Milan – Cagliari 4-1: siamo forti

Oggi è successa una cosa: per la prima volta dalla striscia iniziata dopo il termine del primo lockdown il Milan giocava a San Siro col suo pubblico. Abbiamo assistito ad una narrazione per cui noi – dopo l’annata peggiore di sempre in casa – saremmo stati favoriti dall’assenza di pubblico, mentre altri facevano record su record in casa e vincevano lo scudetto. Aspettavamo di vedere questo Milan col pubblico sapendo che il pubblico di San Siro è sempre stato un bonus se non politicizzato, addestrato ed usato contro la squadra – basti pensare ai tutto esaurito di Champions negli ultimi anni dove bene o male anche con formazioni rimaneggiate riuscivi a battere il Barcellona. 

Il pubblico è importante se il pubblico resta dalla parte del Milan. Se nessuno usa la curva come un juke-box a gettone per contestare l’AD che non piace, se nessuno dietro le quinte addestra blog di tifosi e pagine Facebook a seminare malcontento per tornaconto personale in modo da prendere potere in società. Se nessuno riporta a San Siro quel clima dell’ultimo Milan dove dopo 10 minuti si fischiava al primo errore. Se San Siro rimane questo ci divertiremo – e se ad una squadra che ha fatto il record fuori casa aggiungi dei punti in casa, chissà cosa ottieni.

Parlando invece della gara possiamo dire che è stata prima di tutto la partita di Brahim Diaz. Lo è stata nel momento in cui Tonali dà continuità alla partita di Genova segnando su punizione – una punizione che un anno fa sarebbe stata la solita ciofeca di quel signore lì che non voglio nemmeno nominare. Lo stesso Diaz è poi protagonista del secondo gol e soprattutto dell’assist a Giroud. Mi vorrei focalizzare su questo pallone in particolare che è un pallone che lo scorso anno fino a 4 partite dalla fine è mancato – ed è mancato perché il vecchio trequartista (che ancora una volta non ritengo degno di essere nominato) non era capace di dare quei palloni lì negli ultimi 20 metri che è una cosa che un trequartista deve saper fare.

Al Milan non serve il sostituto di quel signore là – perché quel signore là è già stato sostituito 4 partite fa quando Diaz contro la Juve prese il suo posto dietro le punte. Al Milan serve il sostituto di Diaz che ovviamente non può fare una intera stagione tre volte a settimana a questo livello e può essere un profilo di livello più basso di quello che ci si aspetta. Per il resto è difficile parlare di una partita dove han fatto tutti bene, compreso il vituperato Krunic che risponde presente ogni volta che viene chiamato in causa.

Una nota la dedico sicuramente a Theo Hernandez che dopo la pessima prestazione di Genova si è ripreso oggi – in maniera abbondante e a Leao che nonostante un gol divorato ha strappato più volte nella difesa del Cagliari dando profondità alla squadra. Una squadra che chiude la partita nel primo tempo, in maniera netta e meritata, senza Ibrahimovic, Kessie e con Bennacer e Rebic panchinari. 

A livello generale la partita ha ripreso e ribaltato i temi di quella gara di tre mesi fa dove per poco sfumava la Champions League. Giroud ha dato quella profondità che senza punte mancava. Brahim ha saputo mettere quei palloni che erano mancati tre mesi fa. Il Cagliari ha anche cambiato atteggiamento, pensando a fare la sua partita e non a rovinare la nostra, ma questa è un’altra storia. Uno 0-0 è diventato un 4-1, facile, agevole, con 4 gol in un tempo che mancavano dal 2011.

Dopo la sosta ci sarà una settimana terribile con Lazio, Liverpool e Ju***tus. Saranno tre partite che definiranno buona parte della stagione, soprattutto quella di Torino dove si potrà dare un primo colpo ai bianconeri. E’ un campionato dove forse ancora più dello scorso c’è una netta spaccatura tra le prime 7 e le restanti 13 – diventa quindi fondamentale sbagliare il meno possibile le 26 partite contro le piccole che possono portarti fino a 78 punti. Diventerà fondamentale con il doppio impegno avere una rosa di 23 titolari con una rotazione da fare in maniera consistente per gestire le energie, cosa in parte fallita lo scorso anno dove a Gennaio si era sulle gambe.

Capitolo Champions in conclusione: sulla carta il girone è proibitivo. Il vantaggio del Milan può essere uno solo – ovvero quello di giocare senza la minima pressione. Non è un fallimento uscire visto il sorteggio, a differenza di altri. Questo può essere un vantaggio nello scendere in campo – ovvero giocare con la testa totalmente libera e senza pressione: in Champions conta tantissimo. Detto questo – il Milan visto ad Old Trafford, lo scorso anno, in Europa League, contro lo United quel girone lo passa.

Il Milan ha dato un segno al campionato – scordiamoci però i toni del magnificat di Inter-Genoa perché non abbiamo quegli agganci nella stampa. Può essere però un bene continuare a passare per la squadretta di miracolati dimenticando quanto fatto lo scorso anno perché toglie la pressione sui nostri giocatori che possono quindi continuare a dare il meglio per le loro caratteristiche. Io di squadre migliori del Milan a livello non di organico ma di gioco e collettivo continuo a vederne poche. La consapevolezza di questa squadra che viene negata dal pubblico è al momento l’arma in più del nostro collettivo: siamo forti e gli altri fanno finta di non vederlo.

Rimane però un grosso rammarico a livello di mercato: con Juventus ed Inter in smobilitazione basterebbero due acquisti buoni si chiuderebbe al 29 agosto il discorso scudetto e potremmo aprire un ciclo – di quelli pesanti. Non facendoli, invece, ci condanniamo al mischione delle sette sorelle dove ogni risultato è possibile, dal migliore che ti porta nell’olimpo fino al peggiore che ti riporta indietro di tre anni.