Torino – Milan 0-0: game over con vergogna

Vorrei dire una cosa. Un allenatore che a 7 giornate dalla fine, in testa, fa intendere che non sei chiamato a vincere comunque arrivi va bene lo stesso Silvio Berlusconi lo avrebbe cacciato dopo la conferenza stampa. La mentalità perdente è ormai stata trasmetta dall’allenatore alla squadra il cui obiettivo era la Champions League e ora che mancano pochi punti si sentono più che arrivati. 

Ormai hanno capito tutti come giochiamo e ci aspettano tutti alti. Isolato Giroud da Bremer, che è forte ma a cui viene concesso veramente tutto, il resto ha creato poco. Diaz, Messias, Saelemakers non sono da metà alta della classifica e Leao è completamente fuori condizione (la prima offerta buona io sta estate lo vendo subito).

Anche oggi Doveri ha fatto il suo, non un caso se con l’arbitro dello zainetto interista dopo la Supercoppa ne abbiamo vinte solo due delle ultime tredici. Rigore netto su Theo Hernandez, ma i rigori quest’anno al Milan non si possono dare, mai – è evidente l’anomalia rispetto allo scorso anno ma se non frega nemmeno alla dirigenza, non vedo perché dovrebbe fregarcene a noi.

Ma parliamo della dirigenza: il non mercato di Gennaio sarebbe stato decisivo in negativo e lo sapevamo praticamente tutti. Dalla dirigenza mi sento solo preso in giro – e non solo per l’arrendevolezza a livello arbitrale (che il palazzo abbia deciso pro-Inter si sapeva da Milan-Spezia), ma anche per come il tifoso al momento è stato sempre visto come un bancomat da spennare.

E’ una vergogna che vengano comunicati infortuni a 6 ore dalla partita ed è una vergogna che si continui con la propaganda da milanello bianco. No, arrivare secondi non va bene. Non è positivo in questa situazione. Smettiamola di parlare di mercato, di progetti e di futuro e di prendere in giro con l’incerto – il presente dice che ad oggi stai gettando nel cesso una opportunità bella grossa.

Il secondo posto è un fallimento per come si era messa. E sarebbe il caso di ragionare avendo dirigenti, allenatori e giocatori che non si accontentino della qualificazione Champions e il bilancio in ordine come un Napoli qualunque. Ad oggi stanno tornando in superficie prepotentemente le lacune lasciate dal mercato estivo e non colmate nel mercato invernale – lacune che erano uscite anche l’anno scorso e su cui si è lavorato poco.

Per andare in Champions mancano 6 punti in 7 partite e dopo Genoa ci saranno Lazio, Verona, Fiorentina, Atalanta e Sassuolo. Tutte le squadre che hanno tolto punti alle nostre rivali e, come il Torino, diventano candidate fortissime a toglierli ancora a noi. Non è finita finché non è finita, ma io mi vergogno a vedere questa Inter mediocre con la seconda stella. Non è finita perché solo la vittoria distingue questo ciclo tra un ciclo da Milan e un alto di una squadra mediocre stile Napoli e Roma, destinato a scendere.

TORINO – MILAN 0-0

TORINO: Berisha; Zima (dal 64? Izzo), Bremer, Rodriguez; Singo (dal 64? Aina), Lukic, Ricci, Vojvoda (dall’84’ Buongiorno); Pobega (dall’84’ Seck), Brekalo; Belotti (dal 76? Pellegri). All. Ivan Juric.

MILAN: Maignan; Calabria, Kalulu, Tomori (dall’87’ Gabbia), Theo; Tonali (dall’82’ Krunic), Kessie; Saelemaekers, Diaz (dal 55? Messias), Leao; Giroud. All. Stefano Pioli.

ARBITRO: Daniele Doveri di Roma.

AMMONITI: Lukic (T), Tomori (M), Pobega (T), Kalulu (M), Juric (T).