Storie di calcio: Milan Liverpool 5-6 dcr

I protagonisti delle storie, solitamente, si dividono in due categorie: perdenti e vincenti. Da una parte i vari Serse, Golia, Custer e il lupo cattivo, dall’altra parte Leonida, Davide, Cavallo Pazzo e Cappuccetto Rosso. Da una parte il Milan dall’altra il Liverpool, 25 maggio 2005.

All’ Ataturk il Milan ci arriva dopo un percorso che l’ ha visto vacillare solo nel ritorno della semifinale col PSV e dopo un lungo testa a testa in campionato con la Juve. Invece, il campionato del Liverpool è stato anonimo e pure il percorso in Champions League non è stato dei più esaltanti: basti pensare che in semifinale il Chelsea di Mourinho è stato eliminato da un gol fantasma di Luis Garcia.

Ancelotti parte con il consueto 4-3-1-2, con Shevchenko e Crespo davanti e Inzaghi in tribuna. Benitez schiera un 4-4-1-1 (è ancora lontano il 4-2-3-1 di Napoli) dove Kewell assiste l’ unica punta Baros.

Non passa nemmeno un minuto e Maldini ha già portato avanti i suoi girando in rete una punizione di Pirlo. Diamo la sensazione di essere una macchina perfetta: pressing alto e spettacolare, Kaka’ e Seedorf suonano il centrocampo avversario accompagnati dal direttore d’ orchestra Pirlo e le occasioni si creano in successione; Luis Garcia è reattivo a salvare su Crespo sulla linea, Kaka’ spreca di testa e Sheva si vede annullare ingiustamente un gol per fuorigioco.

Ma il Milan è un fiume in piena che sfonda l’ argine red  al tramonto del primo tempo: prima un’ azione da Scala del calcio Pirlo – Kaka – Sheva manda in rete Crespo, poi lo stesso argentino sfrutta una caramella di Kaka’ per battere Dudek in pallonetto. Primo tempo 3-0.

Traore’ dichiarerà che nell’ intervallo sentiva i milanisti festeggiare e questo diede loro la carica (Maldini smentira’: io, tra i due, non ho dubbi su chi credere, poi fate voi) mentre Dudek dirà che la punizione di Sheva a inizio ripresa non l’ ha parata lui ma Carol Wojtyla (copyright Diego Armando Maradona). Da quella parata nasce la ripartenza che porta Gerrard a sorprendere Stam e infilare Dida di testa.*

Passa un attimo e un tiro di Smicer (che è entrato a gara in corso per l’ infortunato Kewell al 23′) tutt’ altro che imparabile non viene trattenuto da Dida che dimostra i primi sintomi post petardo interista.

Dopo di che, al 14′, Ringhio fa fallo in area: dal dischetto Xabi Alonso sbaglia ma anticipa Nesta sulla ribattuta e fa 3-3.

Il Milan ora da l’ idea di essere la neve sotto al sole di luglio. Ma il sole inglese si raffredda subito dopo quei 6 minuti, con Benitez che ritorna al gioco operaio e attendista, ordinando ai suoi di raddoppiare sistematicamente Pirlo e Kaka’. Da questo groviglio ne esce la tecnica sopraffina dei nostri e ricominciamo a essere pericolosi: prima Traore’ salva sulla linea una girata di Sheva, poi l’ ucraino lancia Kaka’ che fallisce, quindi sempre Ricardo non da forza nel deviare una capocciata di Stam.

In vista dei supplementari Benitez e Ancelotti mandano in campo rispettivamente Cisse’ per Baros, Serginho e Tomasson per Seedorf e Crespo.

Nella mezz’ora successiva la storia non cambia: il Milan detta i tempi di gioco, il Liverpool stringe i denti per difendersi.

Tomasson ha la palla buona davanti a Dudek ma spara fuori, poi il portiere polacco fa quella cosa su Sheva che non so spiegare e manda la partita alla soluzione finale, i calci di rigore.

Pellegatti nel suo lamento dice che si vincerà 3-2 come a Old Trafford due anni prima. Però Shevchenko stavolta non ha gli occhi iniettati di sangue come davanti a Buffon, ma ha lo sguardo di chi ha solo voglia di tornare a casa in fretta: il suo rigore è centrale e diventa l’ errore decisivo. Dudek si fa sommergere dall’ abbraccio dei compagni.

Noi tifosi, oltre che alla Champions, perdiamo sicurezze e anni di vita. Ma son sicuro che i veri Milanisti il giorno dopo erano più Milanisti di quando si vinceva 3-0. Perché, in fondo, qualcuno ce l’ ha già detto che ” Nasce sentimento/nasce in mezzo al pianto”.

*(se avete coraggio di rivedere andate a guardare il cross: al primo tentativo il pallone viene ribattuto da Cafu’ e torna sui piedi del crossatore che servirà l’ assist per Gerrard. Ecco, se sulla ribattuta Cafu’ la palla fosse andata in fallo laterale magari non sarebbe successo niente…)

Milan: Dida, Cafu’, Nesta, Stam, Maldini, Gattuso (7′ sts Rui Costa), Pirlo, Seedorf (40′ st Serginho), Kaka’, Crespo (40′ st Tomasson), Shevchenko.

All. Ancelotti

Liverpool: Dudek, Finnan (1′ st Hamann), Carragher, Hyypia, Traore’, Luis Garcia, Gerrard, Xabi Alonso, Riise, Kewell (23′ pt Smicer), Baros (40′ st Cisse’ )

All. Benitez

Arbitro: Mejuto Gonzalez (Spagna)

Reti: 1′ pt Maldini, 39′ pt, 44′ pt Crespo, 9′ st Gerrard, 11′ st Smicer, 15′ st Xabi Alonso.

Sequenza rigori: Serginho alto, Hamann gol, Pirlo parato, Cisse’ gol, Tomasson gol, Riise parato, Kaka’ gol, Smicer gol, Shevchenko parato.

1 commento

  1. Un gol regolare annullato a Sheva, un rigore inesistente concesso e un culo pazzesco: ecco quello che adesso viene definito come “la più grande rimonta della storia del calcio”.

I commenti sono disabilitati.