Storie di calcio: Milan Rosenborg 1-2 (1996-97)

Una delle partite che contraddistingue la stagione horribilis 1996-97 ha luogo a San Siro il 4 dicembre 1996, quando Milan e Rosenborg si incontrano nell’ ultimo match del girone di Champions League. A noi basterebbe il pareggio per qualificarci come secondi alle spalle del Porto e per incontrare la Juve nei quarti di finale.

È la sera che vede l’ inizio del Sacchi-bis: infatti, la sconfitta di Piacenza nell’ ultimo turno di campionato ha convinto Silvio a silurare Tabarez. Sacchi non rinuncia alla chiamata del presidente lasciando la nazionale, con la quale sta affrontando le qualificazioni a Francia ’98, scatenando feroci polemiche (come succede sempre quando di mezzo c’è il buon Silvio).

Arrigo cerca di attuare fin da subito il processo di rivoluzione, promuovendo titolari Reiziger e Baggio (fuori Panucci e Simone) e schierando esterni di centrocampo Ambrosini e Savicevic.

Il Rosenborg, invece, sta vivendo un periodo storico d’ oro. In panchina è guidato da Eggen che, in patria, viene paragonato a Ferguson. Ma più che a Sir Alex dovrebbe essere accostato a Jatunn che, nella mitologia norvegese, è il padre dei Troll, umanoidi che si divertono a fare scherzi agli esseri umani.

E i Troll del Rosenborg cominciano a mettere in scena il loro scherzo alla mezz’ora, quando un tiro di Strand viene smorzato da Baresi; il successivo rimpallo favorisce Brattbakk che fredda Rossi.

Il contestato portiere rossonero salva i nostri dallo 0-2 poco prima che Dugarry pareggi: Ambrosini mette in mezzo dalla sinistra, Baggio favorisce il tiro di Boban, Jamtfall respinge sui piedi del francese che la mette dentro e festeggia con uno streap-tease.

Appena dopo l’ intervallo entrano Simone e Panucci e il Milan tenta di chiudere la partita. Ma è bravo il Rosenborg a coprirsi, attendendo gli errori altrui che puntualmente avvengono.

Come al 24′ quando da un appoggio sbagliato di Boban nasce la ripartenza che porta al gol di Heggem: lancio dalla trequarti, Baresi e Maldini aspettano l’ uscita di Rossi che però brancola nel buio e il centravanti norvegese fa fessi tutti e tre.

Seba diventa bersaglio di cori, acendini, bottigliette e addirittura arance. Il Milan è in preda a uno shock e non produce occasioni fino al termine.

Cartina tornasole della serata è la dichiarazione di Sacchi a fine partita che riesce a dire: “Pensiamo al campionato, perché non abbiamo rimasto altro”.

Esplode la contestazione ultras, promessa a inizio partita dallo striscione “Domenica scorsa ha pagato Tabarez, domenica prossima pagherete voi”, che culmina quando i tifosi occupano il piazzale davanti a San Siro, bloccando il pullman della squadra nel parcheggio sotterraneo.

L’ unico a salvarsi dalla protesta è Baresi, mentre il più bersagliato continua a essere Rossi che fa pure lo splendido, dicendo che “non avrebbe paura ad andare a casa a piedi”. Poco dopo la mezzanotte le cariche della polizia sfoltiscono la folla, mettendo fine a una delle serate più malinconiche della nostra storia.

Serata, quindi, che termina con il Rosenborg che diventa il primo club norvegese ad arrivare ai quarti di Champions, dove verrà eliminato dalla Juve. Noi per incontrare i gobbi in Europa, invece, dovremo attendere fino al 28 maggio 2003

Curiosità: i due che ci hanno segnato quella sera, Brattbakk e Heggem, oggi sono rispettivamente un pilota di linea e un venditore di salmoni.

Milan: Rossi, Reiziger (31′ st Locatelli), Costacurta, Baresi, Maldini, Savicevic, Albertini, Boban, Ambrosini (1′ st Panucci), Baggio (1′ st Simone), Dugarry.

All. Sacchi

Rosenborg: Jamtfall, Kvarme, Hjelde, Hoftun, Stensaas, Strand (47′ st Jakbsen), Skammelsrud, Soltvedt, Heggem, Iversen, Brattbakk.

All. Eggen

Arbitro: Bikos (Grecia)

Reti: 29′ pt Brattbakk, 46′ pt Dugarry, 24′ st Heggem.

2 commenti

  1. Parole sante:
    “una delle serate più malinconiche della nostra storia”

  2. Ricordo purtroppo molto bene perchè ero a San Siro quella sera.
    Poca gente (come adesso) e secondo anello con accesso libero in tutti i settori.
    In quel momento abbiamo tutti pensato di avere toccato il fondo, poi c’è stato 1-6 contro i gobbi.
    Oggi è molto peggio e ogni anno pensiamo che “peggio di così non si può”. Ma continuiamo a sbagliarci.

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