Anatomia di una crisi infinita

allegri6Quando le cose non vanno, quando il periodo è nero che più nero non può essere, la cosa più giusta da fare è quella di fermarsi un secondo a riflettere, cercando magari di capire quali sono le cause e le eventuali soluzioni. Questo è il momento, o meglio lo sarebbe, perché non è possibile non prendere decisioni dopo l’ennesima debacle in casa contro la Fiorentina, squadra forte ma molto rimaneggiata e con tante assenze. Il Milan crolla sempre, e in modo sempre più banale.

E allora partiamo dal principio, ovvero Allegri: la realtà è nota quasi a tutti e gli evidenti limiti del livornese continuano a venir fuori ogni santa partita. Partendo dall’aspetto psicologico, che è quello che poi spinge a fare sempre meglio e a dare il massimo; giocatori svogliati, senza motivazioni, senza stimoli e mai sotto pressione. Perché la pressione può spingere a dare di più, ad andare oltre i propri limiti, mettendosi in gioco per se stessi e per la squadra. Ma non finisce qui, ovviamente: dopo la testa c’è la tattica, che manca da quando Allegri siede sulla nostra panchina; uno scudetto vinto con “palla a Ibra e ci pensa lui” e poi più niente, perché quello schema, se può essere definito tale, non ha portato più i risultati sperati. Dopo la partenza dello svedese, la squadra non ha avuto più una sua identità chiara e anche la rimonta dello scorso anno è stata frutto della vena realizzativa di El Shaarawy e del grande impatto di Balotelli al ritorno in Italia. Quest’anno abbiamo visto solo lacune, solo cognizione, e la mancanza di qualsiasi idea ben precisa di cosa fare o non fare in campo. Se a questo ci si aggiungono le scelte sbagliate di formazione e i cambi tardivi o errati, il quadro è quasi completo, perché ci sarebbero tante altre cose da annotare con doppia sottolineatura.

Se quel semi allenatore siede ancora sulla nostra panchina la colpa è però anche della società, che ha sorvolato troppe volte sul problema, ignorandone la natura e l’importanza. Confermato e difeso senza motivo a spada tratta da Galliani, che ne ha in diverse occasioni evitato l’esonero, ce lo ritroviamo ancora tra i piedi specie per causa sua. Proprio quel Galliani che magari ci ha salvato la pelle tante volte tirando fuori il coniglio dal cappello del mercato anche senza i soldi, questa volta ha toppato clamorosamente, e al momento non torna sui suoi passi. Anche adesso, dopo le ultime disastrose apparizioni, si va avanti con Allegri, sperando che le cose in qualche modo cambino e che si possa anche stavolta risparmiargli un esonero non solo meritato ma anche necessario per il Milan. Nel calderone delle responsabilità non mancano però nemmeno i tifosi, che in passato come ieri hanno criticato solo il mercato rossonero. Parliamoci chiaro: anche io speravo in qualcosa di più negli ultimi anni, anche io mi aspettavo che i soldi incassati con le varie cessioni illustri venissero reinvestiti immediatamente, anche io volevo che i famosi “senatori” fossero sostituiti comunque da giocatori di spessore, e magari speravo anche che venisse rinforzata la difesa, o il centrocampo. Ma bisogna mettere a fuoco il problema, se si pensa che il Milan sia nella seconda metà della classifica a causa della rosa, beh allora si ha una visione totalmente sfuocata della situazione. Basterebbe analizzare la rosa della Fiorentina di ieri, o quella del Verona, dell’Inter, del Genoa o del Parma… Se vi fosse una classifica in base alla rosa a disposizione, dovremmo essere davanti a molteplici queste squadre, per non dire tutte. E se c’è qualcuno che ancora non l’ha capito, il problema è il suo: troppo facile attaccare tutti indistintamente senza analizzare il problema con un po’ di senno e riflessione.

Non dovrei fermarmi qui, perché bisognerebbe parlare anche della preparazione atletica dei giocatori, di come ogni anno ci ritroviamo a dover convivere con decine e decine di infortuni, dovrei parlare di come Allegri abbia optato per l’acquisto di Matri quando c’era bisogno di tutt’altro, dovrei parlare dell’incapacità di preparare la fase difensiva anche da parte di Tassotti…e di tanto altro. Questa situazione critica per ora continua, ma la mia personalissima anatomia di questa crisi che sembra infinita si ferma qui, almeno per questa volta.

3 commenti

  1. Caro Nicco condivido tutto!
    Ma ti beccherai anche tu dell’interista, per me una offesa peggiore di qualunque altra offesa, da ‘diablo’.
    Aggiungo che le guerre societarie hanno comportato al Milan molte amarezze a partire dal disfacimento del gruppo di dirigenti, storico, voluto da Angelo Rizzoli, che fece diventare il Milan, nel dopoguerra, una delle più importanti società a livello planetario.
    La storia degli anni ottanta la conoscono più o meno tutti!
    Quello che viene poco evidenziato è che a precedere quel ‘disastro’ ci fu la ‘guerra’ tra Albino Buticchi(presidente del Milanlo nello scudetto della stella perso nella fatal Verona causa gli ‘intrallazzi’ che portarono la Juventus a fregiarsi di quel titolo) e Gianni Rivera bandiera e simbolo non soltanto del Milan ma del calcio italiano nel ventennio precedente(ricordate come venne accolta lanazionale, vicecampeones, a Roma ?)
    Mi fermo qui perchè ho dovuto vincere resistenze interne, di chi ‘odia’ l’Inter, per poter ancora postare su questo sito!

  2. borgo non ci si dimette da tifoso, non è un mestiere.. vi vantate di aver assistito a serie b e mitropa cup e poi siete i primi ad abbandonare la barca…

    1. Nel 1980 molti pavidi si dimisero da tifosi e peggio diventarono interisti! Noi andavamo a vedere il Milan in serie B. Ci divertivamo ‘un mondo’ perchè il Milan giocava bene e divertiva il pubblico. I giocatori del Milan davano sempre ‘l’anima in campo’. La provocazione delle dimissioni, che rimengono irrevocabili da accaniti tifosi, sono la conseguenza del fatto che non sono soltanto Adriano Galliani o Max Allegri i colpevoli dell’attuale debacle. Notiamo un disinteresse da parte dei giocatori ed il crearsi di fazioni che non sono mai state, nemmeno nei periodi più bui della storia del Milan, nel dna della società rossonera.
      Nemmeno nella lotta tra Gianni Rivera ed Albino Buticchi si giunse ad esibire delle squallidissime prestazioni così come sta avvenendo in questo campionato. Siccome ‘l’amore’ è un sentimento che non andrebbe mai tradito, ci sentiamo traditi soprattutto dai giocatori che vanno in campo soltanto perchè sono professionisti pagati e non mettono neppure un briciolo di passiione per il gratificante lavoro che hanno la fortuna di svolgere nientemeno che nel Milan che è uno dei team più prestigiosi del pianeta! Ci sentiamo traditi! Non ci riconosciamo in questo Milan. Non è il ‘nostro’ Milan!
      Non è più la squadra che ci ha sempre inorgoglito anche quando tutte le altre tifoserie ci sberleffavano come se avessimo la ‘tigna’.
      L’ultimo arazio non poteva che comportare quella dolorosissima decisione. Comunque non tiferemo mai altre squadre diverse dal Milan e tanto meno Inter e/o soprattutto Juventus che noi non vorremo mai vedere confrontarsi con il Milan perché loro giocano, secondo noi, sempre in superiorità numerica!

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