Destinazione Wembley: 4° puntata. Chi fatica e chi no

Lukasz Fabianski: martedì ha parato un rigore

Martedì le italiane arrancano: mentre noi pareggiamo, la Roma batte 2-1 il Cluj, ma soffre troppo nel finale di partita, e per una squadra che è stata a pochi passi dal rovinare il triplete a quelli là, soffrire contro tali Culio e Dica non è certo bello. Ma se noi non andiamo bene, non è che altre “grandi” troneggino. Vedasi il Bayern Monaco: sotto per tre quarti d’ora col Basilea (gol di Frei con erroraccio di Van Buyten) ha bisogno di due gol di Schweinsteiger, di cui uno su rigore, per tenersi a galla. A questo punto, diventa ancora più importante aver vinto per i giallorossi. I nostri diretti avversari, invece, hanno bisogno anche di un po’ di fattore-C: prima di battere l’Auxerre con un sinistro del sempre più fondamentale Di Maria, hanno rischiato con un auto-palo di Pepe. La massima attrattiva della partita è stata il solito Mourinho, che alla fine sembra avere molti meno sostenitori che in Italia (là vogliono un calcio-flamenco, non i pragmatici schemi del non-pirla di Setubal) e che polemizza anche sulla non-convocazione di Pedro Leon.

Nel gruppo F, il Chelsea ha battuto il Marsiglia con gol del sempre più rinato Terry e rigore di Anelka, mentre lo Spartak Mosca, battendo 3-0 lo Zilina martedì pomeriggio (doppietta di Ari e gol di Ibson, ma lo scarto sarebbe persino potuto essere maggiore), mette una mezza ipoteca sugli ottavi. Il calcio russo sempre più forte – o sempre più danaroso. Il martedì si chiude con il gruppo H: l’Arsenal privo di mezza squadra titolare vince 3-1 con il Partizan Belgrado, risultato salvato anche dal rigore parato da Fabianski a fine partita. Anche lo Shakhtar Donetsk si porta a 6 punti senza troppe difficoltà, annichilendo lo Sporting Braga per 3-0: tutto nel secondo tempo, con Luis Adriano in gran spolvero. Partita fotocopia di Spartak-Zilina, e anche la ex-sorpresa Braga si candida a squadra materasso (9 gol subiti – e nessuno fatto in due partite).

Ieri si sono messi in luce quelli là: l’***** vince 4-0 col Werder, anche se (come suo solito) con una bella dose di fortuna: e questo non lo possono negare, fosse entrata quella palla di Almeida al secondo minuto altro che 4-0, e il parco attaccante dei tedeschi ha dei piedi che nemmeno Alvarez invidierebbe. Eto’o riceve ogni pallone, un po’ come il Divino fino a due anni fa e Milito l’anno scorso, e lo mette in porta, potrebbe persino vincere da solo, mentre i “tanti giovani” (bel modo di giustificare il fatto che manchi mezza squadra) cercano sempre di tenersi lontani – fate presenza e non fate danni, please. Per far capire quanto il Twente sia una squadra mediocre, arriva il Totthenam: al White Hart Lane, Van der Vaart, Bale e due rigori di Pavlyuchenko stendono gli olandesi (4-1 e londinesi in testa con i cugini).

Sarà il sintetico, la trasferta, l’orario abbastanza inusuale, ma il Barcellona fatica col Rubin Kazan e non va oltre uno spento 1-1: l’attacco catalano non punge, e per pareggiare serve un rigore del solito Villa. Il risultato spiana dunque la strada alla vera sorpresa finora, il Copenhagen: due gol nel primo tempo e annullato quel Panathinaikos che – a quanto ricordo – aveva persino battuto l’Inter quest’anno; punteggio pieno per i danesi. Il gruppo B vede invece al comando il Lione, che batte 3-1 l’Hapoel (doppio Bastos e Pjanic; il gol dell’Hapoel è stato invece un rigore trasformato dal portiere Eneyama – molti se lo ricorderanno al Mondiale) con lo Schalke che, anche con un gol di Huntelaar (a me manca, perchè comprare Robinho? Abbiamo fatto un altro errore, a mio parere, se Ibra ci serviva ci saremmo dovuti comunque tenere Klaas), rispedisce a casa con un 2-0 il Benfica. Si chiude con il gruppo C: il Manchester ha bisogno della stellina Hernandez per battere il Valencia al Mestalla, mentre Naismith regala al Rangers un comunque poco convincente 1-0 col Bursaspor.