Si riparte dalla Roma.

Ci siamo, la pausa per le nazionali è finita, finalmente aggiungo io, ora niente più soste fino a Natale, ci aspettano 10 partite di campionato più 4 di Champions, tra cui il doppio affascinante confronto con il Real Madrid; ma andiamo con ordine e pensiamo alla prima di queste sfide, quella di domenica sera con la Roma.

Il Milan: c’è la curiosità di vedere come la squadra ha lavorato durante la sosta, sosta che non ci ha privato di moltissimi giocatori (solo sei e l’infortunio di Onyewu non ha tolto il sonno a nessuno) e che ci ha restituito Thiago Silva, mentre su Marco Borriello rimane un fastidioso velo di silenzio: le ultime lo danno tra coloro che svolgono lavoro a parte. Si spera che queste due settimane siano servite soprattutto a Leonardo per chiarirsi un po’ le idee, sembrate troppo confuse nella prima parte di stagione.
La novità, a quanto si dice, potrebbe essere rappresentata dal cambio di modulo, da Milanello infatti filtra l’ipotesi di abbandonare il centrocampo a rombo per passare ad uno in linea, per il più classico dei 4-4-2. Questo modulo dovrebbe dare maggiore compattezza alla squadra, riducendo il rischio di trovarsi in inferiorità numerica ad ogni contropiede avversario. Le perplessità nascono però dal fatto che l’unico esterno veramente affidabile è Abate e che in questo modo tutti e quattro i nostri giocatori di fascia (Antonini non lo considero, come non lo fa Leonardo del resto) sarebbero in campo contemporaneamente, a meno che Seedorf non si ritagli, al solito, un posto da titolare, anche come centrocampista di fascia.  Se venisse applicato questo modulo, tra l’altro, giocherebbe presumibilmente un solo mediano dei tre a disposizione, con il rischio quindi di vedere Flamini spesso in panchina: si sa che al Milan le gerarchie contano parecchio e in questo senso Gattuso e Ambrosini gli sono superiori di molto.


La Roma: viene da un ottimo periodo di forma, la cura Ranieri sta decisamente funzionando; la squadra è meno spettacolare di quella di Spalletti, ma ha guadagnato molto in fatto di compattezza e concretezza. La difesa, pur non trascendentale,  non è più il colabrodo di un mesetto fa; l’attacco è ed è sempre stato molto temibile, sono molte le frecce nell’arco dei giallorossi: dagli scambi veloci tra le punte, agli inserimenti degli esterni, ai calci da fermo di Riise e Totti, al tiro dalla distanza di De Rossi.  Considerando che di questi tempi basta uno Zurigo qualsiasi a farci soffrire, la Roma è sicuramente una squadra che mette paura.

I precedenti: dalla vittoria-scudetto del 2 maggio 2004 (1-0 gol di Shevchenko), i giallorossi ci hanno quasi sempre fermato a San Siro. Una sola vittoria nostra, un pareggio e ben tre sconfitte consecutive. L’ultima, quella dello scorso maggio, alla penultima giornata di ritorno, verrà ricordata negli anni non tanto per il risultato finale (2 a 3), quanto per il grottesco saluto riservato dalla Curva Sud a Paolo Maldini, nel giorno della sua ultima partita a San Siro con la maglia del Milan.

 

Ripartiamo. E facciamolo bene, per metterci alle spalle questo difficile inizio di stagione e il pessimo ricordo dell’ultima sfida.