Alle mezzanotte (ora italiana) si sono aperte le ostilità nel Gruppo F con il match che ha visto contrapporsi al Maracanà( quasi esclusivamente bianco celeste) l’Argentina e la Bosnia Erzegovina, alla sua prima partecipazione ad un mondiale. L’ “Albiceleste” è passata subito in vantaggio grazie ad un autorete siglato da Kolasinac, che con molta sfortuna devia nella propria porta un calcio di punizione. Primo tempo avaro di emozioni, tant’è che il ct Sabella si vede costretto a mandare in campo sin dall’inizio della seconda frazione di gioco Higuain per dare profondità alla sua squadra. Subito dopo l’ora di gioco arriva così il raddoppio firmato Leo Messi, fin troppo avulso e poco inspirato fino a quel momento, che con un magia delle sue salta due avversari e non lascia speranze al portiere bosniaco. Nel finale la Bosnia trova il gol che riaccende le speranze di portare a casa almeno un punto con Ibisevic, e la compartecipazione del portiere Romero, ma,nonostante il forcing finale, non gli riesce l’impresa.
Lunedì alle 18 ( ore italiana) è il momento del Gruppo G che comincia subito nel migliore dei modi con il big match tra Germania e Portogallo che si svolgerà nell‘Arena Fonte Nova di Salvador de Bahia: la “Nationalmannschaft” arriva a Brasile 2014 al termine di un girone di qualificazione che si è dimostrato una vera e propria cavalcata trionfale dove, nonostante la presenza di nazionali quali la Svezia di Ibra, l’Irlanda del Trap e l’Austria, la Germania è riuscita a conquistare 28 punti sui 30 disponibili con 36 gol fatti e 10 subiti. Questi numeri non possono far altro che piazzare gli uomini di Low tra le formazioni favorite alla vittoria finale nonostante in patria non manchino critiche feroci al suo sistema di gioco, specialmente alla fase difensiva troppo lenta e macchinosa. La Germania si schiererà con l’ormai consolidato 4-2-3-1 che non solo ha caratterizzato le sue precedenti vittorie ma anche quelle dei club tedeschi più famosi. In attacco, nonostante non sia più nel fior fiore degli anni, si candida come punto di riferimento offensivo assoluto il laziale Klose. Il Portogallo invece ha avuto un cammino mondiale ben più travagliato arrivando a disputare gli spareggi dove ha affrontato la Svezia nella sfida tra stelle, Ronaldo e Ibra appunto, che probabilmente ha consegnato il Pallone D’Oro nelle mani del portoghese dopo i quattro gol realizzati.Oltre a CR7 di cui ancora sono da chiarire le condizioni fisiche, il Portogallo può vantare degli effettivi di tutto rispetto nonostante la carenza di sostituti validi in attacco. Punto i forza sarà senza dubbio al difesa dove emerge la coppia del Real Madrid Coentrao-Pepe.
Alle 21 (sempre qui in italia) sarà il turno dell’Iran che affronterà la Nigeria nella sfida finale del Gruppo F e che si terrà nell’Arena de Baixada a Curitiba. Iran che partecipa per la quarta volta nella sua storia ad un Mondiale di calcio e per la prima volta ci arriva come prima qualificata del suo girone, ridando lustro all’intero movimento calcistico nazionale che non riponeva affatto fiducia negli uomini guidati da una vecchia conoscenza del calcio Eurpeo, Carlos Queiroz. La Nazionale Iraniana ,che per problemi economici si è vista imporre il divieto di non scambiare le maglie con gli avversari al termine della partita, ha trovato una sua identità di gioco con il 4-2-3-1 e con il classe 1987 Ghoochanneijhad come unico terminale offensivo. La Nigeria, fresca vincitrice della Coppa d’Africa, potrebbe davvero essere la squadra rivelazione del Continente Nero di questo torneo: le “Super Aquile” sono agli ordini non di uno “straniero” ma ben sì di Stephen Kishi, ex nazionale Nigeriano, che predilige il 4-2-3-1 che all’occorrenza può variare in un più tradizionale 4-4-2.
Chiude la giornata la seconda partita del Girone G che vedrà contrapporsi Ghana e U.S.A. alla mezzanotte (fuso italiano) nell’Arena Das Dunas a Natal. Sfida che è già praticamente uno spareggio visto che solo la vincente potrà sperare di qualificarsi visto che il girone comprende le due strafavorite Germania e Portogallo. Gli africani guidati dal connazionale James Kwesi Appiah, allenatore in seconda delle “Black Stars” fin dal 2008. Stella della squadra è l’ex-Udinese Asamoah Gyan che dovrebbe essere la punta centrale del 4-3-3. Gli Yanks, guidati da Jurgen Klinsmann, hanno chiuso il loro girone di qualificazione con 7 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte piazzandosi primi con 22 punti. Ha fatto molto discutere l scelta del c.t. tedesco di escludere la stella Landon Donovan, preferendo puntare evidentemente su molti giovani e pochi veterani e su un modulo, il 4-2-3-1 che gli assicura molta densità sulla linea mediana con Altidore unica punta.