Italia – Russia: a che punto siamo?

Letzigrund Stadium, ore 20.45. Dopo il rinvio della partita col Lussemburgo va in scena stasera la prima e unica amichevole della nazionale di Prandelli in avvicinamento ad Euro 2012. Avversario la Russia di Dirk Advocaat che sarà anch’essa in Polonia/Ucraina con la possibilità di arrivare lontano considerato il facile girone A che i Russi devono affrontare.

L’Italia arriva a questa manifestazione con le polemiche dello scandalo scommesse e con la applicazione “due pesi e due misure” del codice Etico per la quale Criscito è stato mandato a casa mentre Bonucci, che ha avuto la fortuna di essere stato rinviato a giudizio solamente dopo la consegna della lista dei 23, farà parte della spedizione.

Il CT Prandelli proverà quindi la squadra che il 10 Giugno dovrà vedersela con i campioni in carica della Spagna – unica eccezione quella di Giorgio Chiellini al centro della difesa che, seppur recuperato, non dovrebbe essere rischiato. Davanti a Gigi – ricevitoria – Buffon, agiranno quindi Barzagli, Balzaretti, Bonucci e Maggio. A centrocampo Pirlo davanti alla difesa con Marchisio e Nocerino ai lati, Montolivo trequartista per servire Cassano e Balotelli. Sarà interessante quindi vedere quale gioco il CT proverà ad imporre alla squadra: difficile che sia quello della Juventus che porta 5 giocatori nei titolari, considerato che si giocherà ogni tre giorni all’Europeo e che difficilmente troveremo arbitri compiacenti in Polonia/Ucraina.

Si è molto parlato del gioco Juventino nello scorso campionato come fosse la riscoperta del calcio – la realtà dei fatti appare ben diversa: innanzitutto il gioco della Juventus era molto più dipendente da Andrea Pirlo di quanto lo fosse quello del Milan da Zlatan Ibrahimovic. Fino a prova contraria, inoltre, il gioco della Juventus nello scorso campionato ha prodotto meno gol di quanti ne avesse prodotti il non-gioco rossonero – e si è rivelato inoltre meno vincente come numero di partite in cui si è portato a casa i tre punti: i 15 pareggi all’Europeo, dove conta portare a casa i tre punti, serviranno ben poco. Resto convinto che la prossima stagione ci restituirà giustizia (sempre che, viste le ultime voci, non lo faccia direttamente Palazzi) e metterà in luce tutte le debolezze di una squadra che, come l’Inter 2010, ha vissuto una vera e propria annata di grazia.

La Russia di Advocaat ripartirà da Arshavin che proprio quattro anni fa si mise in luce nel torneo di Austria-Svizzera in cui i sovietici guadagnarono la semifinale e che dopo quel torneo si “perse” come accade un po’ a tutti i giocatori che vestono la maglia dell’Arsenal. Davanti ad Akinfeev agiranno quindi per la Russa Zhirkov, Berezoutski, Sharonov e Anyukov. A centrocampo, oltre al già citato Arshavin, Zyranov, Denisov e Shikorov mentre in attacco saranno Kerzakhov e Dzagoev le due punte.

L’Italia non incontra la Russia dal 2005, sempre in amichevole, vittoria 2-0 con due reti di Alberto Gilardino. Per chi tiferà il sottoscritto? Per i nostri tre ragazzi che vestono la maglia azzurra (e quella delle altre nazionali), vale a dire Nocerino, Montolivo e Cassano sperando che il fantasista barese possa coronare il proprio sogno di vincere qualcosa con la nazionale dopo questa difficile stagione e sperando che lo possa fare da protagonista – anche se poi i soliti giornali schierati mediaticamente contro i nostri colori daranno meriti esclusivamente a coloro che indossano la maglia bianconera.

1 commento

  1. Credo che tutto dipenda dall’abilità di Galliani e dal grande potenziale proveniente dalle formazioni giovanili che hanno ripreso la strada precedente all’avvento di Silvio Berlusoni in via Turati. Giocatori di prima fascia non si possono acquistare se la proprietà non intende più ripianare deficit di bilancio illogici. Non è vero che la politica di una sana conduzione economica comporti il declino. Il Milan del dopoguerra, dell’era Rizzoli di Viani e di Nereo Rocco costruiva squadre vincenti in Italia ed in Europa attingendo, in primis, dall’inesauribile miniera d’oro che era rappresentata dal vivaio. Una politica che non consentiva svolazzi di bilancio e che ha prodotto campioni indimenticabili(Buffon, Salvadore, Trapattoni, Radice, Pelagalli, Noletti, Trebbi, Danova, Prati, per non parlare dell’ossatura base della squadra di Sacci). Ogni stagione vi era l’innesto di almeno due elementi della Primavera nella rosa della prima squadra. Erano quasi sempre campioni che poi finivano per vestire la maglia della nazionale. La politica accorta e la valorizzazione dei giovani è anche la politica attuata da Arsenal e Barcellona. Il Milan è stato capostipite in questa modus operandi perché non ripercorrerlo? Un ritorno al passato, ovviamente aggiornato ai tempi della globalizzazione, non può che far bene sia al Milan che al calcio italiano.

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