We Are AC Milan – E’ colpa di Balotelli

43891-mario-balotelli-a-segno-nellesordio-contro-linghilterraDi vergognoso in Italia-Costa Rica non c’è soltanto il risultato quanto soprattutto ciò che è accaduto prima e dopo. La disfatta mondiale, infatti, per i media italiani sembra avere un solo nome ed un solo cognome: Mario Balotelli. A lui infatti, complice di aver sbagliato un assist di Pirlo pallone d’oro (l’unico della partita – ma si sa, se indossi quella maglia tutto ti è concesso, anche camminare 90 minuti) vanno gli insulti, i rimproveri, i votacci in pagella e soprattutto i demeriti della sconfitta. E’ sua la colpa di un modulo sbagliato, è sua anche la colpa degli svarioni difensivi di Chiellini, è colpa sua se abbiamo subito gol e non siamo stati capaci di spezzare le reni al Costa Rica. Magari è pure colpa sua se ha avuto un solo pallone giocabile. Balotelli è stato il capro espiatorio di questa spedizione sin dall’inizio quando i giornali invitavano tutti a lasciare Mario a casa per Rossi e Destro, quindi, una volta nei 23, è stata lanciata la campagna per la titolarità di Immobile. Credo di non aver mai visto un giocatore ostracizzato dai media come l’attuale centravanti della nazionale italiana. 

Certo, Balotelli sbagliando quel gol di ci ha messo del suo – e magari un gol come quello Messi e Ronaldo non l’avrebbero mai sbagliato (sicuri?) – ma da qua a criminalizzarlo come unico colpevole ce ne passa. Motivazioni? Ce ne sono un paio. La prima è l’essere colpevole di non indossare una certa maglia, quella per cui Pirlo prende dal 7 all’8 per un passaggio in 90 minuti, quelle per cui Chiellini può giocare una partita orribile contro l’Inghilterra da terzino ed una peggio di Paletta da centrale senza che nessuno osi alzare il dito contro di lui dopo che il difensore del Parma è stato massacrato per una prestazione, seppur pessima, migliore del numero 3. Qualcuno dirà che sono solo fandonie, altri che stiamo “rosicando” – vi inviterei a leggere questo pezzo di un’intervista a Federico Buffa per il Sole 24 Ore

 io non amo il calcio per niente, il gioco lo amo da morire ma il modo in cui viene commentato in trasmissione a me non piace. Figurati, dopo che hai a che fare col mondo americano, dover arrivare in quel contesto è impraticabile. Io ho ricevuto una serie di telefonate di politica… Cioè c’è gente che mi ha telefonato dicendo: «Allora ora ti do la mappatura politica di Sky, questo è in quota questo…». Io l’ho interrotto e ho detto: «Io voglio parlare dei tiri di LeBron, lei di cos’è che mi vuole parlare esattamente?». E i giorni successivi addirittura un sms anonimo: «Calcio = voti, attento a quel che dici». Eeh?? No no, grazie… Io il martedì decido che per me è finita lì, il giovedì vado da Guadagnini, mio direttore dell’epoca, dicendogli: «Guarda, per me finisce qua».

Ecco. Credo che a livello di racconto siamo ormai ad un punto di non ritorno. Trasmissioni sportive orientate piene di giornalisti servi e ruffiani che devono osannare un giorno il giocatore X, un altro il giocatore Y quindi scrivere del giocatore Z perché “tengon famiglia“. Il calcio giocato è ormai quanto di più lontano da quello raccontato. E la controparte di questo è leggere tifosi sui social network, sui blog che ripetono a cantilena quello che leggono sui giornali o sentono in TV facendo finta di aver letto tatticamente la partita e di aver capito di calcio. Vi propongo una sfida di vita: provate a sentire Italia-Uruguay senza telecronaca, solo con l’audio dello stadio. Senza sentire alcun prepartita o alcun postpartita. Provate a buttar giù il vostro postpartita, con le vostre idee basandovi solamente su quello che vedete in quei 90 minuti – facendo finta che in campo siano scesi 11 perfetti sconosciuti senza alcun passato dei club. Poi vedrete quanto coincide e – soprattutto – capirete se e quanto siete stati plagiati. Rimpiango ancora oggi la linea editoriale di Tele+ che su ogni episodio dubbio a livello arbitrale diceva “queste sono le immagini, giudicate voi” – oggi decidono al momento se mandare o meno le immagini di episodi arbitrali “scomodi” perché tanto, quello che dovete vedere, l’han già deciso prima. In uno stanzino. Indipendentemente da come va a finire.

Tornando a Balotelli c’è anche l’altra motivazione, forse ancora più grave della prima. Balotelli è arrivato dove la maggior parte degli italiani non è abituato a vedere uno “come lui”: fama, soldi, gloria, successo. Balotelli rappresenta più di se stesso, rappresenta l’integrazione razziale in Europa ed è quindi involontariamente al centro di una battaglia, se vogliamo, anche politica – non si accetta che uno come lui possa arrivare dove sia arrivato. La gelosia è di per sé una cosa molto brutta – ma quando si trasforma in rabbia si sfocia nel razzismo. E allora non pensiamo a Balotelli, ma a chi non ce l’ha fatta, chi “come lui” vive la nostra vita di tutti i giorni e non può sfuggire dall’invidia e i pregiudizi degli altri. E allora io sto con Mario perché ancora prima che di sport, ancora prima che di Milan è una questione di dignità. Dignità che certi zerbini ormai han perduto da tempo.

A proposito di Milan è giusto, in conclusione, dedicare due righe alla situazione degli abbonamenti dato che molti di voi ci hanno chiesto informazioni in merito. Come avete notato la campagna abbonamenti 2014/15 non è stata ancora aperta – questo perché il Milan ha cambiato partner, da Banca Intesa a Banca Popolare di Milano (ex Inter). Il problema è che la banca, ancora, non è pronta (si proverà a tenere buone le vecchie tessere “Cuore Rossonero” che dovrebbero quindi rimanere valide) e ci sono molte perplessità sulla possibilità di raggiungere tutto il territorio nazionale. La notizia non è nemmeno la peggiore poiché, nonostante una stagione deludente, i prezzi degli abbonamenti dovrebbero aumentare di una cifra compresa tra il 10 ed il 15% dell’attuale prezzo per coprire i mancati introiti dei mini-abbonamenti Champions. Insomma, c’è una concreta possibilità di vedere un San Siro sempre più vuoto, specie se non arriverà non tanto il giocatore utile quanto il “nome” per attirare i tifosi allo stadio. E anche tutto questo, ovviamente, è colpa di Balotelli.

L’articolo su Milanorossonera.it