Milan – Chelsea: semifinale made in USA

mil cheDomenica 4 agosto, ore 19.30 (0.30 italiane, già lunedì 5), Metlife Stadium, New York. Il calcio d’estate porta con sé un altro episodio, in cui ad opporsi ai rossoneri c’è il Chelsea di José Mourinho.

Altra formazione simile ai già citati Manchester City e Real Madrid, o lo stesso PSG, ossia club straricchi in grado di fare acquisti faraonici ma che spesso non ottengono in campo riscontri validi in termini di risultati, il Chelsea ritrova dopo 5 anni il suo ex allenatore José Mourinho, uno che finora ha vinto praticamente tutto, ma con una particolarità: ha fallito, almeno a livello europeo, nelle squadre considerate a tutti gli effetti big europee (Chelsea la prima volta e Real) e portato a casa la Champions League là dove non era attesa, almeno a inizio stagione (Porto e Inter). L’immagine del triplete ottenuto quando allenava i cugini è stata un po’ offuscata dalle ultime polemiche sulla formazione al Real, quando affermò che Diego Lopez era molto più forte di Casillas (era impossibile, per l’ego di Mourinho, accettare di aver sbagliato qualcosa dopo una critica dello stesso Casillas, così lo mise in panchina) e diede del frustrato a Pepe che difendeva il portiere campione del mondo e bicampione d’Europa. I Blues una Champions l’hanno vinta, ma con in panchina il bistrattato Roberto Di Matteo e una buona dose di fortuna nella famosa finale contro il Bayern di maggio 2012.

Lo stesso discorso fatto con la formazione “tipo” del City si può fare con il Chelsea; non esiste una vera e propria squadra tipo, in quanto il numero di top player in squadra è elevatissimo. Cech; Cahill, David Luiz, Terry, Azpilicueta; Obi, Lampard; Oscar, Mata, Hazard; Torres è solo una delle formazioni possibili dei Blues, a cui però è sempre mancato qualcosa (2012 a parte) quando si tratta di vincere trofei importanti. Dote che al Milan non è mancata, nella storia, anche se le formazioni a disposizione dei vari Sacchi, Capello e Ancelotti erano altra cosa rispetto a quella odierna. Ma si sa, è cambiata anche la tipologia di tifoso: storicamente l’appassionato di  Milan era quello del pienone a San Siro per le gare casalinghe di B, cosa oggi impensabile (per tacere dei tifosi delle altre grandi, vedasi certi dati sulle presenze del vecchio Delle Alpi, e la capienza dello stadio Conad). E, nonostante la squadra sia obiettivamente lontanissima da quei picchi di classe, i primi risultati -TIM a parte- sono abbastanza incoraggianti.

Oltre ai positivi esordi dei due primavera Cristante e Petagna, del neoacquisto Poli e del rientrato De Jong, c’è da registrare la doppietta di El Shaarawy contro il City. Qualche lato “oscuro” c’è, come la difesa incerta -paradossalmente, la coppia centrale della Primavera ha fatto meno danni delle riserve della prima squadra– e la presenza di alcuni ectoplasmi in campo, più o meno gli stessi dell’anno scorso. Pessimo Amelia, abbastanza bene Gabriel che dovrebbe superarlo nelle gerarchie, fatto sta che preliminari e campionato sono alle porte, e qualche garanzia ci vuole.