Necessità di disciplina

faraone baloC’è stato un periodo, quest’inverno, in cui tutto in casa Milan girava alla perfezione. I ragazzi davanti segnavano, dietro – più o meno – reggevano e si arrivava persino a sfiorare il miracolo di Champions. Ma col 4-0 del Camp Nou, forse, è finita la magia: dal sogno siamo tornati sulla terra, e dobbiamo ripartire da una seria autocritica in merito agli errori commessi fino ad ora, anche nei periodi migliori. C’è chi ci sta riuscendo: Flamini, nonostante l’ingegnua espulsione e il suo probabile addio a fine stagione, pare tornato (o meglio, diventato per la prima volta) pedina importante nello scacchiere rossonero. C’è anche chi è sulla buona strada, come lo stesso Allegri: certamente deve ancora sveltirsi con i cambi e abbandonare il recente dogma del 4-3-3, ma l’esclusione di un finora intoccabile El Shaarawy è stata il primo passo.

Perché è proprio il trio d’attacco Niang – Balotelli – El Shaarawy, quello che tante faville aveva fatto nei primissimi mesi del 2013, ciò che sta dando i maggiori problemi. Già dalla foto sulla cappelliera del treno di Verona – e dalla stizzita reazione di Galliani – si era capito che qualcosa, nell’armonia tra squadra e società, si era incrinato. Il trio delle creste, evidentemente, si era preso, sull’onda dell’entusiasmo, troppe libertà: qualcosa che, soprattutto in caso di giocatori giovani (e non solo), è inaccettabile in una squadra come il Milan, che della compattezza interna dello spogliatoio, oltre che dell’evitare la formazione di gruppetti contrapposti, ha sempre fatto il suo punto di forza, rendendo negli anni d’oro l’ambiente rossonero più stagno di una monade leibniziana. 

Il risultato di tale libertà sono state le notti brave in discoteca, i ritardi agli allenamenti, e un generale disinteresse per gli avvenimenti rossoneri: prova ne è l’assenza, per la prima volta, dallo stadio di Balotelli squalificato. Ma una squadra di calcio è un piccolo esercito – anche la terminologia è quella, alla fin fine – e un allenatore deve essere un ottimo comandante, capace di premiare i migliori ma soprattutto di punire qualunque indisposizione, in particolare da parte di coloro che, a causa della giovane età, hanno ancora bisogno di numerose lezioni di disciplina dentro e fuori dal campo. E la scelta è stata giusta (a prescindere dal risultato raggiunto, che di certo non può essere imputato all’attacco), in quanto ha fatto capire che nemmeno per un top player il posto da titolare è assicurato, in determinate condizioni. 

Ci sono però due condizioni necessarie affinché una punizione del genere sia efficace. In primo luogo, deve essere limitata nel tempo: da tre-quattro settimane di stop per scelta tecnica, aumentano i malesseri ma, soprattutto, aumenta la pressione sulla squadra della stampa. In secondo luogo, come ogni comandante che si rispetti deve avere il favore dei suoi superiori, Max Allegri ha bisogno di venire legittimato dalla società: non ci possiamo permettere, come succede in certi ambienti, che dirigenza e staff, sia esso in privato o in pubblico, si contraddicano. Ma, del resto, non mi sembra che, nel nostro ambiente, possa essere questa la principale difficoltà: non siamo mica l’Inter, noi…

8 commenti

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  1. Bhe se il trio cresta si prende le libertà vuol dire che glielo lasciano fare.
    Sbaglierò, ma dopo Sheva e Kaka venduti per corsi di Inglese a Londra e scrivere storie del Real, già il fatto che i giovani sappiano che non esistono invendibili (se non per propria richiesta), crea uno stato mentale pressochè automatico dove nel Milan non sei a casa, ma al lavoro. Se poi aggiungiamo la presenza di un “superiore” col carisma e la personalità di Bonera……
    Con questo non voglio accusare nessuno di fare il “mercenario”, ma semplicemente non vedo l’attaccamento e l’amore per la maglia che vedevo negli anni passati. E qui il compito della società, ma, in primis, dell’allenatore dovrebbe essere quello di ricreare il paradiso rossonero da dove nessun (a parte qualche raro caso) campione vuole andarsene.

  2. In effetti cosa c’è di meglio di giocare in 10 la sfida per il secondo posto per dare una lezione ad El Shaarawy?
    E vogliamo parlare di De Sciglio? In panchina fino a fine campionato per il rigore di Firenze..

    E intanto giocano Robinho e Abate..
    w la meritocrazia!

    Cesc, ricevuto. 😉

    • boldi1 il 17 Aprile 2013 alle 15:36

    ma il bello arriva con la juve LPF

    vuoi vedere che fa giocare Bonera titolare ?

    intanto Bojan Zaccardo ed altri non giocano più da settimane

    spreme sempre i soliti 11/15 componenti della rosa

    non lo so l’anno scorso ad aprile abbiamo perso il campionato grazie alle scelte dell’incompetente di Livorno vedi l’infortunio a Thiago Silva in coppa Italia ed altre perle ecc

    quest’anno riesce a perdere anche la Champions dopo il secondo posto ?

    aprile è un mese che non porta bene ad Allegri

  3. L’ articolo ha evidenziato l’aspetto negativo del calcio moderno. L’eccessiva esasperazione, delll’aspetto economico, è caratteristica di un pofessionismo distorto mai rapportato alle reali qualità tecniche di presunti campioni che hanno ancora tutto da dimostrare. Senza scomodare Euclide o Cartesio, a questo Milan manca il gioco collettivo che dovrebbe essere proposto dall’allenatore. Al momento non è decifrabile se sono gli interpreti(attaccanti, difensori oppure ‘geometri’ di centrocampo)che non applicano gli schemi di ‘giuoco’ oppure se è l’allenatore che ha scambiato Cartesio per il barista di Milanello. Neppure nel periodo migliore, ‘allegriano’ il Milan ha espresso un ‘giuoco’ comparabile a quello che seppero dare maestri di calcio come Nereo Rocco, Arrigo, Sacchi e Fabio Capello. I tifosi del Milan erano ben abituati ed hanno il palato fino? Certamente si ! Il Milan dev’essere padrone del campo e del giuoco? Lo è sempre stato nei periodi dei tre grandi maestri citati. Anche Nils Liedholm a suo modo diede un’impostazione di ‘giuoco’ introducendo il gioco a zona non praticato, dal Milan(anno dello scudetto della stella). Purtroppo Allegri non ci ha ancora fatto vedere, se non a sprazzi, un ‘giuoco’ degno della grande tradizione rossonera. Certamente i tempi sono cambiati ed anche i calciatori si ‘montano’, con o senza cresta. Questo però non può essere un alibi per Allegri. Un grande allenatore, da Milan, deve farsi sia rispettare che amare come un padre.
    L’esclusione di El Shaarawy contro il Napoli è stata, a mio modo di interpretare il calcio, insensata. Affermo questo perchè penso che è difficile che Stephan e M’Baye, al di la della ragazzata sul treno e oltre alla cresta, si siano montati la testa. Mario Balotelli è un guascone ed ha atteggiamenti stravaganti cui dovremo abituarci.
    Purtuttavia Mario è ‘milanista dentro’ per cui difficilmente si farà condizionare dal suo procuratore richiedendo continui aumenti spropositati.
    Sembra possa essere così anche per Stephan che tifava Milan sin da bambino. Ecco, se posso dare un consiglio al team Milan direi aii giocatori, che resteranno al Milan, che per aprire un nuovo ciclo, devono calarsi in quello spirito di appartenenza(di corpo) che l’anno scorso ha portato una squadra, decisamente inferiore al Milan, a vincere lo scudetto.

  4. Questo aborto di allenatore ha più fiducia in Abate che in De Sciglio, basta questo per tremare di paura, é una cosa di una gravità assoluta!!!

    • MILANDOMINAT il 18 Aprile 2013 alle 01:48

    Non condivido nemmeno una sillaba del post: le lezioni le puoi anche dare, ma le dai in Milan- Pescara, in Siena-Milan, non certo nella partita + importante della stagione…

    Se poi consideri che alternative a el sharawy N O N C E N E S O N O se lo lasci fuori col napoli sei un povero pirla. Se nn si centra la champions per pochi punti, diciamo i 2 persi a napoli la colpa è solo di chi fa giocare robinho, accantonato TUTTA la stagione perchè obiettivamente scarso e fuoriforma e con la testa al brasile da settembre 2012.

    Già la rosa di per sè è quello che è, senza alternative credibili, poi l’allenatore si mette pure a fare il choosy…

    Che cazzo me ne frega di quello che fanno quei tre sul treno, se entrano in campo e ci fanno vincere con colerosi e maiali? Che fai, nn esulti perchè hanno fumato o sono arrivati mezz’ora in ritardo all’allenamento?

    Ricordiamoci sempre che in qst stagione se stiamo dove stiamo lo dobbiamo soprattutto ai goal del signor el sharawy, nn certo al carisma di bomerda, al sacrifico di montolivo, e nn all’indolenza di boateng e di robinho.

    L’attaccamento dei giocatori alla maglia si vede in campo…

    per dovere di cronaca, mi permetto di correggere l’ultima riga di borgofosco, quelli + scarsi di noi l’anno scorso lo scudetto nn l’hanno vinto per il collettivo, ma piangendosi e facendo pressioni sugli arbitri dalla prima giornata del campionato, giorno di inizio dei furti con scasso che sono culminati in quello che ai gobbi fa comodo dimenticare

    1. Bene, diventiamo l’Inter allora. Uno spogliatoio ingestibile per prostituirsi al risultato. Così poi sei vittima dei giocatori, delle loro paranoie e delle loro richieste di ritocchi

        • MILANDOMINAT il 18 Aprile 2013 alle 13:23

        Mai sentito il proverbio IN MEDIO STAT VIRTUS?

        Se diventare come l’inter signifca silurare bomerda e le altre seghe che abbiamo in squadra ben venga…

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