Da Portogallo – Grecia a Francia – Portogallo il cerchio si chiude. Si chiude con la vittoria della sfavorita, quella che meno te l’aspetti. Si chiude con un Cristiano Ronaldo a mezzo servizio che alza la coppa in un Europeo che lo ha visto con poche luci e tante ombre ma in quella che è la sua vittoria più bella. Il dato importnte è che Ronaldo vince un titolo con la sua nazionale nell’anno in cui Messi lo perde di nuovo col Cile arrivando al sorpasso storico ed indiscutibile tra i due campioni se consideriamo che il Portogallo mai aveva vinto un titolo in nessuna manifestazione.
Paradossalmente Ronaldo vince nella partita che lo vede uscire in lacrime dopo 20 minuti – per un fallo criminale di Payet, cercato se non addirittura voluto e rimasto impunito. Esce lasciando la squadra senza il suo faro, senza il suo capitano. Torna nei supplementari dove diventa quasi allenatore in seconda: quello è il momento in cui il Portogallo la vince. Il loro leader, il loro condottiero – quel ragazzino cresciuto da una famiglia povera nell’isola di Madeira che passava le notti a calciare palloni rompendo i vetri dei vicini – in Ronaldo a bordocampo nei supplementari così come in quei rigori prima della Polonia c’è tutto questo, c’è tutto chi vuole realizzare qualcosa di storico ed è vicino a farlo ma si sente impotente.
L’altra faccia della medaglia è Pogba. Un calciatore ampiamente sopravvalutato che ha messo in evidenza in questo europeo di come si tratti di un buon giocatore solamente quando il livello è basso. Doveva essere la stella, doveva trascinare la Francia alla vittoria all’europeo di casa ed è stato praticamente nullo per tutta la manifestazione finendo in ombra non solo in assoluto ma anche al livello della squadra. In compenso ha messo a nudo lo schieramento politico, quasi di partito, i alcuni giornali che ormai non si limitano a fare cronaca di notizie ma a scrivere su ordinazione. Non può valere 120 milioni un centrocampista che sa giocare solo in un centrocampo a 3 e fa il fenomeno contro Chievo ed affini.
Vince l’europeo la squadra che ha giocato a calcio – non meglio, ma ha giocato – contro una Francia che spesso si è limitata a sfruttare l’episodio come una squadra di Massimiliano Allegri – non a caso proprio come le squadre di Allegri la francia ha vissuto di individualità che ha sfruttato finché ha potuto. Durante la manifestazione ho posto l’attenzione sul fatto che il Portogallo difficilmente perdeva e difficilmente prendeva gol se si esclude la partita con l’Ungheria. Alle individualità presenti (una) ha messo un gioco che ne ha fatto poi la differenza nella fase ad eliminazione diretta che aggiunta ad una buona difesa come sempre vige la regola del “se non prendi gol prima o poi lo fai“.
L’europeo si chiude così, con le lacrime di Cristiano Ronaldo nel suo giorno più bello, quello in cui si dimentica di essere un calciatore, da stasera ufficialmente il numero uno al mondo, ma per una sera diventato semplice ed umile trascinatore da bordocampo. Le lacrime di chi ha vinto tutto, ha fatto record su record e nonostante non avesse nulla da dimostrare ha superato un limite – quel limite che spesso distingue i campioni dalle leggende – ed è riuscito là dove tutti gli rinfacciavano di aver fallito. In quelle lacrime ci siamo – forse – anche un po’ noi e quel sogno di tutti coloro che si avvicinano al calcio. Le lacrime di chi ha finalmente chiuso un ciclo e sanato una ferita aperta 12 anni fa in quella finale con la Grecia.
Portogallo-Francia 1-0 d.t.s.
(0-0 al 45′, 0-0 al 90′, 0-0 al 105′)
MARCATORE: Eder al 4′ s.t.s.
PORTOGALLO (4-1-3-2): Rui Patricio; Cedric, Pepe, José Fonte, Raphael Guerreiro; William Carvalho; Renato Sanches (dal 34′ s.t. Eder), Adrien Silva (dal 21′ s.t. Moutinho), Joao Mario; Nani, Cristiano Ronaldo (dal 25′ p.t. Quaresma). (Lopes, Eduardo, Bruno Alves, Ricardo Carvalho, Vierinha, Eliseu, André Gomes, Danilo Pereira, Rafa Silva). All. Fernando Santos
FRANCIA (4-2-3-1): Lloris; Sagna, Koscielny, Umtiti, Evra; Pogba, Matuidi; Sissoko (dal 5′ s.t.s. Martial), Griezmann, Payet (dal 13′ s.t. Coman); Giroud (dal 33′ s.t. Gignac). (Mandanda, Costil, Cabaye, Jallet, Rami, Digne, Mangala, Kanté, Schneiderlin). All.: Deschamps.
ARBITRO: Clattenburg (Inghilterra)
NOTE: ammoniti Cedric (P), Joao Mario (P), Umtiti (F), Raphael Guerreiro (P), Matuidi (F), William Carvalho (P), Pogba (F) per gioco scorretto, Koscielny (F) per c.n.r.