sitema calcio non è fatta a compartimenti stagni (in questo ad esempio apprezzo la mentalità imprenditoriale di Thohir che cerca di fare le nozze con i fichi secchi), forse ci rilanceremo anche a livello di Nazionale oltre che di club.

    1. E’ stato un crescendo che ha portato a…. 1 finale persa?

      Il punto è questo: io sto parlando di europa. Lasciamo perdere l’europa league e i campionati nazionali. Io parlo di arrivare tra le prime 4 d’europa. Costantemente. Ed è inammissibile secondo me spacciare percorsi che tutto sommato han portato a risultati saltuari con chi ci è in maniera costante

  1. Si diablo…anch’io penso che sei stato pessimista un ‘cicinino’ di troppo. Ma il tuo è un lucido ragionamento che non tiene conto del fatto che certe grandi squadre, talvolta, nascono anche casualmente. Prendiamo una nazione che va di moda: la Germania. Il Borussia Dortmund ed il Bayern Monaco sono due realtà molto differenti tra loro. I bavaresi spendono e spandono ed hanno costruito un dream team che è anche frutto di anni d’acquisti mirati a costo medio alto. Uno per tutti Ribery. Il Dortmund ha costruito la squadra utilizzando al meglio le risorse umane forgiate nel proprio settore giovanile. Il Borussia non ha vinto, la passata edizione della Champions League, ma meritava, forse più del Bayern, di vincerla. Se pensassi che il fayr play finanziario è una scusa, che l’ex magnate Silvio Berlusconi utilizza, allora la ‘fazenda’ sarebbe grave. Il Milan continuando sulla falsariga di quest’anno perderà anche introiti dagli sponsor. Il budget dovuto agli incassi da stadio e dagli abbonamenti è quasi irrilevante. Altro sono i compensi derivati dai lauti contratti televisivi. Ma anche qui, se il Milan non torna ai suoi livelli, i rossoneri sono destinati a vedere ridotta la quota derivante dalle televisioni a pagamento. Tutto questo però nulla c’azzecca con la programmazione, alla tedesca, che il team ed in particolare Barbara Berlusconi, vorrebbe introdurre nella rinnovata gestione del Milan. Del resto il Milan aveva sempre fatto del settore giovanile, prima dell’avvento di Silvio Berlusconi, il suo fiore all’occhiello. Inutile ricordare che il telaio bade della ‘invincibile armata’ prima di Sacchi e poi di Capello, era stata costruita in casa(non eravamo secondi ne al Barcellona e neppure al Borussia, anzi, in Europa, negli anni 50/60/70, eravamo tra i migliori). Ora Barbara scopre che quello fu un periodo felice? Neppure si poteva dire che quel Milan non vinse in Europa e nel mondo…anzi… Sono convinto che soprattutto Barbara, ma anche Galliani, facciano di necessità virtù. Il Milan tornerà grande e vincerà altre Champions League. Sarà un Milan in gran parte costruito e forgiato a Milanello. Quel che ci vuole e che i giovani, che frequentano i settori giovanili rossoneri, non siano presuntuosi(unico difetto anche se importante di Balotelli). Mastour sarà il nostro Neymar e De Sciglio riproporrà la tradizione dei grandi difendenti rossoneri. Coraggio…dopo la tempesta ritorna quasi sempre il sereno. Infatti quest’anno il Milan non ha patito danni a seguito di una tempesta qualsiasi… ma… da uno tsunami!

    • Vittorio il 15 Luglio 2014 alle 01:00

    Va bene ,Borgofosco, stavo accusando qualcuno di svicolare il discorso verso i massimi sistemi ricorrendo come d’uso alla masturbazione mentale . Ma e’ arrivato il tuo intervento e depongo le armi . Forse e’ l’ora di accontentarsi del proprio amore , delle poche vertita’ emerse , di quello che pensiamo di aver capito o speriamo di non aver capito .
    Ciao

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