Ore 12.00: a Bologna c’è il derby d’Italia

40 scudetti in due. 25 Milano, 15 Bologna. Una storia di vittorie che tutte le altre squadre di serie A, Siena compresa, possono solamente sognare. Va in scena domani il 151esimo derby d’Italia tra l’Olimpia Milano di Piero Bucchi e la Virtus Bologna di quel Lino Lardo che portò Milano vicino allo scudetto 4 anni fa. 69 a 81 i precedenti tra le due squadre in favore di Milano, 48-25 per la Virtus a Bologna. Milano arriva a questa sfida sempre più ridimensionata.
La Virtus arriva a questa gara reduce dalla bella vittoria di Teramo, sofferta, in rimonta, ma dopo aver messo il naso avanti al 35esimo non ha più mollato. La storia recente, parla di una semifinale chiusa dalla Virtus di Zare Markovski in quattro partite, espugnando il Forum di Assago per ben due volte (nella prima s’infortunò gravemente al ginocchio Andrea Michelori), per conquistare la finale scudetto del 2007. L’anno successivo, con Pilastrini e poi Pasquali in panchina, regalò due successi ai bianco-rossi, con la Virtus fuori anche dai playoff. Nella passata stagione poi, doppia vittoria bolognese con la grande rimonta firmata Giovannoni, Boykins, e in parte anche Langford, rientrando dal -24 del 28′ a Milano, ed un successo meno turbolento ma, volendo, più netto alla Futurshow Station. Diversa, ad oggi, la situazione delle due squadre. Da un lato, la Virtus che ha ridotto l’investimento ma guarda comunque ad un piazzamento nelle prime cinque piazze della classifica, che diventano volentieri quattro con la semifinale ai playoff, ed ha posto già le basi per crescere progressivamente; dall’altro, l’Olimpia ha investito forte in barba alla crisi, cambiando forse più del previsto il roster che aveva conquistato la finale scudetto contro Siena l’anno scorso.
Con il passare dei mesi avevamo smesso di credere nel “progetto italiano pluriennale”, e ci dicevano che sbagliavamo. Avevamo ragione, la società l’ha smontato cambiando sette giocatori del roster e mettendo in mano ai signori Price (che per mesi era quello che “vedrete l’anno prossimo”), Vitali, Thomas e Katelynas degli assegni non da poco per andare a spendere le loro giornate altrove. Arrivano quindi Maciulis (Ciam-Cast) e Petravicius, Acker, Finley (ne parliamo dopo) e rientra Bulleri. Ultima ora, c’è pure Mancinelli. Riassumendo: due giocatori solidi di livello europeo, fisicamente tarati per l’Eurolega. Un americano ex Olympiacos e Barcellona forse più giocatore di sistema che solista: qualità indubbie, ma da valutare nel contesto. Una coppia di playmaker con caratteristiche simili (corsa, voglia di segnare, capacità di rottura, playmaking rivedibile). Un giocatore di indubbio talento ma che fa scopa un po’ con Mike Hall e un po’ con Maciulis, lasciando in sostanza la squadra senza un vero numero quattro consistente a livello di impatto fisico sulle partite. Dopo un mese di campionato, la situazione è la seguente: una vittoria contro Ferrara (“buona partita” per Bucchi, ma Ferrara l’ha buttata via ed era ancora avanti a 1’30 dalla fine malgrado pessime prove di Sangarè e Jackson), e tre sconfitte. A Varese all’esordio, a Caserta, contro Siena. 1-3.
E’ il momento di dare una svolta alla stagione biancorossa. E chi non salta, è un gobbo Virtussino.

Poi dalle 15.00 tutti a Roma per Lazio – Milan. Ma questa è un’altra storia.

Ore 12.00: a Bologna c’è il derby d’Italia

40 scudetti in due. 25 Milano, 15 Bologna. Una storia di vittorie che tutte le altre squadre di serie A, Siena compresa, possono solamente sognare. Va in scena domani il 151esimo derby d’Italia tra l’Olimpia Milano di Piero Bucchi e la Virtus Bologna di quel Lino Lardo che portò Milano vicino allo scudetto 4 anni fa. 69 a 81 i precedenti tra le due squadre in favore di Milano, 48-25 per la Virtus a Bologna. Milano arriva a questa sfida sempre più ridimensionata.
La Virtus arriva a questa gara reduce dalla bella vittoria di Teramo, sofferta, in rimonta, ma dopo aver messo il naso avanti al 35esimo non ha più mollato. La storia recente, parla di una semifinale chiusa dalla Virtus di Zare Markovski in quattro partite, espugnando il Forum di Assago per ben due volte (nella prima s’infortunò gravemente al ginocchio Andrea Michelori), per conquistare la finale scudetto del 2007. L’anno successivo, con Pilastrini e poi Pasquali in panchina, regalò due successi ai bianco-rossi, con la Virtus fuori anche dai playoff. Nella passata stagione poi, doppia vittoria bolognese con la grande rimonta firmata Giovannoni, Boykins, e in parte anche Langford, rientrando dal -24 del 28′ a Milano, ed un successo meno turbolento ma, volendo, più netto alla Futurshow Station. Diversa, ad oggi, la situazione delle due squadre. Da un lato, la Virtus che ha ridotto l’investimento ma guarda comunque ad un piazzamento nelle prime cinque piazze della classifica, che diventano volentieri quattro con la semifinale ai playoff, ed ha posto già le basi per crescere progressivamente; dall’altro, l’Olimpia ha investito forte in barba alla crisi, cambiando forse più del previsto il roster che aveva conquistato la finale scudetto contro Siena l’anno scorso.
Con il passare dei mesi avevamo smesso di credere nel “progetto italiano pluriennale”, e ci dicevano che sbagliavamo. Avevamo ragione, la società l’ha smontato cambiando sette giocatori del roster e mettendo in mano ai signori Price (che per mesi era quello che “vedrete l’anno prossimo”), Vitali, Thomas e Katelynas degli assegni non da poco per andare a spendere le loro giornate altrove. Arrivano quindi Maciulis (Ciam-Cast) e Petravicius, Acker, Finley (ne parliamo dopo) e rientra Bulleri. Ultima ora, c’è pure Mancinelli. Riassumendo: due giocatori solidi di livello europeo, fisicamente tarati per l’Eurolega. Un americano ex Olympiacos e Barcellona forse più giocatore di sistema che solista: qualità indubbie, ma da valutare nel contesto. Una coppia di playmaker con caratteristiche simili (corsa, voglia di segnare, capacità di rottura, playmaking rivedibile). Un giocatore di indubbio talento ma che fa scopa un po’ con Mike Hall e un po’ con Maciulis, lasciando in sostanza la squadra senza un vero numero quattro consistente a livello di impatto fisico sulle partite. Dopo un mese di campionato, la situazione è la seguente: una vittoria contro Ferrara (“buona partita” per Bucchi, ma Ferrara l’ha buttata via ed era ancora avanti a 1’30 dalla fine malgrado pessime prove di Sangarè e Jackson), e tre sconfitte. A Varese all’esordio, a Caserta, contro Siena. 1-3.
E’ il momento di dare una svolta alla stagione biancorossa. E chi non salta, è un gobbo Virtussino.

Poi dalle 15.00 tutti a Roma per Lazio – Milan. Ma questa è un’altra storia.