Come va il settore giovanile? Intervista a Milannext (prima parte)

primvia1

25 dicembre, Natale. A bocce ferme abbiamo pensato di regalarvi per voi un focus sul nostro settore giovanile. Siamo andati ad intervistare ancora una volta Francesco Battaglia, in arte Milannext, esperto dei giocatori che potrebbero essere il nostro futuro. Ecco, in due parti, l’intervista fatta di noi (il 15 Dicembre, alcune parti potrebbero non essere attuali) – il nostro regalo di natale per tutti voi.

Avevamo fatto il punto della situazione a Marzo – partiamo dalla scorsa stagione: la primavera è stata eliminata nel suo campionato in semifinale dall’Atalanta per 1-0 ed è andata in finale al Viareggio dove ha perso contro l’Anderlecht. Come giudichi la stagione della prima categoria giovanile?

E’ stata una stagione molto positiva, non sono arrivati trofei ma si è raggiunto l’obbiettivo primario: far crescere i singoli e il collettivo. A inizio stagione la squadra aveva problemi di equilibrio, concedeva parecchie reti, faticava a restare compatta nelle difficoltà. Emblematico il turno di Coppa Italia contro la Roma, con l’andata vinta 2-0 e il ritorno perso 0-3. Mister Dolcetti è stato bravo nel lavorare sui difetti e nel compattare il gruppo.

Al Viareggio era forse impossibile fare di più, la fisicità dell’Anderlecht e il campo rovinato dalle intemperie neutralizzavano il nostro gioco. Nel primo tempo giocammo comunque meglio noi, poi la stanchezza ha prevalso. In Campionato grande rimonta finale, vinciamo tutti gli scontri diretti (anche grazie ad un super Gabriel), arriviamo alle final eight, battiamo il Catania, semifinale con l’Atalanta, giochiamo bene ma perdiamo 1-0. In Finale comunque sarebbe stata durissima contro la Lazio, Keita già si vedeva che era giocatore vero (e non solo lui).

Per quanto riguarda le altre categorie, invece: quali sono stati i risultati di rilievo?

Nelle altre categorie abbiamo raccolto meno di quello che avremmo meritato, è stata una stagione bella ma un po’ sfortunata. Gli Allievi Nazionali di Inzaghi, dopo essersi qualificati alle Final Eight con una rimonta pazzesca frutto di 20 o 21 (non mi ricordo più) risultati utili consecutivi e aver superato un girone finale in cui c’erano Juventus, Inter e Genoa, ha perso ai rigori una semifinale dominata contro l’Empoli (due traverse).

I ’97 hanno disputato il solito campionato Allievi I/II Divisione di transizione, una stagione di crescita (contro gente più grande) più che di ricerca dei risultati, visto che non si vince nulla (è competizione riservata alle squadre di Lega Pro, noi partecipiamo formalmente fuori classifica). Sono arrivati secondi dietro l’Inter, prestando però molti giocatori agli Allievi Nazionali di Inzaghi.

I Giovanissimi Nazionali hanno vinto la Manchester United Premier Cup italiana a Marzo, competizione prestigiosissima riservata alle meglio classificate dei vari gironi.
Hanno chiuso il campionato con tutte vittorie tranne una sconfitta e un pari con l’Atalanta. Pur essendo la migliore prima di tutta Italia, hanno avuto un cammino complicato nelle qualificazioni e un girone di ferro alle Final Eight.

C’è chi invece è stato più fortunato: l’Inter, dopo aver perso derby tutto l’anno, si è ritrovata in un girone finale facilissimo. Stava per essere comunque eliminata, è passata grazie ad una intossicazione alimentare di massa della Juventus. Ha vinto il Derby semifinale difendendosi per tutta la partita e segnando l’1-0 per rimpalli favorevoli. In Finale, alla Roma bastava segnare l’ultimo rigore, è andato a tirarlo il più piccolo (Scamacca, ’99 molto bravo) e lo ha sbagliato.

A fine stagione disputiamo le finali mondiali della Manchester United Premier Cup. Non possiamo portare Modic per problemi di documenti, né capitan El Hilali infortunato. Dopo due partite si fa male Spinelli (titolare difensivo). Poi sta male bomber Cutrone e lo perdiamo per quasi tutto il torneo. Nei quarti contro il Real viene espulso Locatelli (oggi titolare coi 97), che ovviamente salta anche la Semifinale. Nonostante il destino avverso arriviamo in Finale, ma acciaccatissimi perdiamo 2-1 all’ultimo minuto dei supplementari contro la fortissima Dinamo Zagabria. Vice-campioni mondiali, miglior piazzamento di sempre per un’italiana. Non male.

In base a questi, ci potresti dare un tuo giudizio generale sulle altre categorie?

I ’96 si sono dimostrati un gruppo solidissimo, capace di recuperare e ribaltare un numero impressionante di partite. La forza è stata il gruppo, ma ci sono anche individualità molto interessanti (alcune delle quali si stanno già confermando quest’anno in Primavera). Non faccio nomi perché non mi piace. Nella feroce voglia di vincere rivedo ovviamente il loro allenatore, Pippo nostro, che ha affrontato con umiltà l’avventura sulla panchina di un gruppo giovane, affidandosi con fiducia a due maestri come Fiorin e Nava.

I ’97 sono il primo gruppo che ha giovato della nuova filosofia del Settore Giovanile: gli acquisti, se fatti, si fanno per i 14enni. Due anni fa arrivarono da 5-6 regioni diverse mi pare 9 nuovi ragazzi classe ‘97, quasi tutti diventati immediatamente titolari. Due di loro, De Santis e Vido, han giocato da titolari molte delle partite della Uefa Youth League (in una squadra che di base sarebbe di 95). Come ho già detto, l’anno scorso han disputato il torneo di Lega Pro contro gente più vecchia di un anno, arrivando secondi. E’ purtroppo il gruppo che sono riuscito a seguire meno, perché dal vivo ho scelto di vedere quasi sempre Allievi Nazionali e Giovanissimi Nazionali. A complicare il tutto contribuisce il fatto che mentre per le altre categorie ho genitori, parenti, amici dei ragazzi che mi aggiornano e fungono da “miei occhi”, tra i ’97 non ho nessun riferimento che mi aiuti.

I ’98 sono una squadra fortissima, cresciuta assieme dai tempi degli Esordienti (qualcuno dai Pulcini), con 2-3 innesti ai tempi dei Giovanissimi Regionali e 2-3 innesti l’anno scorso. Giocano a memoria e hanno individualità di enorme talento, come dimostra la quantità record di convocazioni in Nazionale. Ma già sono stato prolisso sulla loro stagione passata, non voglio esagerare con i peana. 

C’è stato ovviamente con la nuova annata un ricambio generazionale in primavera con molti giocatori provenienti dagli allievi nazionali che si troveranno però di fronte il medesimo allenatore (Inzaghi): cosa c’è di simile e cosa di diverso tra la squadra di Inzaghi e quella di Dolcetti e dove può arrivare la primavera quest’anno?

Mister Inzaghi è stato bravissimo nel dare tempo alle due anime della sua squadra (I tre ’94 + i ’95 e i ‘96/97) di conoscersi e diventare complementari. Il gruppo “vecchio” fornisce la forza dell’esperienza, i più giovani il fuoco che li ha alimentati per tutta la passata stagione. Equilibrio che si vede anche in campo, visto che quasi sempre nell’11 titolare ci sono almeno 5 giocatori di uno dei due “gruppi” (ma il gruppo è unico, sia chiaro). Rispetto all’anno scorso vedo principalmente due differenze:

1) la squadra di mister Dolcetti aveva due bomber da 15-20 gol a stagione come Ganz e Petagna, mentre nella Primavera di Inzaghi i gol sono distribuiti un po’ su tutta la squadra. Questo credo condizioni il gioco, nel senso che quando sai di avere uno-due attaccanti così prolifici tendi a servirli più frequentemente, mentre quando giochi più di squadra (un po’ come fa la Roma, dove il bomber è Florenzi) fai si che la tua forza siano gli inserimenti, l’imprevedibilità, la mancanza di punti di riferimento.

2) Secondo me quest’anno c’è complessivamente una rosa più completa e con più alternative, anche se più giovane. Forse manca giusto un vero trequartista per fare il 4-3-1-2, modulo a volte utilizzato ma con giocatori più votati all’inserimento che alla fantasia.

Per quanto riguarda le prospettive, sono scaramantico e non faccio previsioni, anche perché non sto seguendo molto gli altri gironi e quindi non so la reale forza degl’avversari dei gruppi A e C…

Youth League: il Milan è passato con una giornata d’anticipo in un girone che conteneva due dei vivai migliori d’Europa – Barcellona ed Ajax. Te lo aspettavi?

Il giorno dei sorteggi, tra il serio e il faceto su Facebook dissi “arriviamo primi” (sul mio profilo ci sono le prove!). Però ero consapevole del fatto che il nostro girone fosse il più duro di tutta la competizione, vista la presenza dei due vivai di riferimento (Barça e Ajax) e di una squadra fisica come il Celtic, che a livello giovanile ti mette sempre in difficoltà soprattutto quando giochi ogni 3 giorni. Non mi aspettavo di qualificarmi con una giornata di anticipo e mi spaventava il doppio impegno Campionato/Coppa, ma alla fine non ci si può proprio lamentare. Anche in campionato non si è perso troppo terreno, ma senza Youth League saremmo più in alto.

Come esce, per ora, il vivaio del Milan nel confronto con le giovanili delle altre squadre europee? Ritieni gli ottavi un traguardo sufficiente o si potrà puntare ad arrivare più avanti?

Nel confronto con le altre squade europee, vorrei prescindere dalla Youth League. Secondo me siamo fisiologicamente indietro, semplicemente perché fino a qualche anno fa ci eravamo fermati, mentre in Europa ci sono eccellenze consolidate da decenni. Ma da qualche anno si sta lavorando a pieno regime per colmare il gap.

I forti investimenti finalizzati al miglioramento del Vismara, la nascita dell’area metodologica con annesso ingaggio dei tecnici belgi (scuola che sta producendo grandi talenti) e tanti altri particolari che non posso riportare, dimostrano la volontà di rendere il Settore Giovanile rossonero una eccellenza. Inoltre sono convinto che il rinnovato equilibrio economico ci permetterà di essere competitivi anche nel mercato giovanile, dove ultimamente abbiamo dovuto lasciare il campo a società che avendo maggiori capitali hanno determinato un aumento folle dei prezzi nella fascia 15-18 anni. Senza dimenticare che la dottoressa Berlusconi vuole potenziare l’area scouting, conditio sine qua non per essere più efficaci sul mercato (anche giovanile).

Per quanto riguarda la Youth League, vedendo i potenziali avversari (Real Sociedad, Real Madrid, Benfica, CSKA Mosca, Chelsea, Arsenal, Atletico Madrid) direi che evitando Real, Chelsea ed Arsenal si può ambire ai quarti. Poi da lì tutto è possibile.

E’ partito quest’anno il lavoro di Dolcetti di coordinatore di tutte le categorie giovanili di cui avevamo parlato anche la volta scorsa: ci sono già dei segni evidenti?

Credo sia troppo presto per giudicare, almeno per chi come me non ha l’occhio esperto di un addetto ai lavori. I cambi di metodologie di solito non hanno frutti immediati, anche perché vanno metabolizzati tanto dagli allenatori quanto dai giocatori. Chi li vive tutti i giorni magari già sente differenze, io da semplice spettatore per ora non riesco a percepirle.

Lo scorso anno ci hai detto che secondo te il Milan aveva in quel momento il miglior settore giovanile. Confermeresti le tue impressioni? Com’è la situazione oggi rispetto alle altre big?

Confermo, anche se i fatti mi daranno ragione magari non nell’immediato, perché stiamo prima consolidando le fondamenta, investendo nel modo meno appariscente ma più efficace. La Juventus da 2-3 anni spende cifre notevolissime per il mercato giovanile, l’Inter quest’anno ha fatto investimenti importanti sia in Primavera che negli Allievi, noi invece (eccezion fatta per i ’99) ci siamo concentrati sulla parte extra-campo.

Loro comprano le uova oggi, noi preferiamo le galline domani. Poi un giorno avremo sia uova che galline. E ci sarà da divertirsi.