Destinazione Tricolore: è magia due volte l’anno

La 12° giornata di campionato arriva dopo la classica sosta di novembre per le nazionali. Ovviamente è il derby di Milano a calamitare il grosso delle attenzioni, insieme alla sfida a distanza Juventus-Roma.

Già, perché il turno -che inizia sabato con le partite delle due big- non offre granché al di fuori del sabato e della domenica sera. Atalanta-Roma e Lazio-Juventus, comunque, sono partite che valgono il prezzo del biglietto, e assolutamente non scontate. Non dovremmo assistere a “Oh nooo” o spettacoli del genere, visto che l’antipatia laziale verso la Juventus è forse maggiore di quella verso gli stessi rivali cittadini. Intanto, la Roma sarà impegnata in un campo mai facile come Bergamo, dove il Milan era caduto nello scorso finale di stagione perdendo i tre punti decisivi per l’Europa League. Poca cosa, come detto, la domenica pomeriggio: dopo Torino-Sassuolo alle 12.30 ecco le cinque partite delle 15, tra cui spiccano Napoli-Cagliari e Cesena-Sampdoria. Verona-Fiorentina, Parma-Empoli e Udinese-Chievo, e anche Genoa-Palermo in programma lunedì sera, fanno da contorno al 282° derby della Madonnina. Milan-Inter.

Partita che, nonostante la posizione in classifica delle due squadre, esercita sempre un grande fascino. E proprio per la situazione di Milan e Inter assume una certa importanza, e perde quella differenza che lo aveva sempre caratterizzato dalle altre stracittadine. A Torino, la lotta tra le forze in campo è troppo impari; a Verona si tratta dell’orgoglio di un piccolo borgo contro il resto della città, e a Roma e Genova il derby è quel tipo di partita che salva una stagione. A Milano, il derby è importante, ma a fine stagione negli anni di “vacche grasse” contavano sempre di più i trofei vinti a fine stagione. A meno di casi eclatanti come lo 0-6 del maggio 2001; prova ne è che nel 2006-07 non è passata alla storia la doppia vittoria nel derby dei nerazzurri, ma la settima Champions dei rossoneri. Ora che le big in lotta per il campionato sono altre due -Juventus e Roma- il derby milanese si è avvicinato a Roma-Lazio e Samp-Genoa.

E come al solito dobbiamo assistere a un bel po’ di baggianate (per non dire altro) dai media, quelli che secondo i vittimisti dell’altra parte sono controllati da Berlusconi. Mancini che scombina le carte ritornando, dopo essere stato additato come il peggior traditore subito dopo la sfuriata del 2008 post-Liverpool; e grazie a lui la vittoria sembra certa e pure Messi sembra intenzionato a venire all’Inter; titoli della Gazzetta che dicono che l’Inter ha vinto più derby, dimenticandosi di dire che quella statistica è relativa al solo campionato e non comprende CL e coppa Italia; e potremmo andare avanti. Parlando di calcio, l’ultimo successo è stato rossonero, solo pochi mesi fa; un 1-0 targato De Jong che ha concluso un’astinenza da derby di quasi 3 anni. Pare probabile il passaggio al 4-2-3-1, e con le assenze dello stesso De Jong e del lungodegente Montolivo il duo di centrocampo non sarà esattamente il nostro punto di forza. Diego Lopez; Rami, Alex, Mexes, De Sciglio; Essien, Muntari; Bonaventura, Menez, El Shaarawy; Torres. C’è da sperare che le due ali tornino spesso indietro a dare una mano. 4-3-1-2 per l’Inter, con: Handanovic; Nagatomo, Ranocchia, J. Jesus, Dodò; Guarin, M’Vila, Kuzmanovic; Kovacic; Palacio, Icardi.

Vedremo se la scelta quasi obbligata -vista l’assenza di Abate a destra, e il fatto che piuttosto che Armero a sinistra giocherebbe un’ameba- di Rami terzino destro pagherà. Torna Alex e questo di certo è un bene. In casa Inter mancano Medel e Jonathan, sulla carta l’abitudine alla difesa a 3 di Mazzarri potrebbe giocare un brutto tiro allo schieramento a 4 di Mancini, in un modulo completamente diverso per ruoli e attitudini. Il Milan avrà la precedenza sui biglietti, essendo in casa; se il pubblico sarà quello delle grandi occasioni, e non quello di gufi pro-Inter perché se no si è “complici”, potrà dare una grossa mano. Sperando che i ragazzi in campo realizzino i nostri sogni, come citava quella coreografia del 2003. Altri tempi, certo; ma auguriamoci che il risultato sia lo stesso.