Milan – Napoli 0-1: furto ad una squadra senza voglia, né ambizioni

E’ successo tutto stasera. Infortuni, stanchezza e furto. In una partita il riassunto della stagione del Milan e il motivo per cui dopo 18 giornate si dà ufficialmente il via alla fuga dell’Inter e all’addio al sogno scudetto che mai come quest’anno era fattibile – lasciato ad una squadra con una rosa più mediocre ma anche più atletica e più integra della nostra per il secondo anno consecutivo. 

La partita di stasera è l’esatta replica di Udine: vaccata, gol subito, niente in mezzo con l’avversario che cerca di sfruttare i tuoi errori e gol finale un po’ a culo dove stavolta il VAR decide di vivisezionare ed annullare. Cambia poco per noi ma non si può ancora una volta non far notare come nel dubbio l’arbitro decida di fischiare contro chi sai che non ti creerà problemi. L’accettare ancora una volta tutto questo è una grave mancanza di rispetto per i tifosi a cui chiedi di pagare il biglietto.

Questione infortuni: il Napoli ne aveva quanti noi, li ha gestiti meglio e ha portato a casa la partita. E’ inutile continuare a parlare di infortuni se l’allenatore continua talebanamente a giocare nella stessa maniera, inutile. La questione comunicazione degli stessi ha poi rasentato il ridicolo con le velinazze imbarazzanti nel giorno del prepartita. Ovviamente Theo Hernandez ha la febbre, gli altri dovevano recuperare 10 giorni fa ma finisce come Achille e la Tartaruga e guai a protestare perché causiamo infortuni. Una stucchevole narrazione da mulino bianco che manca di rispetto ai tifosi i quali a quanto pare non han diritto di sapere come stanno i propri giocatori.

La questione principale rimane il tecnico e in questa stagione rivedo la 2011-12. Non si rinnova un tecnico che non ha vinto niente così durante la stagione. Lo scorso anno sei arrivato secondo – devi puntare a crescere e non a confermare la tua posizione. Hai fallito per pura gratitudine la possibilità di prendere un tecnico migliore grazie alla Champions League facendo lo stesso errore fatto da Fassone con Montella – vedi che la squadra si comporta in maniera uguale e premi pure con un rinnovo mentre stai andando fuori in Champions.

Se ci sono allenatori che non vincono nulla c’è un motivo. Pioli ormai fa bella figura con qualche partita nei momenti “alti” ma si è dimostrato inadatto nella maratona che è lo scudetto semplicemente perché incapace di gestire il gruppo e le energie fisiche cercando di sfruttare il massimo da ciò che ha. La difesa del Milan è tornata quella imbarazzante che prende un gol a partita e se prendi un gol a partita non vai da nessuna parte. L’attacco punta sulle giocate individuali di Leao, Theo e Rebic e quando ne manca uno si vedono tutti i problemi di questa squadra.

E qua arriviamo all’imbarazzante gestione societaria – a partire dalla questione contratti con Kessie che ripete Donnarumma e Calhanoglu ma gioca lo stesso in totale silenzio invece di dare un esempio per il resto della squadra con una bella tribuna, col risultato che il prossimo anno ci sarà un altro Kessie e così via. Il mercato estivo ad oggi è stato fallimentare semplicemente perché come già detto Giroud non è una punta abituata a segnare e la sostituzione di Calhanoglu – dove non era difficile trovarne uno migliore – non poteva essere Junior Messias perché hai provato a fare il colpo a fine agosto ma non ti hanno fatto la carità.

In tutto questo la cosa peggiore sono i tifosi a cui sta bene così, senza ambizioni, che hanno dimenticato cosa è il Milan e contenti di essere la nuova rometta/napoli dell’Inter, arrivando secondi e andando in Champions League a fare figuracce. Come lo fai un progetto graduale cannando acquisti e quando non sei in grado di rinnovare quei pochi che azzecchi? Si prendono per il culo i tifosi promettendo il futuro quando hai un presente adatto e non sei in grado – o non vuoi essere in grado di sfruttarlo fino in fondo.

E allora via signori, che ricominci il mulino bianco, che martedì ci raccontino che Brahim non gioca perché ha 37 e mezzo e giù a crederci, che si accettino le porcate, che non si sappia perché Tonali esce fisso al 60esimo, che non si faccia mezzo rinnovo di gente buona perché tanto “il collettivo conta di più” e si esaltino quelli di mezzi giocatori e mezzi allenatori che avevano zero offerte oltre al Milan. Poi mi raccomando, sorrisoni se si arriva quarti come fosse un miracolo – perché è questo che succede quando sei senza ambizioni se non quelle di bilancio. 

In fondo è poi quello che succedeva prima dell’avvio della cessione nel 2012-13, ma con un migliore ufficio stampa al contorno e una diversa visione dei tifosi. Contenti loro di pagare ancora il biglietto per una società senza ambizioni di vittoria. Una società che non farà saltare nessuna testa se regalerà la seconda stella alla rivale cittadina, capace di sostituire tre pedine fondamentali con tre scarti rimanendo la stessa.

MILAN – NAPOLI 0-1

RETI: 5? Elmas (N).

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Florenzi (dall’86’ Kalulu), Tomori, Romagnoli, Ballo-Touré; Kessie, Tonali (dal 79? Bennacer); Messias (dal 79? Castillejo), Brahim Diaz (dal 63? Giroud), Krunic (dal 63? Saelemaekers); Ibrahimovic. All. Stefano Pioli.

NAPOLI (4-2-3-1): Ospina; Malcuit, Rrhamani, Juan Jesus, Di Lorenzo; Anguissa, Demme (dal 54? Lobotka); Lozano (dal 78? Politano), Zielinski (dal 78? Ounas), Elmas (dall’86’ Ghoulam); Petagna (dal 78? Mertens). All. Luciano Spalletti.

ARBITRO: Davide Massa di Imperia.

AMMONITI: Di Lorenzo (N), Malcuit (N).

SPETTATORI: 54.467