Storie di Europeo: Italia – Olanda 3-1 d.c.r. (2000)

La partita che analizziamo oggi è la partita da sogno per i gusti di chi ama il calcio all’italiana: assenza di gioco , attesa e distruzione della manovra dell’avversario, sofferenza. La sofferenza per la nazionale viene celebrata addirittura negli spot degli sponsor della selezione italiana, come se fosse un valore implicito della nostra selezione: noi per vincere bisogna soffrire, non divertirsi. 

La filosofia olandese è l’esatto opposto di questa ed ha come obiettivo il divertimento, proprio e di tutti gli spettatori. Difficile vedere un Olanda che alla fine della partita non strappa pure gli applausi degli avversari, difficilissimo vedere un Italia che lo fa. Il sogno degli italiani è di resistere, resistere, resistere per 120 minuti per poi trionfare magari dopo i rigori. Perché invece non giocarsela prima? Non si capisce il perché non si possa fare. E perché puntualmente le nostre avversarie vadano sempre affrontate sulla difensiva in quanto, misteriosamente, sempre superiori a noi…

Questo europeo inizia sotto i migliori auspici e l’Italia affronta e supera, uscendone come prima classificata, la fase a gruppi: nei quarti supera con un netto 2-0 la Romania e accede alla semifinale, che dovrà giocarsi contro l’Olanda, assieme al Belgio organizzatrice del torneo. Il match si gioca ad Amsterdam, il 29 Giugno, in casa degli avversari, in uno stadio quasi completamente color oranje.

La partita è come da previsioni, a senso unico, addirittura la veemenza e la brillantezza del gioco olandese stordiscono la formazione di Zoff, e le incursioni oranje nella nostra area non si contano. E picchia ora, picchia poi, ci scappa l’espulsione di Zambrotta (che ancora giocava a calcio) per doppia ammonizione. L’Italia soffre e rimane in 10 già al 33°, ma questo non pregiudica la partita, in quanto di manovra italiana se ne vede pochina, e tanto per il mucchione in area essere in 9 o in 10 cambia poco.

Gli olandesi intanto continuano a spingere come forsennati e al 40° si procurano un calcio di rigore: Sul dischetto va Frank de Boer, ma Toldo, nella partita che segna lo zenith della sua carriera, para il penalty. Gli olandesi non si scoraggiano e continuano a costruire gioco, facendo divertire, ma non riuscendo a metterla in rete per la strenua opposizione italiana. Fintantoché, all’Olanda non viene assegnato un nuovo penalty, stavolta dal dischetto va Patrick Kluivert, che, rimanendo nella sua grande tradizione calcia sul palo e arrivederci.

A questo punto gli olandesi iniziano a perdere la bussola: un po’ tutti, forse giustamente, iniziano a pensare che passare il turno sia davvero difficile, nonostante che gli aiuti arbitrali, o comunque diverse decisioni arbitrali a favore siano arrivate, nell’ottica di far giocare la finale tra Olanda e Francia; ovvero i padroni di casa contro i freschi campioni del mondo. Ma l’Italia non demorde e tenta fino in fondo di mandare a monte i propositi degli olandesi (e forse della stessa UEFA).

Si va ai supplementari, con la regola del golden goal: una delle più grosse schifezze messe in campo dalla FIFA nella sua storia, e presto cancellata, di cui abbiamo già parlato nel precedente post storico: chi segna per primo, vince la partita. Non è questo il caso, l’Olanda continua a giocare di più, ma è stanca: difendere costa meno energia, e concede agli italiani di usare, con l’allungarsi delle squadre causa stanchezza, la loro arma migliore: il contropiede.
Infatti, in un paio di occasioni, su palla lunga per Del Vecchio l’Italia rischia di beffare tutto e tutti, passando in vantaggio e chiudendo la partita. Non è però questo il caso: si va ai rigori.

E qui il masochismo, che è il filo conduttore di tutto questo racconto raggiunge l’apice: scegliamo come primo rigorista Gigi Di Biagio, un giocatore modesto, che sembrava sufficiente solo nel gioco zemaniano della Roma dove chiunque dotato di polmoni sani che gioca dalla difesa in su sembra un fuoriclasse. Di Biagio addirittura è passato alla storia, (e ancora oggi ci rimane per questo) proprio per aver sbagliato il rigore decisivo contro la Francia al mondiale ’98. E invece, con uno dei tanti colpi di scena di quest’incontro, Di Biagio non fallisce e beffa Van der Sar. L’Olanda ha fallito due rigori nei tempi regolamentari e Di Biagio segna la prima rete dell’incontro, incredibile, quasi un’allucinazione collettiva: Olanda-0 Italia-1.

Viene il turno degli olandesi, che mandano di nuovo Frank de Boer contro Toldo, che para il prevedibile (e centrale) rigore dell’olandese. Viene il turno di Pessotto contro Van der Sar: rigore angolato, perfetto e Italia sul 2-0. Adesso tocca a Stam, grandissimo difensore, anche nel Milan, ma con due piedi di ghisa come ferri da stiro, che calcia una cannonata degna di un arma contraerea che, dopo aver colpito la parte superiore della traversa, vaga ancora oggi nell’iperspazio…

E’ record mondiale di sfiga: 4 rigori sbagliati consecutivamente una selezione come l’Olanda non se li può permettere. Ed inizia il crollo di fiducia, che si era palesato anche nei tempi supplementari: la paura di fare una figuraccia in uno stadio colmo dei propri sostenitori è enorme e la tensione sale a mille.

Va Totti contro Van der Sar che con il suo colpo, il “cucchiaio” alla prima uscita europea, da inizio al suo mito personale e mette una zampa sulla qualificazione, portando l’Italia sul 3-0.
E’ il turno di Kluivert contro Buffon, che mette a segno scaricando nell’esecuzione del tiro tutta la sua rabbia contro il calcio italiano. Anche noi non siamo felicissimi di lui: infatti se ripenso a lui, Ziege e Davids nella loro esperienza rossonera mi viene il mal di stomaco.

Segue l’errore di capitan Maldini, che, per sua stessa ammissione non batteva un rigore da anni, e la parata di Toldo su Bosvelt, che tirando il rigore più brutto della serata chiude il match.

L’Italia per la prima volta nella storia riesce a vincere una gara ai calci di rigore, e l’Olanda, per l’ennesima volta va a casa. Un dubbio avvolge i miei ricordi di quella semifinale: perché non possiamo avere Rijkaard come allenatore? E’ un vincente col Milan della leggenda di Sacchi, ha fatto bene pure come allenatore nei club vincendo una Champions al Barcellona, ama e sa far applicare il “bel giuoco” alla milanista. Insomma: cos’ha in meno di Allegri?

ITALIA – OLANDA 0-0 (3-1 dopo i calci di rigore)
Sequenza rigori: Di Biagio goal, De Boer parato, Pessotto goal, Stam fuori, Totti goal, Kluivert goal, Maldini parato, Bosvelt parato
Italia: Toldo; Cannavaro, Nesta, Iuliano, Maldini; Zambrotta, Albertini (Pessotto 32′ st), Di Biagio, Fiore (Totti 37′ st); Del Piero, Inzaghi (Delvecchio 22’st). CT. Zoff.
Olanda: Van der Sar; Bosvelt, Stam, F.De Boer, Van Bronckhorst; Cocu (Winter 5′ pts), Davids; Overmars, Bergkamp (Seedorf 41′ st), Zenden (van Vossen 32′ st); Kluivert. CT. Rijkaard.
Ammonizioni: 16’ Zambrotta, 17’ Iuliano, 27’ Zenden, 38’ Toldo, 45’ Maldini, 50’ Davids, 75’ Van Bronckhorst, 87’ Di Biagio, 93’ Stam
Espulsioni: 33’ Zambrotta
Arbitro: Markus Merk (Ger.)
Spettatori: 50.000

httpvh://www.youtube.com/watch?v=zvRWLbAqy00

1 commento

  1. Me la ricordo bene nonostante avessi solo 10 anni. Fu una bellissima impresa sportiva che poi pagammo in finale. Zoff era un commissario tecnico totalmente inadeguato.

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