È solo un nuovo sponsor, o…

Ormai sembra ufficiale l’accordo che la dirigenza del Milan ha raggiunto con la compagnia aerea Fly Emirates per la sponsorizzazione sulle maglie rossonere dalla prossima stagione. Addio bwin, quindi. E addio anche all’obbligo di dover “oscurare” lo sponsor in Francia e in Svizzera. La cifra per la sponsorizzazione si aggira sui 15 milioni all’anno: ragguardevole, pur bassa confrontata ai 21 milioni della AIG al Manchester United (pagina 53 del manuale: Come sprecare soldi dopo aver rischiato il fallimento). Ma che fine faranno i milioni di Al-Maktoum? Questo non è dato saperlo. Purtroppo Berlusconi non sembra più tanto interessato alla società. I tempi dei grandi colpi sono lontani, dall’entrata in politica di Silvio non abbiamo più avuto un periodo di vero dominio: solo qualche trionfo isolato… Il Milan deve tornare ad essere qualcosa di più di un rivenditore di magliette e gadget. Dobbiamo avere il coraggio, pur ringraziando l’attuale dirigenza, di opporci. Di ribellarci. Non dobbiamo subire i ricattini da qualcuno per ottenere il nostro voto. E da barese, abituato quindi a dirigenze orribili, penso che, alla fine, l’unica soluzione sia la cessione della società. E, se viene dichiarata in vendita, sono pronto a scommettere che fuori dalle stanze dei bottoni di Via Turati si formerà una lunga fila: una società con il blasone del Milan potrebbe essere un ottimo trampolino di lancio per qualunque investimento estero in Italia. L’importante è non vedere di cattivo occhio acquirenti non italiani. Del resto, il tanto invidiato calcio inglese si regge proprio su di questo. In Spagna, invece, c’è l’azionariato popolare, via difficilmente praticabile in Italia. La cosa fondamentale è verificare in partenza la serietà dell’offerta: un acquirente deve avere le disponibilità, o rischiamo di ritrovarci come il Manchester United, fortissimi ma sull’orlo del fallimento. Gli unici, quindi, sono gli sceicchi degli Emirati. E se la sponsorizzazione non fosse altro che un primo passo?